Suonano come una condanna le parole del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Siamo molto vicini al punto di svolta che renderà la catastrofe irreversibile”.

La Giornata internazionale del risparmio energetico, istituita nel 2018, con l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, contro il surriscaldamento globale, firmato da 184 Paesi, nasce con lo scopo di sensibilizzare la popolazione mondiale verso le problematiche legate all’ambiente.

Il focus è, risparmiare energia, tutelando il Pianeta, partendo proprio dai singoli gesti quotidiani di ciascun individuo, alle azioni strategiche adottate dal sistema produttivo, dalle organizzazioni di tutto il mondo. Ridurre l’impatto ambientale delle attività svolte da ognuno, porta con sé grandi vantaggi: a partire da un progressivo miglioramento delle condizioni ambientali, fino ad una riduzione dei costi che sono in costante aumento.

«ASACERT è in prima linea nell’impegno verso la sostenibilità e l’adozione di un modello economico circolare, basato sull’utilizzo virtuoso delle risorse. Siamo vicini alle aziende e ai singoli, perché oggi più che mai la certificazione dei propri servizi è diventato un caposaldo di qualunque attività, oltre che obbligatorio in alcuni casi» afferma l’AD di ASACERT Fabrizio Capaccioli.

In questo senso, le normative di riferimento D.lgs del 14 luglio 2020, n. 73, e, in senso più ampio, la direttiva (UE) 2018/2002 sull’efficienza energetica, prevedono un adeguato controllo dei sistemi energetici che possono essere tracciati e certificati da enti esterni accreditati come ASACERT.

L’audit energetico è quindi una procedura di analisi che mira a rilevare i consumi energetici di un edificio o un’impresa, di un impianto industriale o un’attività. Il fine è quello di misurarne l’utilizzo di energia per permettere interventi di efficientamento e di risparmio. La normativa prevede che le grandi imprese e le imprese definite “energivore” siano obbligate ad effettuare l’audit ogni 4 anni.

Sono considerate energivore, tutte quelle imprese che hanno consumi elevati (maggiore o uguale a 1 GWh) di energia elettrica, con una forte incidenza sul proprio fatturato. In Italia sono oltre 3.000 le imprese che ricadono in questa categoria. Possono decidere di realizzare una diagnosi energetica volontaria, anche le piccole e medie imprese.

Al di là degli obblighi normativi, l’effettuazione degli audit energetici rappresenta, infatti, un valido strumento anche per piccole e medie imprese che, ad esempio, possono individuare eventuali sprechi o perdite di energia, capire come migliorare i processi produttivi, ed eventualmente valutare l’approvvigionamento da fonti rinnovabili.

Le forti tensioni sui mercati energetici e la conseguente variabilità dei prezzi delle commodities a seguito del conflitto russo-ucraino, rendono la questione sempre più vicina agli utenti che hanno iniziato ad affrontare un importante rincaro dei costi a partire già dal 2021, quando il prezzo del gas è aumentato a seguito della riduzione dei flussi di forniture dalla Russia.

Ridurre l’impatto ambientale delle attività svolte dalla propria azienda, porta senza dubbio una maggiore fiducia da parte degli stakeholder e dimostra l’impegno profuso per la sostenibilità.

«Stiamo vivendo un cambio di direzione cruciale e non si torna indietro, ognuno deve impegnarsi per avere un impatto ambientale sostenibile in ogni piccola azione quotidiana, proprio a partire da una oculata strategia energetica» afferma Fabrizio Capaccioli, AD ASACERT e Vicepresidente di GBCItalia.

È confermato per il 2015 lo sgravio Irpef al 65% per gli interventi di risparmio energetico. Tale misura si ritroverà all’interno del “pacchetto casa” contenuto nel Decreto Sblocca-Italia, provvedimento attraverso il quale il Governo Renzi cercherà di conferire nuova inerzia alle politiche per la crescita. Il 29 agosto è il D-day per la presentazione di tale provvedimento in Consiglio dei Ministri.

Probabilmente ci saranno anche altre novità: detrazione generalizzata per gli interventi di prevenzione sismica, che varia tra il 50% e il 65% in proporzione alla riduzione del rischio ottenuta, ed un meccanismo incentivante per coloro che comprano una casa appena realizzata o radicalmente ristrutturata, purché abbia prestazioni energetiche di classe A o B e che venga affittata per un minimo di 8  anni a canone concordato.

Ad oggi, la stabilizzazione del Bonus 50% sulle ristrutturazioni non sembrerebbe confermata per il 2015 (o almeno non dovrebbe entrare a far parte dello Sblocca-Italia), nonostante il Ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, consideri importante il mantenimento della stessa. Ciò che fa temere la cancellazione di qualsiasi prospettiva del bonus è la copertura, in quanto i due strumenti citati hanno un costo, ma sono stati di estrema importanza per risollevare il settore dell’edilizia.

Per ora abbiamo quindi certezze solo sul Bonus 65% per la riqualificazione energetica, che si colloca su una linea direttiva che sembra essere tenuta in particolare considerazione dal Governo: la “linea Realacci”, dal nome del Presidente della Commissione Ambiente della Camera, principale estensore del provvedimento, che pare dare attenzioni a tutto ciò che riguarda l’efficienza energetica.