Giovedì 30 aprile alle ore 20.30

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Caminetto rotariano: “Dallo Sblocca Cantieri al Modello Genova la giusta strategia per far ripartire l’Italia”

Con:

  • Sen. Salvatore Margiotta, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
  • Silvestro Ferrara, Socio Rotary Club Milano Porta Venezia e Group Head of Insurance SALINI IMPREGILO
  • Alessandro De Felice, Socio Rotary Club Milano Porta Venezia e Chief Risk Officer presso Prysmian Group e Presidente ANRA
  • Fabrizio Capaccioli, Presidente Rotary Club Milano Porta Venezia e Managing Director ASACERT
  • Nicola Meistro, Amministratore Delegato PERGENOVA S.C.p.A e Direttore Generale COCIV

Modera: Monica Giandotti, Giornalista e conduttrice televisiva Rai 3

Dallo Sblocca Cantieri al Modello Genova. La giusta strategia per far ripartire l’Italia.
Il 30 Aprile alle 20:30, l’appuntamento con il futuro del nostro Paese, nel convivio del Caminetto rotariano in versione FB, organizzato dal Club Rotary Milano Porta Venezia.

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Sono trascorsi poco più di due mesi da quando una particella di dimensioni submicroscopiche ha profondamente stravolto le strutture delle società, dei comportamenti, dell’ economie, sorprendendo un’umanità disarmata, mentre il patogeno traccia ancora sul planisfero fusi virali difficili da gestire.

Ma l’Italia ha un vantaggio competitivo (almeno quello): siamo stati uno dei primi Paesi ad essere colpiti così tragicamente e uno dei primi ad uscirne. Il problema è cosa c’è stato in questo interminabile spazio temporale. Tutto è stato cristallizzato in una situazione surreale, è sceso il silenzio dopo l’assordante rumore delle saracinesche abbassate, per troppe attività definitivamente.

Eppure, ci siamo: il 4 maggio si riparte. Tornano al lavoro 2,7 milioni di persone. Riapriranno 84 attività a ciascuna delle quali è attribuita una classe di aggregazione sociale, individuata attraverso l’assegnazione di un punteggio che va da 1 a 4, e una classe di rischio integrato suddiviso in 4 categorie: basso, medio basso, medio alto e alto. È quanto stabilito dal piano della Commissione Colao.

Il Management della pandemia passa per la minimizzazione dei suoi effetti, a patto che ci sia una guida capace di indirizzare, di supportare o almeno di non ostacolare questo faticoso processo. Le associazioni produttive chiedono a gran voce liquidità, vera, immediata, tagli alle filiere di procedimenti burocratici, non solo adesso nella fase del post-coronavirus, ma in vista di una rivoluzione nell’approccio al lavoro e alla produttività. Il Decreto Sblocca Cantieri va in questa direzione, ideato per rilanciare i contratti pubblici ed introdurre nuove misure per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali. Velocizzare i lavori per opere strategiche, (cosa oggi può veramente non essere considerato strategico, per la ripartenza in volata?), per fare come avvenuto a Genova. Semplificare tempistiche e modalità. Poche regole e certe, procedure chiare ed efficaci. Il rischio è quello di ritrovarsi con ingenti risorse stanziate da Stato e comunità regionali, ma tempi e modalità di approvazione, erogazione ed utilizzo, eccessivamente lunghi e complicati.

A Genova, la ricostruzione del ponte Morandi ha corso veloce la sua gara, alleggerita della zavorra burocratica. Un caso che fa scuola, ben più efficace pedagogicamente persino delle gestioni delle catastrofi naturali, che pure hanno colpito il nostro Paese in lungo e in largo ma che, senza distinzioni regionalistiche, hanno lasciato con l’amaro in bocca tante popolazioni. Regole ad hoc, poche parole e molti fatti. Il decreto-Genova (legge dello Stato del 15 novembre 2018): pochissime modifiche parlamentari, iter procedurale semplificato, un commissario unico per la ricostruzione. Quindi, viene da dire: si può fare!

Se ne parlerà Giovedì 30 Aprile alle 20:30, con autorevoli esponenti dell’Italia che fa e sa fare. Un appuntamento per tracciare le strategie di un imminente futuro, pronti al via!

“Noi italiani abbiamo una capacità unica di potenziare competenza, inventiva, resilienza, nei momenti più bui. Lo faremo anche stavolta, con nuove consapevolezze, con solidarietà accresciuta, con abilità acquisite anche forzosamente, ma che saranno utili non solo per la ripartenza, ma per programmare un futuro vero, da una prospettiva più pragmatica e più attenta alla vita, anche quella del Pianeta.”

Fabrizio Capaccioli
AD ASACERT e Presidente Rotary Club Milano Porta Venezia

Venerdì 24 aprile alle ore 09.15

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Il panel vedrà come relatori: Alessandro De Felice – Presidente ANRA, Alberto Barani – Head of Allianz Risk Consultants Italy, Fabrizio Capaccioli – Managing Director Asacert e Silvestro Ferrara, Group Head of Insurance di Salini Impregilo.

Partecipazione gratuita e aperta a tutti previa iscrizione online.

Prosegue l’impegno attivo di ASACERT al fianco delle aziende e del tessuto produttivo italiano. Venerdì 24 aprile dalle 9.15 nel Webinar “Il settore Construction: due scenari, un unico futuro” organizzato e promosso da ASACERT e ANRA, con AGCS, si parlerà di edilizia: un settore diviso in due dai provvedimenti relativi al Coronavirus, ma vitale per la ripresa del nostro Paese.

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“L’Italia non si ferma”. Con questa frase il 14 Marzo 2020 il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava che Governo, Sindacati e Confindustria siglavano il “Protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Le cose non sono andate esattamente così. L’Italia è stata costretta a frenare il suo motore economico e produttivo. Anche i cantieri edili rallentano: alcuni rimangono aperti e continuano a operare, altri cantieri invece sono stati costretti a chiudere i cancelli. Nel frattempo, è ormai evidente che, almeno nel nord Italia, l’Italia dovrà convivere a lungo con questo virus e sarà necessario modificare rapidamente abitudini in modo da poter svolgere le attività in sicurezza per tutelare la salute collettiva.

Nello specifico le attività interessate da Lockdown sono state identificate mediante un codice ATECO: costruzione e sviluppo di nuovi edifici, sia residenziali che non residenziali; attività di demolizione e preparazione del cantiere edile, inclusi i lavori di sistemazione del terreno, trivellazioni e perforazione; attività di completamento e finitura degli edifici; altri lavori specializzati di costruzione. Rimasti aperti i cantieri di Ingegneria Civile; attività di installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di installazione.

Un nuovo Webinar che guarda al comparto edile, sul tema: “IL SETTORE CONSTRUCTION: DUE SCENARI, UN UNICO FUTURO” programmato per Venerdì 24 aprile alle 9.15, organizzato da ASACERT insieme ad ANRA e AGCS, con Alessandro De Felice – Presidente ANRA, Alberto Barani – Head of Allianz Risk Consultants Italy, Fabrizio Capaccioli – Managing Director ASACERT e Silvestro Ferrara, Group Head of Insurance di Salini Impregilo.

Si parlerà del comparto edile con un duplice approccio per approfondire la situazione del recentissimo passato fatto di difficoltà per le aziende edili costrette a serrare i cantieri e che hanno dovuto affrontare la crisi dovuta all’imposto fermo immagine, che stride con i rischi vivi a cui sono state esposte le imprese (incendi, atti vandalici, furti e inondazioni). Uno sguardo anche al futuro, con approccio pragmatico alle riaperture previste, ai dispositivi e alle regole che dovranno essere rispettate per ripartire in sicurezza e legalità.

Un focus sulle best practice improntate a strategie organizzative utili a ripartire in volata, senza dimenticare la necessità di rendere gli aiuti governativi disponibili subito e senza vincoli.

Sebbene l’emergenza coronavirus abbia spalancato le porte allo smart working e gran parte delle aziende stia lavorando da remoto, ci avviciniamo alla tanto auspicata Fase 2 ed è necessario predisporre le operazioni che consentano la ripartenza delle attività produttive in tutta sicurezza.

In attuazione della misura contenuta all’articolo 1 comma 9 del decreto del DPCM dell’11 marzo 2020 e su invito del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri dell’Economia, del Lavoro e delle Politiche Sociali, dello Sviluppo economico e della Salute, il 14 Marzo 2020 le organizzazioni sindacali e datoriali hanno sottoscritto un “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro”.

Un piano di azione condiviso, contenente le linee guida per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio e fornire indicazioni operative per incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure preventive adottate.

ASACERT ha predisposto un proprio “Regolamento di Attestazione del Protocollo Salute e Sicurezza sul Lavoro – Covid” con l’obiettivo di fornire uno strumento concreto con indicazioni operative finalizzate al recepimento delle indicazioni del “protocollo condiviso”, attestandone il rispetto in linea con le prescrizioni del legislatore centrale e regionale e le indicazioni delle Autorità sanitarie.

La ratio è garantire la salubrità e la sicurezza degli ambienti di lavoro, minimizzando l’impatto delle misure di contenimento del virus durante le attività quotidiane e facendo in modo che le imprese si concentrino sul business.

Il Regolamento rappresenta uno strumento necessario per far sì che le misure precauzionali di contenimento adottate siano davvero efficaci per contrastare il rischio biologico da COVID-19. Prevede la prosecuzione delle attività aziendali in condizioni che assicurino ai lavoratori adeguati livelli di protezione, senza depotenziarne il valore produttivo.

ASACERT provvede a verificare che l’organizzazione metta in pratica i 14 punti sulla sicurezza, previsti dal proprio Regolamento di Attestazione Protocollo SSL Covid.

Possono fare richiesta le aziende di tutti i settori e le dimensioni, senza limiti geografici.

Al termine dell’attività di verifica ASACERT rilascia un apposito report contenente un riassunto delle attività effettuate e dei risultati emersi. In caso di esito positivo verrà emesso un attestato di conformità al Regolamento ASACERT di Attestazione Protocollo SSL Covid.

Tutte le attività di certificazione, ispezione, valutazione e attestazione di ASACERT sono garantite, costantemente e quotidianamente, osservando scrupolosamente le direttive in materia sanitaria. Gli ispettori sono dotati dei necessari dispositivi di protezione, atti a garantire il contenimento della diffusione del virus e la salvaguardia della salute e della sicurezza dei clienti e del personale coinvolto.

ASACERT combatte al fianco delle aziende, fornendo loro tutti gli strumenti per aiutarle ad essere produttive, con sistemi e strategie di continuità operativa, legalità e salubrità.

 “Vogliamo essere vicini alle aziende anche in queste delicate, quanto strategiche operazioni. Il nostro intento è rendere la quotidianità degli imprenditori italiani, più serena possibile, minimizzando gli oneri organizzativi, in modo da concentrarsi sul business, con atteggiamento resiliente e vincente”.

Fabrizio Capaccioli
Amministratore Delegato di ASACERT

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    La criticità del settore edile, l’emergenza covid-19 e le fatali ripercussioni su un settore già provato da anni di politiche dannose, che hanno praticamente messo in ginocchio tutta la filiera dell’edilizia. L’analisi di Fabrizio Capaccioli, AD ASACERT, nell’intervista rilasciata a Massimiliano Lenzi per il quotidiano “Il Tempo” di oggi.

    Un focus sulla situazione in cui versano le migliaia di aziende anche piccole e piccolissime del comparto edile, ma anche la visione che manca ad oggi, circa gli interventi da mettere in campo immediatamente, per evitare che l’emergenza si trasformi in tragedia.

    L’intervista si apre con uno screenshot sulla situazione nel nostro Paese. L’Italia che produce è ai blocchi di partenza: le aziende fanno il countdown per il tanto necessario riavvio delle attività. Non sarà facile. L’Italia ha deciso, seppur a singhiozzo di bloccare tutte le attività produttive, ad eccezione di quei settori ritenuti vitali e strategici. “Evidentemente l’edilizia non è ritenuta tale dal nostro Governo. Diversamente da quanto ritenuto in Italia, all’estero le fondamentali misure per contenere la diffusione del contagio e tutelare la sicurezza dei lavoratori che lavorano nei cantieri, non hanno interrotto del tutto il comparto edile, garantendo servizi essenziali forniti dal settore delle costruzioni come il corretto funzionamento dei sistemi di fornitura di acqua, elettricità e gas per edifici e ospedali, arginando guasti strutturali per non arrecare ulteriore disagio ai cittadini, già tanto provati dall’emergenza che li ha privati della serenità, del lavoro e nei casi peggiori della salute.” Continua Capaccioli: “Pensi alla manutenzione delle infrastrutture critiche, mi viene in mente la tragedia sfiorata in Toscana per il crollo del ponte di Albiano. Le imprese di costruzione italiane saranno pesantemente colpite finanziariamente e i progetti, sia privati sia pubblici, sono stati ritardati nella migliore delle ipotesi o cancellati.” Il settore edile sta perdendo molto è sotto gli occhi di tutti. Si tratta di un comparto che in Europa rappresenta il 9% del PIL e dà lavoro a più di 16 milioni di europei. Il dato significativo citato nell’intervista è il dato, per così dire, pre-covid19: dal 2008 al 2017 sono oltre 3,4 milioni i posti di lavoro persi nel settore delle costruzioni a livello europeo, di cui 539 mila solo in Italia. E mentre gli altri Paesi dell’area euro hanno visto un aumento degli occupati nel settore edile, l’Italia ha continuato a perdere posti di lavoro. “Dati agghiaccianti che meritano più di una riflessione.” sottolinea l’AD di ASACERTOccorre azione. Ciò che sembra consapevolezza universalmente condivisa, è l’inadeguatezza dell’attuale quadro normativo, che non sarà in grado di rispondere ai requisiti di semplificazione e sburocratizzazione, richiesti a gran voce dalle imprese e dagli amministratori.

    Alla domanda sul futuro e sulle prospettive: “…bisogna pensare ad un percorso in terapia intensiva del comparto, adesso. Regolamentazioni asfissianti e paralizzanti, troppi lacci, troppi vincoli, troppa burocrazia. La crisi socio-economica, originata da quella sanitaria, richiede soluzioni rapide, intelligenti, agili. Emerge, in uno scenario di auspicata semplificazione, il ruolo degli organismi accreditati di certificazione, ispezione e valutazione, per far ripartire in volata e in tutta sicurezza la ripresa delle attività del Paese.”

    Lenzi, incalza sui posti di lavoro persi. La risposta di Capaccioli parte dai dati Unioncamere sull’edilizia nel suo complesso che, con il corollario della compravendita di case, dovrebbero subire un’emorragia di 30.800 lavoratori in Italia. È necessario, secondo l’Amministratore Delegato di ASACERT, prevedere massicci programmi di iniezioni di liquidità, misure che non possono escludere il comparto edile e delle infrastrutture e intendo nuovi progetti, ma anche attività manutentiva, senza dimenticare l’intera filiera di fornitori, supporto fondamentale per mandare avanti l’intero settore. “Ma, a quanto pare, nel nostro Paese si è preferito scegliere la linea dell’intransigenza inflessibile…sono convinto che si potesse fare quanto dovuto, senza dare uno stop in alcuni casi fatale ad una serie di settori già asfittici, come quello edile.”

    Quanto poi alla poi calla capacità delle imprese edili di garantire le misure di sicurezza anti-coronavirus, Capaccioli non ha dubbi: “…sono assolutamente convinto che gli imprenditori edili, anche piccoli e piccolissimi, saranno per primi ad essere i custodi della salute dei propri addetti ai lavori. Coloro che hanno sulle spalle la responsabilità di decine, centinaia, migliaia di famiglie, sarebbero ben contenti di ricominciare a mettere la testa sul cuscino, senza l’angoscia di come fare a garantire ai propri collaboratori il compenso che gli spetta. Ben vengano le misure precauzionali, i presidi di tutela come mascherine – ce ne fossero! – guanti, sanificazioni pur di dare prospettive, visione del futuro, entusiasmo, fiducia. E’ questo ciò che occorre, oggi, adesso.”

    Uno sguardo all’estero dove ASACERT continua ad erogare i suoi servizi, in particolare in Gran Bretagna e a Dubai. “In Gran Bretagna continuiamo a fornire i nostri servizi di certificazione e sebbene abbiano impiegato un po’ per realizzare la gravità e l’entità globale della situazione, l’economia e determinati comparti è stata rallentata ma non messa in fermo immagine.” Spiega Capaccioli. Per quanto riguarda Dubai, dove ASACERT effettua molte delle sue attività di supporto alle aziende, vanta uno dei più grandi mercati immobiliari della regione. “…gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato un pacchetto di incentivi economici di rilancio per 35 miliardi di dollari che include iniezioni di liquidità nel mercato azionario e un sostegno a vari settori, di cui beneficerà senz’altro anche il settore immobiliare ed edile.” 

    L’intervista di Lenzi si conclude con la richiesta di un Tweet da inviare al Presidente Conte. Eccolo: “L’Italia che produce chiede interventi immediati e deburocratizzati. Ripresa delle attività in tutta sicurezza, per non essere il Paese che in Europa è stato il primo ad essere investito dalla crisi e l’ultimo ad uscirne con le ossa rotte, più di altri. Noi siamo ai blocchi di partenza e il Governo?”

    L’Italia che produce è ai blocchi di partenza: le aziende fanno il countdown per il tanto necessario ri-avvio delle attività. Tutti sappiamo che non sarà facile, come un mantra si ripete che ci aspettano tempi duri, che ci vorrà del tempo, che dovremo convivere col virus in uno scomodo limbo per chissà quanto. Questo è ben noto agli imprenditori italiani, che in questo periodo di quarantena, hanno cercato di non prendere le distanze anche dal loro business, sanno bene che servono subito misure che migliorino la capacità di amministrazione delle risorse pubbliche, per spendere presto e bene.

    Nel rapporto “Doing Business 2020”, che presenta la classifica dei Paesi in base alla facilità di fare impresa, l’Italia si trova al 58° posto, dopo nazioni come il Kenya e il Kosovo. Infatti, nonostante una serie di buone pratiche documentate nello studio, permangono per l’Italia delle sfide: occorre affrontare procedure inefficienti e lunghe che comportano costi elevati. Ciò vale in particolare per l’area dei contratti di esecuzione, l’unico indicatore in cui tutte le città italiane si comportano al di sotto della media delle attività economiche dell’UE. Doing Business cattura 294 riforme normative attuate tra maggio 2018 e maggio 2019. Il rapporto evidenzia l’importanza degli appalti pubblici che nel mondo rappresentano mediamente tra il 10% e il 25% del PIL di ogni Paese.

    È proprio quest’ultimo settore reputato cruciale, dunque: gli appalti per l’acquisto di beni, servizi e per la realizzazione delle opere pubbliche. È sotto gli occhi di tutti la necessità di un percorso in Terapia intensiva del comparto, a causa di regolamentazioni asfissianti e paralizzanti. Troppi lacci, troppi vincoli, troppa burocrazia. La crisi socio-economica, originata da quella sanitaria, richiede soluzioni rapide, intelligenti, agili”. Afferma l’AD di ASACERT- Fabrizio Capaccioli. “Emerge, in uno scenario di auspicata semplificazione, il ruolo degli organismi accreditati di certificazione, ispezione e valutazione, per far ripartire in volata e in tutta sicurezza la ripresa delle attività del Paese”.

    Secondo quanto riportato dall’analisi dell’Osservatorio OICE-Informatel sulle gare di progettazione emesse a partire dal 9 marzo, nel periodo 9 Marzo – 9 Aprile, conseguentemente alle restrizioni anti-covid19, su 324 gare di progettazione (per un importo di 84,6 milioni), ne sono state rettificate (sospese o prorogate) il 34,9%, per un importo di circa 12 milioni (il 14,6% del valore totale delle gare del periodo considerato).

    Vale la pena ricordare che la recente pubblicazione del Decreto Sblocca Cantieri, ha anche previsto un nuovo Regolamento Unico dei contratti pubblici, che avrebbe dovuto essere definito a inizio gennaio 2020, ma al momento, si è arenato tra l’emergenza Covid-19 e la necessità di una riforma complessiva della normativa. Al di là di tutte le considerazioni specifiche, ciò che sembra consapevolezza universalmente condivisa, è l’inadeguatezza dell’attuale quadro normativo, che non sarà in grado di rispondere ai requisiti di semplificazione e sburocratizzazione, richiesti a gran voce dalle imprese e dagli amministratori.

    In questo contesto assumono un ruolo cruciale le attività messe in campo dagli organismi accreditati di certificazione, ispezione e valutazione. Vale la pena ricordare i servizi di verifica e validazione, codificati dall’art. 26 Verifica preventiva alla progettazione” del D.Lgs. 50/2016, che disciplina appunto il controllo preventivo della progettazione, per mezzo del quale è possibile evitare errori di progettazione, costi aggiuntivi e ritardi nella realizzazione dell’opera.

    Altro servizio cruciale si concretizza nel Controllo Tecnico in corso d’opera, che ha come scopo quello di fornire un monitoraggio sul campo, finalizzato alla verifica della conformità dell’opera ai criteri di buona esecuzione previsti dalle normative in materia. L’obiettivo del controllo tecnico in corso d’opera è quello di ridurre i rischi legati alla mancata conformità, alla fornitura dei materiali e alla modalità di esecuzione dell’opera; garantendo la qualità della costruzione. Il controllo tecnico vale, inoltre, come prova ai fini dell’assicurabilità tramite polizza decennale postuma a copertura dei danni e dei difetti (secondo le disposizioni della Legge 210/04, D. Lgs. 122/05, D. Lgs. 14/2019 per i lavori privati e del D.Lgs 50/16 per i lavori pubblici).

    ASACERT offre servizi di Ispezione, Certificazione e Valutazione per supportare le aziende, di qualunque settore e dimensione, nella realizzazione di tutte quelle attività di controllo, verifica e stima che richiedono un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

    Questo si traduce nell’impiego di personale qualificato e costantemente formato, in un approccio di servizio condotto con rigore, professionalità e riservatezza, ma anche flessibilità, proattività e attenzione alle esigenze delle imprese.

    Ci risiamo, a quasi 2 anni da quel 14 agosto 2018, quando un tratto del viadotto conosciuto come Ponte Morandi, crollava provocando la morte di 43 persone. È di queste ore la notizia del crollo del ponte di Albiano Magra ad Aulla, in provincia di Massa Carrara, sulla strada provinciale 70. Il ponte si trova in località Albiano e collega la Sp70 con la Sp62, al confine tra la Liguria e la Toscana, è lungo circa 270 metri ed è alto 8 metri.

    Il ponte

    L’opera, unitamente a tutta l’arteria, è gestita da Anas a partire dal novembre del 2018, a seguito dell’emanazione del DPCM 20 febbraio 2018, recante una revisione complessiva della rete stradale di interesse nazionale e della rete stradale di interesse regionale, in particolare quella toscana.

    Una struttura in cemento armato, formata da due piste stradali con due percorsi pedonali e, nella parte superiore, da cinque arcate che poggiano su quattro pile in muratura. L’appalto per la realizzazione del ponte fu vinto nel 1903 e la costruzione ebbe luogo tra il 1906 e il 1908. L’opera fu poi ricostruita nel 1949, utilizzando le pile esistenti, con tecniche costruttive e materiali più moderni.

    Il crollo

    Si indaga sulle ragione del crollo. Oltre a un probabile cedimento strutturale, si ipotizza anche una fuga di gas. Il cedimento è stato localizzato, probabilmente dovuto al crollo di una campata o ad un problema di una pila – il cui arco forniva il supporto orizzontale alle pile adiacenti – e si è propagato per tutta l’opera.

    Probabilmente il ponte non aveva la sufficiente robustezza per resistere al crollo di una parte della struttura. Da tenere in considerazione, però, il periodo in cui è stato costruito, nel dopoguerra, con conoscenze tecniche, norme, previsioni di carico e traffico, e disponibilità economiche molto diverse rispetto ai tempi moderni.

    Il paradosso è che grazie al lockdown, dovuto alla necessità di bio contenimento della pandemia, l’ennesima tragedia è stata solo sfiorata, visto che in tempi normali il ponte è trafficatissimo.

    Nuovo crollo, vecchia storia

    L’opera pubblica era già oggetto di denunce e segnalazioni da parte di numerosi automobilisti che notificavano la presenza di pericolose crepe, peggiorate poi dal maltempo; gli interventi effettuati si erano rivelati insufficienti già da subito e le proteste continuavano a provenire anche dalle autorità locali. Ma qualche esperto aveva dichiarato che non c’era alcun pericolo per la stabilità della struttura, che nel mattino di mercoledì 8 aprile ha ceduto, causando due feriti.

    Miliardi di euro bloccati per le manutenzioni in Anas e altri gestori delle infrastrutture. Un piano elaborato seriamente per la manutenzione delle infrastrutture non può più aspettare. È il momento di rendere le nostre strade più sicure. La priorità sono le grandi opere, sia in senso di costruzione ex novo, sia in  termini di manutenzione dei 154 mila chilometri tra strade e autostrade, di cui ben 111 mila sono strade provinciali, senza dimenticare la revisione della rete ferroviaria.

    Ripartiamo dalla consapevolezza che è necessario creare strategie che sappiano mettere in campo prospettive di riconversione industriale, di innovazione tecnologica in chiave ambientale. Se c’è un insegnamento che dobbiamo trarre da quello che sta capitando al mondo in questi mesi, è la connessione tra inquinamento e letalità del Covid-19. La riduzione della biodiversità e i mutamenti climatici hanno alterato gli equilibri sul pianeta, abitato da 8 miliardi di persone, aumentando rischi e fragilità, secondo quanto affermato anche nel documento del WWF Italia, che spiega la pandemia come effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi. La riduzione dell’impatto ambientale e l’ecosostenibilità in tema di opere infrastrutturali, non può che essere il nuovo approccio responsabile all’edilizia.

    Fa scuola, in quest’ottica green, senza trascurare per questo la sicurezza secondo le più moderne tecniche in tema di ingegneria, il nuovo Ponte di Genova sul Polcevera (ex Ponte Morandi), per cui ASACERT è stata incaricata di eseguire le attività ispettive di Controllo Tecnico in corso d’opera. Sarà dotato di sistemi di automazione robotica e sensoristica per il controllo infrastrutturale e manutentivo e avrà uno speciale sistema di deumidificazione per evitare la formazione di condensa salina e limitare i danni da corrosione. Tra le innovazioni anche una banca dati che sarà utilizzata come base per la progettazione futura di infrastrutture della stessa tipologia, magari proprio nella ricostruzione del ponte ad Aulla.

    Gli esperti del settore chiedono a gran voce che organismi d’Ispezione terzi e indipendenti, siano incaricati di controllare e validare i progetti, siano essi manutentivi o costruttivi, di portare avanti valutazioni tecniche integrate riguardanti aspetti progettuali, urbanistico−ambientali, contabili−amministrativi, edili e strutturali, impiantistici e controlli tecnici in corso d’opera. ASACERT vanta un’esperienza pluriennale nel campo ispettivo, garantisce un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

    Il cedimento del ponte di Albiano che, grazie alle misure di contenimento non ha fatto vittime, ci ricorda una delle tante priorità del nostro Paese: le infrastrutture e la loro messa in sicurezza.

    Il valore della produzione agroalimentare italiana.
    I rischi per l’intero comparto esposto a dirompenti cambiamenti climatici.
    Il settore nel suo complesso mostra grande resilienza, sebbene agriturismi e pesca, siano in serissima difficoltà.
    L’agroalimentare regge e gli agricoltori italiani fanno tutto il possibile per non far mancare al Paese i prodotti base della nostra salubre dieta mediterranea.
    Uno sguardo prospettico al futuro, alla fase 2 dell’emergenza e alla programmazione di nuovi approcci e strumenti per non farci cogliere impreparati.
    Abbiamo un vantaggio strategico: siamo i primi ad essere stati travolti dall’epidemia in Europa e i terzi in termini temporali nel mondo. Ne usciremo, quindi, prima degli altri, le imprese italiane devono approfittarne.
    L’export e le difficoltà messe in campo dai blocchi alle importazioni degli altri Stati, che potrebbero essere aggirati con procedure di sanificazione dei packaging “anti-virus”.
    Di questo e molto altro si è parlato nel seguitissimo Webinar organizzato da ASACERT e ANRA sul tema “Valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano. Gestione del rischio in tempi di pandemia”.
    Relatori: Fabrizio Capaccioli AD ASACERT, Alessandro De Felice, Presidente ANRA, Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione Univerde ed ex Ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente. Ha moderato Fulvio Giuliani, Giornalista e Capo Redattore RTL 102.5.
    Grazie ai relatori e ai numerosi spettatori, molto presto il prossimo webinar!

     

    Un timbro blocca l’immissione sul mercato delle mascherine.
    Il coronavirus ha ha fatto luce (qualora ce ne fosse stato ancora bisogno) su tutti i limiti della nostra burocrazia.
    Le soluzioni possibili, da mettere in campo: il coinvolgimento degli organismi di certificazione e ispezioni accreditati. L’ISS non può farcela, se non con tempi biblici.
    La soluzione nell’intervento di Fabrizio Capaccioli a Fuori dal Coro, nella trasmissione andata in onda il 7 Aprile 2020.

    VEDI IL SERVIZIO COMPLETO ANDATO IN ONDA
    (Capaccioli dal min 1.59)

    Un viaggio nel difficile mondo autolesionista della burocrazia italiana, proposto da Ilario Lombardo, in un reportage su La Stampa. Un groviglio di norme, che in questa fase della nostra storia, dovrebbe lasciare spazio ad una semplificazione totale, per creare un corridoio preferenziale per le imprese che, ad esempio, vogliono riconvertire il loro business nella produzione delle sempre più necessarie mascherine.

    L’intervista a Fabrizio Capaccioli, consigliere delegato di Conforma e Managing Director di ASACERT – organismo di certificazione con esperienza ventennale, attivo in tutto il mondo – che si esprime così: “Tante aziende ci chiedono una mano per districarsi nella burocrazia…se producono in modo conforme alle norme. È il nostro mestiere e potremmo dare una mano allo Stato per rendere le procedure più veloci” e propone “invece di far passare settimane e mesi, si potrebbe prevedere un protocollo semplificato, emesso dal SSN, stendere il decalogo, con i necessari obblighi e requisiti, per poi delegare la vigilanza e l’ispezione a un organismo di certificazione”.

    LEGGI L'ARTICOLO

    Un estratto dell’intervista:

    «Ma quando mi sono trovato di fronte all’autocertificazione dell’Istituto superiore di sanità e ho visto norme che rimandavano ad altre norme mi sono scoraggiato – spiega –. Anche perché senza garanzie questa procedura non mi offre la certezza di partire presto con la produzione. E io non posso permettermi di perdere l’investimento. Servirebbe un organismo terzo che verifica con l’azienda il rispetto delle normative e che acceleri l’iter burocratico». Questi organismi terzi ci sarebbero, fanno certificazione, ispezione e autenticazione. Lo fanno per lavoro, secondo il principio di sussidiarietà che trasferisce il compito dallo Stato ai privati. «Eppure siamo stati esclusi» spiega Fabrizio Capaccioli, managing director di Asacert, e consigliere delegato di Conforma, l’associazione che riunisce queste società: «Ci troviamo tante aziende che ci chiedono una mano per districarsi nella burocrazia. Per sapere se stanno facendo bene, se producono in modo conforme alle norme UNI EN ISO 14683 e UNI EN 10993. È il nostro mestiere e potremmo dare una mano allo Stato per rendere le cose più veloci» Continua

    Martedì 7 aprile alle ore 17.00

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    Il panel moderato dal giornalista Fulvio Giuliani vedrà come relatori: Alfonso Pecorario Scanio, Presidente della Fondazione Univerde ed ex Ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, Fabrizio Capaccioli, Managing Director Asacert e Alessandro De Felice, Presidente ANRA.

    Partecipazione gratuita e aperta a tutti previa iscrizione online.
    La diretta sarà disponibile anche sul canale Youtube di ANRA, QUI.

    Prosegue l’impegno attivo di ASACERT al fianco delle aziende e del tessuto produttivo italiano. Martedì 7 aprile dalle 17.00 nel Webinar “Valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano. Gestione del rischio in tempi di pandemia” organizzato e promosso da ASACERT e ANRA, con il patrocinio della Fondazione Univerde, si parlerà di come l’emergenza Covid-19 sta mettendo a dura prova la filiera agroalimentare del nostro paese, alle prese con problemi produttivi, logistici, di sicurezza, di distribuzione.

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    In questo momento di seria difficoltà per il Made in Italy, l’Italia sta cercando di dare il meglio di sé, continuando con straordinaria resilienza a fornire prodotti e coltivazioni di qualità, varietà e salubrità. La filiera agroalimentare italiana sta dando dimostrazione di grande responsabilità, una ennesima prova per uno dei settori trainanti del nostro PIL.

    Tuttavia, la veloce evoluzione del contesto, anche a livello internazionale, potrebbe rapidamente mutare gli scenari in cui si sta operando. Lo stop imposto al canale Horeca, a livello globale, ha inciso in modo rilevante sull’intero settore, sottraendo di fatto uno sbocco primario ai prodotti agroalimentari italiani, anche rispetto al mercato estero.

    Si inseriscono in questo contesto, non privo di criticità, la carenza di manodopera e le prevedibili difficoltà a livello di logistica e trasporti, oltre alle sciagure portate sui campi dal maltempo.

    Contemporaneamente, stiamo assistendo a bassi tentativi di screditamento su tutti i fronti, a cui per il momento l’agroalimentare italiano sembra tenere testa, ma che in ottica prospettica potrebbero rappresentare difficoltà insormontabili, senza misure politiche concrete adeguate e commisurate.

    Martedì 7 aprile dalle 17.00 si parlerà di questo e molto altro, nel Webinar organizzato e promosso da ASACERT e ANRA, con il patrocinio della Fondazione Univerde, sul tema della “Valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano. Gestione del rischio in tempi di pandemia”.

    Ci si interrogherà su quali sono state e potranno essere le strategie e i piani di continuità da implementare per garantire che il servizio possa essere efficientemente erogato e messo a disposizione dei consumatori. Si affronterà il tema del rischio a cui oggi è esposta l’intera filiera agroalimentare italiana, e in che modo il comparto sta fronteggiando la crisi, in continuità con la tutela dei lavoratori e della qualità delle produzioni.

    ASACERT decide di esserci. Da un lato assicurando la prosecuzione delle proprie consuete attività, nel pieno e rigoroso rispetto delle direttive sanitarie, dall’altro creando occasioni di confronto, aperte a tutti, con autorevoli protagonisti, esponenti delle istituzioni e dell’Italia che produce.” Afferma l’AD di ASACERT “Supereremo questo difficile momento storico, con il desiderio di dimostrare ciò che gli italiani sanno fare. Le istituzioni devono continuare a supportare senza tentennamenti il Made in Italy. Noi, dal canto nostro, metteremo in campo tutte le energie e tutti i mezzi a nostra disposizione per fornire contenuti e spunti di analisi e ispirazione, per costruire insieme un futuro migliore”.