Ci risiamo, a quasi 2 anni da quel 14 agosto 2018, quando un tratto del viadotto conosciuto come Ponte Morandi, crollava provocando la morte di 43 persone. È di queste ore la notizia del crollo del ponte di Albiano Magra ad Aulla, in provincia di Massa Carrara, sulla strada provinciale 70. Il ponte si trova in località Albiano e collega la Sp70 con la Sp62, al confine tra la Liguria e la Toscana, è lungo circa 270 metri ed è alto 8 metri.

Il ponte

L’opera, unitamente a tutta l’arteria, è gestita da Anas a partire dal novembre del 2018, a seguito dell’emanazione del DPCM 20 febbraio 2018, recante una revisione complessiva della rete stradale di interesse nazionale e della rete stradale di interesse regionale, in particolare quella toscana.

Una struttura in cemento armato, formata da due piste stradali con due percorsi pedonali e, nella parte superiore, da cinque arcate che poggiano su quattro pile in muratura. L’appalto per la realizzazione del ponte fu vinto nel 1903 e la costruzione ebbe luogo tra il 1906 e il 1908. L’opera fu poi ricostruita nel 1949, utilizzando le pile esistenti, con tecniche costruttive e materiali più moderni.

Il crollo

Si indaga sulle ragione del crollo. Oltre a un probabile cedimento strutturale, si ipotizza anche una fuga di gas. Il cedimento è stato localizzato, probabilmente dovuto al crollo di una campata o ad un problema di una pila – il cui arco forniva il supporto orizzontale alle pile adiacenti – e si è propagato per tutta l’opera.

Probabilmente il ponte non aveva la sufficiente robustezza per resistere al crollo di una parte della struttura. Da tenere in considerazione, però, il periodo in cui è stato costruito, nel dopoguerra, con conoscenze tecniche, norme, previsioni di carico e traffico, e disponibilità economiche molto diverse rispetto ai tempi moderni.

Il paradosso è che grazie al lockdown, dovuto alla necessità di bio contenimento della pandemia, l’ennesima tragedia è stata solo sfiorata, visto che in tempi normali il ponte è trafficatissimo.

Nuovo crollo, vecchia storia

L’opera pubblica era già oggetto di denunce e segnalazioni da parte di numerosi automobilisti che notificavano la presenza di pericolose crepe, peggiorate poi dal maltempo; gli interventi effettuati si erano rivelati insufficienti già da subito e le proteste continuavano a provenire anche dalle autorità locali. Ma qualche esperto aveva dichiarato che non c’era alcun pericolo per la stabilità della struttura, che nel mattino di mercoledì 8 aprile ha ceduto, causando due feriti.

Miliardi di euro bloccati per le manutenzioni in Anas e altri gestori delle infrastrutture. Un piano elaborato seriamente per la manutenzione delle infrastrutture non può più aspettare. È il momento di rendere le nostre strade più sicure. La priorità sono le grandi opere, sia in senso di costruzione ex novo, sia in  termini di manutenzione dei 154 mila chilometri tra strade e autostrade, di cui ben 111 mila sono strade provinciali, senza dimenticare la revisione della rete ferroviaria.

Ripartiamo dalla consapevolezza che è necessario creare strategie che sappiano mettere in campo prospettive di riconversione industriale, di innovazione tecnologica in chiave ambientale. Se c’è un insegnamento che dobbiamo trarre da quello che sta capitando al mondo in questi mesi, è la connessione tra inquinamento e letalità del Covid-19. La riduzione della biodiversità e i mutamenti climatici hanno alterato gli equilibri sul pianeta, abitato da 8 miliardi di persone, aumentando rischi e fragilità, secondo quanto affermato anche nel documento del WWF Italia, che spiega la pandemia come effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi. La riduzione dell’impatto ambientale e l’ecosostenibilità in tema di opere infrastrutturali, non può che essere il nuovo approccio responsabile all’edilizia.

Fa scuola, in quest’ottica green, senza trascurare per questo la sicurezza secondo le più moderne tecniche in tema di ingegneria, il nuovo Ponte di Genova sul Polcevera (ex Ponte Morandi), per cui ASACERT è stata incaricata di eseguire le attività ispettive di Controllo Tecnico in corso d’opera. Sarà dotato di sistemi di automazione robotica e sensoristica per il controllo infrastrutturale e manutentivo e avrà uno speciale sistema di deumidificazione per evitare la formazione di condensa salina e limitare i danni da corrosione. Tra le innovazioni anche una banca dati che sarà utilizzata come base per la progettazione futura di infrastrutture della stessa tipologia, magari proprio nella ricostruzione del ponte ad Aulla.

Gli esperti del settore chiedono a gran voce che organismi d’Ispezione terzi e indipendenti, siano incaricati di controllare e validare i progetti, siano essi manutentivi o costruttivi, di portare avanti valutazioni tecniche integrate riguardanti aspetti progettuali, urbanistico−ambientali, contabili−amministrativi, edili e strutturali, impiantistici e controlli tecnici in corso d’opera. ASACERT vanta un’esperienza pluriennale nel campo ispettivo, garantisce un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

Il cedimento del ponte di Albiano che, grazie alle misure di contenimento non ha fatto vittime, ci ricorda una delle tante priorità del nostro Paese: le infrastrutture e la loro messa in sicurezza.

Il valore della produzione agroalimentare italiana.
I rischi per l’intero comparto esposto a dirompenti cambiamenti climatici.
Il settore nel suo complesso mostra grande resilienza, sebbene agriturismi e pesca, siano in serissima difficoltà.
L’agroalimentare regge e gli agricoltori italiani fanno tutto il possibile per non far mancare al Paese i prodotti base della nostra salubre dieta mediterranea.
Uno sguardo prospettico al futuro, alla fase 2 dell’emergenza e alla programmazione di nuovi approcci e strumenti per non farci cogliere impreparati.
Abbiamo un vantaggio strategico: siamo i primi ad essere stati travolti dall’epidemia in Europa e i terzi in termini temporali nel mondo. Ne usciremo, quindi, prima degli altri, le imprese italiane devono approfittarne.
L’export e le difficoltà messe in campo dai blocchi alle importazioni degli altri Stati, che potrebbero essere aggirati con procedure di sanificazione dei packaging “anti-virus”.
Di questo e molto altro si è parlato nel seguitissimo Webinar organizzato da ASACERT e ANRA sul tema “Valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano. Gestione del rischio in tempi di pandemia”.
Relatori: Fabrizio Capaccioli AD ASACERT, Alessandro De Felice, Presidente ANRA, Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione Univerde ed ex Ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente. Ha moderato Fulvio Giuliani, Giornalista e Capo Redattore RTL 102.5.
Grazie ai relatori e ai numerosi spettatori, molto presto il prossimo webinar!

 

Un timbro blocca l’immissione sul mercato delle mascherine.
Il coronavirus ha ha fatto luce (qualora ce ne fosse stato ancora bisogno) su tutti i limiti della nostra burocrazia.
Le soluzioni possibili, da mettere in campo: il coinvolgimento degli organismi di certificazione e ispezioni accreditati. L’ISS non può farcela, se non con tempi biblici.
La soluzione nell’intervento di Fabrizio Capaccioli a Fuori dal Coro, nella trasmissione andata in onda il 7 Aprile 2020.

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(Capaccioli dal min 1.59)

Un viaggio nel difficile mondo autolesionista della burocrazia italiana, proposto da Ilario Lombardo, in un reportage su La Stampa. Un groviglio di norme, che in questa fase della nostra storia, dovrebbe lasciare spazio ad una semplificazione totale, per creare un corridoio preferenziale per le imprese che, ad esempio, vogliono riconvertire il loro business nella produzione delle sempre più necessarie mascherine.

L’intervista a Fabrizio Capaccioli, consigliere delegato di Conforma e Managing Director di ASACERT – organismo di certificazione con esperienza ventennale, attivo in tutto il mondo – che si esprime così: “Tante aziende ci chiedono una mano per districarsi nella burocrazia…se producono in modo conforme alle norme. È il nostro mestiere e potremmo dare una mano allo Stato per rendere le procedure più veloci” e propone “invece di far passare settimane e mesi, si potrebbe prevedere un protocollo semplificato, emesso dal SSN, stendere il decalogo, con i necessari obblighi e requisiti, per poi delegare la vigilanza e l’ispezione a un organismo di certificazione”.

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Un estratto dell’intervista:

«Ma quando mi sono trovato di fronte all’autocertificazione dell’Istituto superiore di sanità e ho visto norme che rimandavano ad altre norme mi sono scoraggiato – spiega –. Anche perché senza garanzie questa procedura non mi offre la certezza di partire presto con la produzione. E io non posso permettermi di perdere l’investimento. Servirebbe un organismo terzo che verifica con l’azienda il rispetto delle normative e che acceleri l’iter burocratico». Questi organismi terzi ci sarebbero, fanno certificazione, ispezione e autenticazione. Lo fanno per lavoro, secondo il principio di sussidiarietà che trasferisce il compito dallo Stato ai privati. «Eppure siamo stati esclusi» spiega Fabrizio Capaccioli, managing director di Asacert, e consigliere delegato di Conforma, l’associazione che riunisce queste società: «Ci troviamo tante aziende che ci chiedono una mano per districarsi nella burocrazia. Per sapere se stanno facendo bene, se producono in modo conforme alle norme UNI EN ISO 14683 e UNI EN 10993. È il nostro mestiere e potremmo dare una mano allo Stato per rendere le cose più veloci» Continua

Martedì 7 aprile alle ore 17.00

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Il panel moderato dal giornalista Fulvio Giuliani vedrà come relatori: Alfonso Pecorario Scanio, Presidente della Fondazione Univerde ed ex Ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, Fabrizio Capaccioli, Managing Director Asacert e Alessandro De Felice, Presidente ANRA.

Partecipazione gratuita e aperta a tutti previa iscrizione online.
La diretta sarà disponibile anche sul canale Youtube di ANRA, QUI.

Prosegue l’impegno attivo di ASACERT al fianco delle aziende e del tessuto produttivo italiano. Martedì 7 aprile dalle 17.00 nel Webinar “Valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano. Gestione del rischio in tempi di pandemia” organizzato e promosso da ASACERT e ANRA, con il patrocinio della Fondazione Univerde, si parlerà di come l’emergenza Covid-19 sta mettendo a dura prova la filiera agroalimentare del nostro paese, alle prese con problemi produttivi, logistici, di sicurezza, di distribuzione.

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In questo momento di seria difficoltà per il Made in Italy, l’Italia sta cercando di dare il meglio di sé, continuando con straordinaria resilienza a fornire prodotti e coltivazioni di qualità, varietà e salubrità. La filiera agroalimentare italiana sta dando dimostrazione di grande responsabilità, una ennesima prova per uno dei settori trainanti del nostro PIL.

Tuttavia, la veloce evoluzione del contesto, anche a livello internazionale, potrebbe rapidamente mutare gli scenari in cui si sta operando. Lo stop imposto al canale Horeca, a livello globale, ha inciso in modo rilevante sull’intero settore, sottraendo di fatto uno sbocco primario ai prodotti agroalimentari italiani, anche rispetto al mercato estero.

Si inseriscono in questo contesto, non privo di criticità, la carenza di manodopera e le prevedibili difficoltà a livello di logistica e trasporti, oltre alle sciagure portate sui campi dal maltempo.

Contemporaneamente, stiamo assistendo a bassi tentativi di screditamento su tutti i fronti, a cui per il momento l’agroalimentare italiano sembra tenere testa, ma che in ottica prospettica potrebbero rappresentare difficoltà insormontabili, senza misure politiche concrete adeguate e commisurate.

Martedì 7 aprile dalle 17.00 si parlerà di questo e molto altro, nel Webinar organizzato e promosso da ASACERT e ANRA, con il patrocinio della Fondazione Univerde, sul tema della “Valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano. Gestione del rischio in tempi di pandemia”.

Ci si interrogherà su quali sono state e potranno essere le strategie e i piani di continuità da implementare per garantire che il servizio possa essere efficientemente erogato e messo a disposizione dei consumatori. Si affronterà il tema del rischio a cui oggi è esposta l’intera filiera agroalimentare italiana, e in che modo il comparto sta fronteggiando la crisi, in continuità con la tutela dei lavoratori e della qualità delle produzioni.

ASACERT decide di esserci. Da un lato assicurando la prosecuzione delle proprie consuete attività, nel pieno e rigoroso rispetto delle direttive sanitarie, dall’altro creando occasioni di confronto, aperte a tutti, con autorevoli protagonisti, esponenti delle istituzioni e dell’Italia che produce.” Afferma l’AD di ASACERT “Supereremo questo difficile momento storico, con il desiderio di dimostrare ciò che gli italiani sanno fare. Le istituzioni devono continuare a supportare senza tentennamenti il Made in Italy. Noi, dal canto nostro, metteremo in campo tutte le energie e tutti i mezzi a nostra disposizione per fornire contenuti e spunti di analisi e ispirazione, per costruire insieme un futuro migliore”.

In linea con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo, tutte le aziende hanno l’obbligo di assicurare “la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago”. ASACERT stringe nuovi accordi per garantire il servizio di sanificazione ambientale a tariffe convenzionate.

C’era una volta un posto chiamato “azienda”: ampi uffici, siti di produzione, fabbriche e stabilimenti, magazzini e tanti altri locali che improvvisamente, a causa di un virus molto contagioso, si svuotarono. Dopo un lungo periodo di quarantena il virus scomparì e tutto tornò alla normalità”.

Questa è la storia che tra qualche anno potremo raccontare.

Nel frattempo, sebbene l’emergenza coronavirus abbia spalancato le porte allo smart working e gran parte delle aziende stia lavorando da remoto, c’è un elemento che accomuna tutte le realtà operative o momentaneamente in pausa: l’obbligo di sanificare gli ambienti di lavoro.

È quanto si legge anche nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, firmato il 14 marzo 2020 da sindacati, imprese e governo. Un piano di azione condiviso, articolato in 13 punti, contenente le linee guida per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio e fornire indicazioni operative per incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure preventive adottate.

Al punto 4 “Pulizia e sanificazione in azienda” si specifica inoltre che, come disposto dal Ministero della Salute con la circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020, nel caso di presenza di una persona con Covid-19 all’interno dei locali aziendali, si deve procedere alla sanificazione e alla pulizia dell’area, nonché alla ventilazione della stessa, garantendo la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch e mouse, con adeguati detergenti.

Siamo dunque in guerra, una guerra al contagio, e per contrastare l’avanzata del nemico bisogna immedesimarsi nel ruolo di soldati, pronti a combattere l’invasore che ci ha privato delle nostre libertà, delle nostre abitudini, del nostro lavoro e in alcuni, troppi casi, anche della vita.

ASACERT combatte al fianco delle aziende, fornendo loro tutti gli strumenti a sua disposizione per aiutarle ad essere produttive, con sistemi e strategie di continuità operativa, attività da remoto ove possibile e strumenti preventivi, come il servizio di Inspection & Expediting, da attivare all’occorrenza. 

È in questo clima di solidarietà, supporto e vicinanza, che ASACERT ha deciso di stipulare accordi con ditte specializzate nell’attività di sanificazione ambientale, per offrire alle organizzazioni, di tutti i settori e le dimensioni, la possibilità di sanificare i propri ambienti a tariffe convenzionate.

“Vogliamo essere vicini alle aziende anche in queste delicate operazioni, consentendo loro di assolvere, a costi più che competitivi, l’obbligo imposto dal Governo di rendere salubri gli ambienti di lavoro” dichiara l’Amministratore Delegato di ASACERT – Fabrizio Capaccioli. “Il nostro intento è rendere la quotidianità degli imprenditori italiani, più serena possibile, minimizzando gli oneri organizzativi e puntando contestualmente alla riduzione dei costi, in modo da concentrarsi sul business, con atteggiamento resiliente e vincente”.

Per richiedere il servizio o ricevere maggiori informazioni sul servizio di sanificazione e disinfezione è attivo il numero verde 800 032870 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00 oppure è possibile compilare il modulo sottostante e sarete ricontattati.

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    L’analisi della Società Italiana di Medicina Ambientale in merito al legame tra i livelli di particolato atmosferico e il Covid-19, le considerazioni dell’Associazione Nazionale dei Risk Manager Aziendali, l’Economia Circolare e la resilienza come strategie vincenti, i temi emersi durante l’ultima diretta streaming organizzata dal Rotary Club di Milano Porta Venezia. ASACERT presente.

    Ci troviamo, ormai da diverse settimane, nel pieno di quella che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha certificato come emergenza internazionale di salute pubblica.

    Si afferma, col passare dei giorni, confinati nel nostro responsabile isolamento, volto al distanziamento sociale e al bio-contenimento del patogeno, la certezza che nulla sarà più come prima. Al di là delle misure straordinarie e di emergenza di limitazione delle libertà individuali e collettive, che pur gradualmente scemeranno, sarà necessario un cambiamento che interesserà, sempre di più, ogni aspetto della vita di tutti noi. Il punto è che non possiamo più assistere passivamente, abbiamo l’obbligo di essere attori responsabili, sulla scia di un’emergenza, che ha solo accelerato un improcrastinabile cambio di visione e prospettiva di un mondo tutto nuovo, non solo per le generazioni future. Si tratta di mettere in atto una best practice di stili di vita, virtuosi quanto necessari, ora e adesso.

    Di questo si è parlato all’incontro “CambiaMenti: Tutelare la salute umana conservando la biodiversità”, promosso dal Rotary Club di Milano Porta Venezia, trasmesso in streaming sulla pagina Facebook della nota associazione, che riunisce circa 1,2 milioni di persone in tutto il mondo.

    Nell’approccio multi sfaccettato delle analisi sulla diffusione del Covid-19, particolarmente suggestivo e inquietante, nella sua credibilità, è il punto della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA). Il Presidente dell’autorevole associazione, il Prof. Alessandro Miani, è stato ospite dell’incontro. Si è parlato dei risultati della ormai nota ricerca riguardante i livelli di particolato atmosferico, che fungerebbe da carrier per il trasporto di molti contaminanti, virus compresi. Partendo da queste considerazioni, la SIMA evidenzia una simmetria tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di PM10, nelle aree interessate, e il numero di casi positivi da COVID-19. Nel Position Paper pubblicato si afferma che le elevate concentrazioni di particolato atmosferico osservate nella Pianura Padana, hanno esercitato un’azione di “boost”, cioè di incremento alla diffusione virulenta dell’epidemia. Sono analisi che andranno certo supportate da ulteriori e approfonditi studi, ma che rappresentano un buon punto di partenza per la spiegazione del fenomeno, almeno nei suoi aspetti così devastanti dal punto di vista della diffusione territoriale.

    Un’analisi che trova basi solide nel dato che vede l’Italia primeggiare nella triste Euro-chart sui decessi prematuri causati da biossido di azoto (NO2, 14.600 persone), seguita da Germania (11.900 persone) e Regno Unito (11.800 persone).

    La considerazione ulteriore che va fatta, che è strettamente connessa alle misure di contenimento, è l’evidenza che le misure adottate per contrastare la diffusione del virus, funzionano nella riduzione del particolato, di cui il Prof. Miani si è occupato, seppur analizzando il dato con scopi differenti. Il punto di vista espresso nello stesso incontro, riguardante la tutela della salute umana conservando la biodiversità, dal Chief Manager di Prysmian Group e Presidente di ANRA, Alessandro De Felice, sulle analisi riguardanti la qualità dell’aria, dimostrano che dobbiamo ripensare il nostro modello di sviluppo di mobilità e di sfruttamento industriale delle risorse. Dobbiamo ridurre velocemente le attività che impattano sull’ambiente e porre un freno alla domanda delle risorse. I fattori che saranno fondamentali per il nostro futuro, saranno l’accelerazione e l’approfondimento sulla prevenzione del rischio pandemie, l’attuazione di politiche contro l’emergenza ambientale e una maggiore consapevolezza diffusa dell’impatto del nostro stile di vita e delle nostre abitudini alimentari. I nostri consumi sono scelte personali, ma sono connessi ad un sistema di produzione i cui effetti collaterali hanno conseguenze sul pianeta e sull’intera comunità.

    Naturalmente occorrono politiche coerenti. Il nuovo Green Deal europeo si muove in questa direzione. La Commissione Europea ha, infatti, adottato un nuovo piano d’azione per l’Economia Circolare, per un’Europa più pulita e più competitiva. Nel rapporto italiano sull’economia circolare 2020, che recepisce il Green Deal europeo, il focus è l’approfondimento sulla bioeconomia rigenerativa, settore strategico per l’economia circolare, che può contribuire sia a consolidare il futuro di settori già di successo, sia ad aprire nuovi sviluppi. Il consumo di materiali cresce a un ritmo doppio di quello della popolazione mondiale. È il momento di mettere in atto le migliori strategie di difesa per aumentare l’efficienza, tagliare gli sprechi, inventare nuove soluzioni. Un momento che stimola a fare delle profonde riflessioni per uno sviluppo sostenibile. De Felice, mette in evidenza che l’Italia parte da un vantaggio competitivo, anzi due: saremo i primi in Europa ad uscire dalla crisi, perché i primi ad esserne stati colpiti ed il terzo Paese a livello globale (dopo Cina e Corea), oltre ad avere un ulteriore plus: l’Italia è leader nell’economia circolare. Un approccio che punta alla riduzione del consumo di materiali, suolo, risorse naturali, ma anche della possibilità di far crescere l’occupazione e i posti di lavoro, grazie a metodologie green anche nel campo delle infrastrutture e dei trasporti. Ogni abitante della Terra utilizza più di 11.000 chili di materiali all’anno. Un terzo si trasforma in breve tempo in rifiuto e finisce per lo più in discarica; solo un altro terzo è ancora in uso dopo appena 12 mesi.

    Fabrizio Capaccioli, amministratore delegato di ASACERT e Presidente del Rotary Club di Milano Porta Venezia, organizzatore dell’incontro, auspica un diffuso atteggiamento respons-abile, nella sua capacità di dare risposte durature e strategiche a lungo termine anche quando non saremo più in pericolo. “È vitale trovare un equilibrio tra l’economia, le produzioni e il rispetto per la natura, non solo ideologiche e di principio, ma concrete e attuabili.” E conclude: “Adottare atteggiamenti consapevolmente resilienti, in linea con le sfide che non ci aspettano domani, ma bussano già alla nostra porta oggi, rappresenta l’unica strategia efficace per ripartire con sguardo positivo e atteggiamenti costruttivi per il nostro nuovo futuro che, se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, è già cominciato.”

    C’era da aspettarselo: tutti gli operatori della logistica, anche i più accreditati e con esperienza pluriennale, stanno annunciando limitazioni dei servizi, inclusi il blocco delle consegne e dei ritiri in determinati comuni e province, ma anche il blocco dei trasporti dei colli che superano un certo peso. Le attività di Inspection & Expediting mettono al riparo dai rischi.

    Partiamo dai dati: secondo le stime di Nielsen, dall’ultima settimana di febbraio alla prima di marzo 2020, gli acquisti online di beni di largo consumo hanno registrato un aumento di 83,5 punti percentuali anno su anno e del 30% da una settimana all’altra. Molti paragonano la situazione attuale a momenti di forte domanda, visti solo durante il periodo natalizio o nelle iniziative speciali (come il Black Friday). Come in altri settori, però, anche la logistica deve far fronte a contagi e filiali chiuse. Nelle aree più colpite il 50% delle spedizioni espresse non è stato ancora consegnato e anche i giganti della grande distribuzione sono stati colti impreparati. È inevitabile: un solo caso di contagio porta, per effetto delle disposizioni di emergenza nazionale, alla chiusura per 14 giorni delle sedi logistiche interessate.

    Abbiamo imparato che il nuovo agente patogeno colpisce erga omnes, ma i danni peggiori li provoca negli organismi più indifesi, con sistema immunitario debilitato e meno pronto a contrastare il suo ingresso. Così dobbiamo considerare che le aziende più esposte sono quelle non preparate a gestire l’emergenza, che di per sé non può essere prevista nelle modalità temporali, ma può essere validamente fronteggiata, minimizzandone le ricadute negative sul business e creando, perché no, le premesse per delle nuove occasioni di mercato.

    Le strategie di Business Continuity si dimostrano essenziali e un approccio specifico è senz’altro quello di passare a modelli di gestione di forniture, approvvigionamento, logistica e trasporto più agili, moderni ed efficaci.

    La fragilità delle catene di fornitura è direttamente proporzionale alla complessità e alla interconnessione portata dal mercato globale, sempre più spesso impattato da eventi e fattori di rischio in costante crescita: la Brexit, la guerra commerciale di dazi Usa-Cina, disastri naturali, i cyber-attack, il cambiamento delle esigenze dei consumatori, gli obiettivi di sostenibilità ambientale, solo per citarne alcuni.

    Dotarsi di processi di Inspection & Expediting, affidabili, che riguardano il controllo delle forniture, di qualunque dimensione, in termini di qualità e tempi di evasione e consegna, rappresenta uno degli elementi necessari alla prosecuzione spedita delle attività di un’organizzazione. ASACERT assicura un servizio altamente specializzato, grazie alla sua esperienza ventennale al fianco delle aziende in tutti i settori di business.

    Nei casi di commesse complesse, il processo di Inspection & Expediting, rappresenta un’attività cruciale, minimizzando l’esposizione del cliente in termini di rischio di inefficienze e, nei casi peggiori, di penali per il mancato adempimento, anche parziale, degli obblighi contrattuali. La prevenzione e l’identificazione di criticità nel processo di fornitura, riduce in modo rilevante l’esposizione dell’azienda nei confronti di rischi di ritardi nei tempi di consegna, rilavorazione dell’ordine e o sostituzione parziale o completa della fornitura. Il servizio prevede che siano effettuate una serie di verifiche approfondite sui fornitori, sulla gestione della commessa, sui processi di comunicazione inter-aziendali e sul processo produttivo rispetto agli standards definiti (es. funzionamento dei componenti oggetto della fornitura, idoneità della tipologia di imballaggio e modalità di spedizione/consegna degli stessi).

    Al termine dell’attività, ASACERT, consegna al cliente una serie di dati documentali, approfonditi ed analitici, nei quali si esaminano e riportano le procedure di fornitura, si attestano le verifiche e i controlli effettuati, avvalendosi anche di evidenze digitalizzate, al fine di certificare il corretto iter di fornitura o, al contrario, porre in evidenza eventuali criticità su qualità e tempi di consegna. Il cliente è costantemente informato sulla reale situazione di avanzamento dell’ordine, in modo da regolare le proprie attività connesse alla fornitura, ottimizzando tempi e costi.

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      In questo periodo di innegabile difficoltà, siamo tutti invitati ad attenerci scrupolosamente alle direttive governative e delle singole regioni di appartenenza, a tutelare della salute individuale e collettiva.
      Facendo proprie le misure precauzionali di contenimento, adottate per contrastare l’epidemia di COVID-19, ASACERT ha tempestivamente adottato pratiche efficaci di sostegno in favore dei propri lavoratori e delle aziende impattate direttamente o indirettamente dalle misure indicateci dalle autorità preposte.
      È obiettivo prioritario coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative.
      Siamo consapevoli che essere al vostro fianco, rappresenta un elemento di continuità operativa e che esserci non è mai stato così importante come in queste ultime settimane. Assicurare le nostre attività, è il nostro contributo per minimizzare l’impatto che le misure di contenimento biologico hanno sul business dei nostri clienti e che restano fondamentali per la salvaguardia della salute globale.
      In questo momento così difficile per il sistema imprenditoriale italiano, noi continuiamo il nostro lavoro, con tutta la determinazione possibile, ripensando a questa fase come un’opportunità di crescita ed innovazione.
      È necessario affrontare e superare con la resilienza propria del nostro Paese, questa ennesima difficile prova.

      Le tempeste fanno sì che gli alberi mettano radici più forti (Sir Claude Maxwell MacDonald).

      Insieme ce la faremo!

      Fabrizio Capaccioli
      Managing Director ASACERT

      MISURE ADOTTATE

      Per garantire la continuità e la consueta affidabilità del servizio, assicurando che sia erogato con tempistiche e qualità invariate, avendo cura di tutelare la salute di colleghi e clienti, desideriamo comunicare che abbiamo promosso attivamente una serie di misure atte al contenimento del virus nei modi e nelle forme disposte dal Ministero della Salute.

      ASACERT PER I PROPRI CLIENTI

      A testimonianza dell’attenzione e della cura che da sempre ci contraddistinguono, ASACERT ha deciso d’intraprendere una serie di azioni in favore dei Clienti, per garantire scadenze operative e contrattuali ed assicurare la prosecuzione delle attività, garantendo la produttività di sempre.

      • Tutte le nostre attività sono garantite, costantemente e quotidianamente
      • È possibile concordare sopralluoghi specifici, per necessità tecniche imprescindibili, ma osservando scrupolosamente le direttive in materia sanitaria previste dal Ministero della Salute
      • Gli ispettori sono dotati di tutti i dispositivi di protezione (guanti, mascherina, presidi utili alla disinfezione in mancanza di acqua e sapone), atti a garantire il contenimento della diffusione del virus e la salvaguardia della salute e della sicurezza dei clienti e del personale coinvolto
      • Le attività di certificazione, ispezione, valutazione e formazione sono espletate in buona parte in modalità di “remote working”, avvalendosi delle principali e più affidabili piattaforme di meeting on line
      • I rapporti finali in originale vengono inviati in pdf e firmati digitalmente

      ASACERT PER IL PROPRIO STAFF

      Per tutelare il benessere e la salute di tutte le risorse, ASACERT ha attivato un piano di emergenza speciale rivolto al personale.

      • Individuazione di una figura aziendale responsabile della gestione dell’emergenza, di tutti gli aggiornamenti sull’evoluzione della situazione sanitaria e delle misure di contenimento, nonché delle eventuali comunicazioni a clienti, fornitori e colleghi, i quali sono quotidianamente monitorati nel loro stato di salute
      • Distribuzione e divulgazione informativa con le regole di comportamento del Ministero della Salute
      • Sanificazione quotidiana degli uffici
      • Possibilità di ricorrere allo smart working in tutti i casi in cui è possibile
      • Limitazione delle riunioni con persone esterno all’azienda, ricorrendo all’utilizzo di piattaforme di meeting e conference on line

      Quante sono le organizzazioni che sono riuscite a rispondere in continuità con il proprio business all’emergenza epocale che stiamo affrontando? La risposta lascia decisamente insoddisfatti. Sono ancora troppe le aziende che sono state costrette ad interrompere la propria routine produttiva. Eppure, è più facile includere preventivamente in un progetto la possibilità di far fronte ad un evento dirompente per l’attività aziendale, che non pensare ad un rimedio in una fase successiva, poiché risulterebbe inevitabilmente tardivo, minandolo nella sua stessa efficacia.

      Molti processi, anche validi, esistono soltanto nella routine dei dipendenti, così come i flussi di lavoro che ne conseguono e che vengono messi in atto senza essere codificati. Tutti i processi più importanti dovrebbero essere invece identificati, documentati e, se possibile, dotati di processi di automatizzazione. La priorità, quindi, è identificare e dare priorità alle funzioni chiave dell’organizzazione, per essere operativi senza soluzione di continuità. In genere, si incorre nell’errore di garantire l’operatività dei soli dei sistemi IT. Molte organizzazioni si sono dotate negli ultimi anni di piani di disaster recovery che, però, si focalizzano soprattutto sugli elementi base della tecnologia aziendale come le infrastrutture, i sistemi o i data center. Si concentrano su una visione non organica dell’azienda, trovando soluzioni parziali per problemi di ordine più generale.

      In questi giorni, invece, le aziende stanno affrontando lo stop delle attività e il, seppur necessario, disagio di lasciare a casa i propri collaboratori per gli ormai noti motivi legati al contenimento della diffusione del Covid-19. La soluzione più efficace, una volta che ci si trovi in un contesto di evento infausto, come quello che stiamo affrontando in questi giorni, è dotarsi di un efficace Sistema di Gestione della Continuità Operativa, definito nella norma internazionale ISO 22301. Strumento tanto più efficace, rispetto ai piani parziali di ripristino delle funzionalità aziendali, poiché considera una visione organizzativa più ampia, per minimizzare ed affrontare in modo organico l’impatto di un evento catastrofico sulle operazioni di business.

      L’approccio, per così dire, olistico nella costruzione preventiva del piano, prevede di guardare all’organizzazione come ad un organismo complesso, in cui ogni singolo settore (sebbene si abbia la sensazione che sia slegato dagli altri, in termini di operatività ed autonomia), è invece da considerare parte del tutto aziendale.

      È necessario far fronte alle avversità rafforzando il sistema immunitario di ciascuna organizzazione, al pari di ciascun individuo in buona salute che, nonostante una massiccia ondata virale, riesce a far fronte all’epidemia riportando danni nulli o minimi. Bisogna incorporare meccanismi di resilienza tali da riuscire a fronteggiare qualsiasi difficoltà, con strategie strutturate e ridurre al minimo il tempo di ripristino delle attività a pieno regime, anche in caso di interruzione forzosa.

      Lo stato di salute globale dell’organizzazione, deve essere garantito anche in tempi di estreme difficoltà ambientali ed esogene e, per essere funzionale nel tempo, deve essere costantemente testato ed aggiornato per ottenere la massima aderenza alle esigenze del business. La garanzia di successo del Sistema di Gestione della Continuità Operativa dipende, dunque, da alcuni fattori connessi tra loro, tra i quali a titolo di esempio: il tempo, l’aggiornamento continuo delle soluzioni, la valutazione continua del rapporto tra costo-complessità della soluzione e valore-priorità del business.

      Essere un’azienda certificata consente di avvalersi di un valore aggiunto indiscusso, che verrà sempre preso in considerazione, moltiplicano l’appeal nei confronti di collaboratori, clienti e fornitori in fase di scelta, ponendosi in condizione di vantaggio certo sulla concorrenza. Il ritorno d’immagine e, soprattutto economico, è garantito in misura tanto maggiore, quanto più è serio ed accreditato l’Ente che svolge la procedura di certificazione. Il Gruppo ASACERT offre servizi di Ispezione, Certificazione e Valutazione, per le aziende di tutti i settori e le dimensioni, grazie ad un team di tecnici esperti e al riconoscimento di molteplici enti di accreditamento. ASACERT ha, inoltre, ottenuto il rating di legalità (due stelle) dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, segno tangibile del suo impegno in termini di legalità e trasparenza.

      La certificazione rilasciata da ASACERT, garantisce l’applicazione e il mantenimento di un sistema gestionale e organizzativo d’eccellenza che assicura, a coloro che scelgono di certificarsi, il massimo delle performance, minimizzando il rischio anche in tempi di difficoltà straordinarie, come quelle che stiamo affrontando.

      Le tempeste fanno sì che gli alberi mettano radici più forti

      (Sir Claude Maxwell MacDonald)

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