Un intervento statale di matrice Keynesiana, ma in chiave green quello previsto dal superbonus del 110% per il comparto edile. Si sono rispolverate in questi ultimi tempi, per cause di forza maggiore, le teorie dell’economista inglese e dei suoi discepoli della scuola keynesiana, convinti nel dopoguerra della necessità dell’intervento pubblico statale nell’economia con misure di politica di bilancio e monetaria, in particolare nella fase di crisi del ciclo economico. Non stiamo forse affrontando una fase post-bellica?

I brandelli di un’economia dilaniata dalla bomba pandemica, sono del tutto assimilabili ad uno scenario tristemente noto, dove il nemico non era un virus, ma l’altro uomo. Qualcosa è cambiato nel frattempo e l’approccio in materia economica ed in particolare edile, reca in sé un’ambizione morale ed etica oltre che economica: la ricostruzione deve essere verde e rispettosa dell’ambiente. Temi pressanti che hanno permeato di consapevolezza green anche le scelte dei legislatori nazionali.

In linea con questo approccio e con una concretezza mai registrata prima in nessun altro paese europeo, è la strada tracciata per l’edilizia italiana, sempre più sostenibile. Il decreto Rilancio ha introdotto il superbonus al 110%: una detrazione fiscale legata alle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, per importanti interventi di riqualificazione energetica e antisismica, che sarà possibile vedersi ripagati in 5 anni e, in alternativa, il beneficio fiscale potrà essere direttamente ceduto ad altri soggetti, banche comprese.

Si tratta del più massiccio incentivo al mondo per interventi sul patrimonio edilizio privato. Circa 7 miliardi di euro di investimenti volti alla ad una crescita sostenibile, per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2. In altri paesi si sono visti incentivi parziali, sgravi fiscali, bonus per categorie disagiate. Mai si è provveduto ad un finanziamento per intero delle spese per l’edilizia privata (condomini e case), attraverso un meccanismo che arriva a coprire il 110% dei costi con anche la cessione del credito alle banche. Lavori a costo zero, in definitiva.

Per questo le associazioni europee di categoria ritengono che il superbonus al 110% varato in Italia possa essere di esempio anche al resto del continente.

Si auspica da più lati che il processo possa migliorare in Parlamento la semplificazione delle condizioni per il trasferimento del credito alle società di ristrutturazione e l’estensione dei tempi del programma per tener conto del lungo processo decisionale nei condomini e il rinvio della procedura di autorizzazione. 

A livello europeo, le risorse del pacchetto NextGenerationEu, destinate all’Italia potranno dare continuità a questo strumento opportunamente rimodulato. Le associazioni del comparto si augurano che la misura possa, proprio grazie alla posizione favorevole dell’UE, essere estesa anche a lavori di abbattimento e ricostruzione.

Finalmente si vede luce in fondo al tunnel di una Unione che a tutti è sembrata, in un primo approccio, poco solidale, poco efficace, poco unita. Ai paesi più colpiti è sembrato di essere stati vittime di “fuoco amico”, ma l’inizio del riscatto è arrivato con NextGenerationEu, lo straordinario piano di rilancio post pandemico da 750 miliardi di euro proposto dalla Commissione. Bisognerà vedere quale sarà l’esito finale del confronto con i vari Governi, ma il peso specifico dello strumento è sotto gli occhi di tutti.

Insomma, si tratta di una straordinaria occasione per ripensare in chiave sostenibile e con una visione prospettica vera le nostre città per cambiare il paradigma delle costruzioni, ma anche delle ricostruzioni in chiave veramente verde, come ripensare a impianti di riscaldamento-raffrescamento “fossil free”, che usano pompe di calore allacciate a impianti fotovoltaici.

La riqualificazione edilizia si pone come un vero pilastro del green deal italiano, meccanismi economici, sì, ma che sono ispirati e ispiratori allo stesso tempo di un circolo virtuoso che pone le tematiche della qualità e della salubrità del mondo che viviamo al centro delle azioni di un comparto cruciale per il nostro PIL e di cui ASACERT si fa promotrice da vent’anni. Coerentemente con questo approccio, condividiamo la vision di GBC Italia per promuovere un processo di trasformazione del mercato edile italiano, attraverso il sistema di certificazione legato al marchio LEED che stabilisce e attribuisce un valore di mercato per i green building, stimola la competizione tra le imprese sul tema delle performances ambientali degli edifici e incoraggia comportamenti di consumo consapevole anche tra gli utenti finali.” Conclude, Fabrizio Capaccioli AD ASACERT.

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Uno tsunami di denunce contro i datori di lavoro si sono già abbattute sugli imprenditori Italiani. Un’onda anomala, pronta a sommergere gli uffici giudiziari che aggraveranno inevitabilmente i già biblici tempi della giustizia. Dopo la pubblicazione della circolare n. 13 del 3 aprile 2020, con cui l’INAIL dichiarava che le malattie infettive e parassitarie sono da inquadrare nella categoria degli infortuni sul lavoro, includendo quindi i casi di infezione da coronavirus, le principali associazioni datoriali hanno invocato a gran voce una rettifica sulla relazione diretta tra contagio e responsabilità del datore. Una specifica circolare che rendesse la materia meno perniciosa. L’INAIL emana così la circolare n.22 del 20 maggio 2020: la responsabilità del datore di lavoro è ipotizzabile solo in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dai protocolli e nel mancato rispetto delle linee guida governativi e regionali.

Il messaggio che arriva dall’INAIL e Governo è chiaro: l’unica strada da percorrere per mettersi al riparo da guai giudiziari è dimostrare di aver messo in campo tutte le procedure previste dalla legge in tema di tutela dei lavoratori e di terzi. Dimostrarlo non sarà facile, se l’imprenditore non si avvale di sistemi e protocolli, che gli consentono di dotarsi di un’attestazione prodotta da un ente professionale certificato e che garantisca la prova di aver messo in campo tutte le strategie utili alla sicurezza dei propri lavoratori, mettendosi al riparo da contenziosi civili e penali.

D’altro canto, se per alcuni tipi di infortunio è piuttosto semplice dimostrare l’accadimento sul luogo di lavoro o in itinere, quando si parla di virus ci si trova a combattere con un nemico invisibile, difficilmente dimostrabile.

E anche qualora il dipendente fosse in grado di provare di aver contratto il virus in occasione di lavoro, all’INAIL il compito di erogare l’indennizzo. Resta aperta la questione della responsabilità penale del datore di lavoro.

Il punto sensibile sta nella precisazione della circolare n. 22 in cui si specifica che, in ogni caso, il riconoscimento del diritto alle prestazioni da parte dell’Istituto (in favore dell’infortunato) può assumere rilievo per sostenere l’accusa in sede penale contro il datore, solo nell’ipotesi in cui sia dimostrata una effettiva responsabilità di quest’ultimo. In questo caso l’INAIL avrebbe titolo per pretendere il rimborso di quanto erogato al lavoratore infortunato.

Altro motivo di allarmante preoccupazione per chi in questo periodo si trova a dover gestire una ripresa aziendale a seguito di un’emergenza globale senza precedenti, il dipendente potrebbe agire per ottenere un ulteriore risarcimento del danno (da sommare all’indennizzo INAIL) nei confronti del proprio datore di lavoro.

Dimostrare di avere attuato quanto possibile per scongiurare l’infortunio resta l’unica arma di difesa per datori e imprenditori. Una recente sentenza della Suprema Corte (n. 3282/2020) ha affermato che il datore di lavoro non risponde per responsabilità oggettiva ma solo per “difetto di diligenza nella predisposizione delle misure idonee a prevenire ragioni di danno per il lavoratore”.

La circolare n. 22 precisa inoltre che l’imprenditore non è tenuto ad assicurare “il rischio zero”, pertanto il difetto di diligenza del datore di lavoro deve ritenersi senz’altro esclusa quando egli abbia concretamente adempiuto alle misure di prevenzione, protezione individuale, formazione ed informazione del personale, assicurando una sorveglianza sanitaria speciale nei confronti dei lavoratori di età a rischio o con patologie sensibili, ecc. poste con i noti Protocolli condivisi in tema di sicurezza Covid-19.

Le denunce di contagio sul lavoro, che tra fine febbraio e il 15 maggio sono state per la precisione 43.399, rappresentano quindi ancora una minaccia per tutti quei datori che non abbiano ancora provveduto a seguire le indicazioni delle autorità italiane.

È necessario, per chi non lo avesse già fatto, dotarsi di strumenti attuativi e programmatici delle proprie attività lavorative, come sistemi e protocolli professionalmente garantiti da professionisti del settore, che consentano di attestare che l’imprenditore ha messo in campo tutte le strategie di tutela in favore dei propri lavoratori e di terzi.

Non c’è tempo da perdere, troppo è stato già lasciato nel percorso di liberazione dal patogeno, molto c’è ancora da fare. Per quanto possibile, dobbiamo armarci contro l’ignoto. È il momento di aggiustare, ancora una volta, le vele per riprendere a navigare col vento in favore, ora e adesso.

Fabrizio Capaccioli
AD ASACERT

ASACERT, organismo accreditato di Ispezione, Certificazione, Valutazione e Formazione, attivo a livello internazionale, da oltre vent’anni è al fianco delle aziende per supportarle in tutte quelle attività di controllo, verifica e stima che richiedono un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

 

Per supportare le aziende nel riavvio, o nella prosecuzione, delle proprie attività, ASACERT ha messo a punto “Covid Protection”. Si tratta di una linea di servizi dedicati, utili ed efficaci, grazie ai quali i datori di lavoro possono dimostrare la corretta adozione e implementazione delle misure preventive indicate dalle autorità italiane, come nel caso dell’Attestazione Covid Protection, e avere un chiaro quadro del livello di rischio di contagio all’interno del proprio personale, come nel caso dell’attività di Monitoraggio medico, svolta in collaborazione con il dipartimento di Microbiologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano.

Completano il pacchetto anti-covid anche: il servizio di Sanificazione a tariffe convenzionate con partner selezionati, la certificazione dei sistemi di Business Continuity a fronte della norma ISO 22301, per la continuità operativa che garantisce la prosecuzione delle attività delle organizzazioni anche in situazioni di emergenza; il servizio di Inspection & Expediting per la verifica di sistemi di logistica e spedizione, altro comparto che in questo periodo ha subito ritardi, rallentamenti e disservizi, sia per i clienti che per i fornitori e che, grazie a questo specifico strumento, beneficerebbe di sistemi strutturati controllati ed efficaci; infine, un’ampia offerta formativa declinata a seconda dei bisogni formativi dei fruitori, cucita sulle necessità delle organizzazioni o dei singoli richiedenti ed erogata completamente online attraverso webinar e digital classes.

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Lesioni personali gravi o gravissime ai sensi dell’art. 590 c.p., o omicidio colposo ai sensi dell’art. 589 c.p., qualora al contagio sia seguita la morte. Queste le ipotesi di reato di cui potrà rispondere il datore di lavoro laddove si accerti l’inosservanza delle misure antinfortunistiche in favore del lavoratore.

L’articolo 42 comma 2 del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 (“Cura Italia”) ha previsto la copertura Inail per gli assicurati che contraggono un’infezione da coronavirus in occasione di lavoro. Ciò lascia intendere un’applicabilità della tutela assicurativa anche ai contagi in itinere e da estendersi anche ai casi di lavoro a distanza.

L’Inail, ha precisato nella circolare n. 13 del 3 aprile 2020 che le malattie infettive e parassitarie sono da inquadrare nella categoria degli infortuni sul lavoro, tra cui evidentemente anche casi di infezione da coronavirus.

Sebbene l’Inail abbia specificato nella circolare n. 13/2020 che la copertura assicurativa è riconosciuta al lavoratore a condizione che la malattia sia stata contratta durante l’attività lavorativa e che l’onere della prova è a carico dell’assicurato, l’ondata pandemica da Covid-19 comporta la modifica della nozione giuridica del concetto di sicurezza sul luogo di lavoro.

La malattia da Covid-19 si qualifica come un rischio che incombe potenzialmente sulla pressoché totalità dei lavoratori.

L’imprenditore – o comunque il datore di lavoro – è tenuto a rispettare le prescrizioni in materia di sicurezza, poiché nel caso occorra un contagio, risulterà difficile per il pubblico ministero ipotizzare a suo carico qualsiasi responsabilità di natura penale, in mancanza di colpa consistente nella violazione di una norma cautelare.

Vale la pena ricordare le norme cautelari, la cui osservanza da parte dell’imprenditore/datore di lavoro può evitargli conseguenze di natura penale. Si tratta di obblighi che, tuttavia, possono essere delegati dal datore di lavoro e, in particolare: la nomina di un medico competente per la sorveglianza sanitaria in azienda e la gestione delle emergenze; la programmazione delle misure di prevenzione; la valutazione dei rischi derivanti dall’esposizione agli agenti biologici presenti nell’ambiente; informare i lavoratori circa il pericolo esistente, le misure predisposte e i comportamenti da adottare; richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione; prevedere le condotte da attuare in caso di pericolo immediato; richiedere al medico competente l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico e fornire i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale.

È fondamentale ricordare che per ogni organizzazione corre l’obbligo di tutela anche nei riguardi di terzi, nell’area di pertinenza dell’azienda.

Il dato che emerge è quello per cui il datore di lavoro è titolare della posizione di garanzia rispetto al rischio che i suoi stessi dipendenti o terzi contraggano in ambiente lavorativo il Covid-19 e, salvo provare che la condotta del danneggiato fosse assolutamente inadeguata, l’unico modo per smontare l’ipotesi accusatoria sarà quello di provare di aver adottato tutte le cautele previste dalla normativa.

UPDATE: Il contagio da COVID-19, avvenuto sul posto di lavoro e in occasione dello svolgimento di attività lavorativa, è stato equiparato all’infortunio sul lavoro dall’art. 42 del D.L. n. 18/2020, con la conseguenza che il lavoratore che abbia contratto la malattia in occasione di lavoro può beneficiare della copertura assicurativa INAIL che, inoltre, afferma: “…la responsabilità del datore di lavoro è ipotizzabile in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche, che nel caso dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 si possono rinvenire nei protocolli e nelle linee guida governativi e regionali di cui all’articolo 1, comma 14 del decreto legge 16 maggio 2020…

È necessario, per chi non avesse già provveduto, dotarsi di strumenti attuativi e programmatici delle proprie attività lavorative, come sistemi e protocolli professionalmente garantiti da professionisti del settore, che consentano di attestare che l’imprenditore ha messo in campo tutte le strategie di tutela in favore dei propri lavoratori e di terzi.

ASACERT, organismo accreditato di Ispezione, Certificazione, Valutazione e Formazione, attivo a livello internazionale, da oltre vent’anni è al fianco delle aziende per supportarle in tutte quelle attività di controllo, verifica e stima che richiedono un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

Per supportare le aziende nel riavvio, o nella prosecuzione, delle proprie attività, ASACERT ha messo a punto “Covid Protection”. Si tratta di una linea di servizi dedicati, utili ed efficaci, grazie ai quali i datori di lavoro possono dimostrare la corretta adozione e implementazione delle misure preventive indicate dalle autorità italiane, come nel caso dell’Attestazione Covid Protection, e avere un chiaro quadro del livello di rischio di contagio all’interno del proprio personale, come nel caso dell’attività di Monitoraggio medico, svolta in collaborazione con il dipartimento di Microbiologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano.

Completano il pacchetto anti-covid anche: il servizio di Sanificazione a tariffe convenzionate con partner selezionati, la certificazione dei sistemi di Business Continuity a fronte della norma ISO 22301, per la continuità operativa che garantisce la prosecuzione delle attività delle organizzazioni anche in situazioni di emergenza; il servizio di Inspection & Expediting per la verifica di sistemi di logistica e spedizione, altro comparto che in questo periodo ha subito ritardi, rallentamenti e disservizi, sia per i clienti che per i fornitori e che, grazie a questo specifico strumento, beneficerebbe di sistemi strutturati controllati ed efficaci; infine, un’ampia offerta formativa declinata a seconda dei bisogni formativi dei fruitori, cucita sulle necessità delle organizzazioni o dei singoli richiedenti ed erogata completamente online attraverso webinar e digital classes.

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Ripartenza green. L’edilizia gioverà del decreto Maggio (saltato quello di Aprile), un maxi incentivo per una maxi crisi di tutta la filiera del comparto edile: ecobonus e sismabonus del 110%. Interventi shock per far ripartire un settore che, di suo, era già risucchiato da anni nel baratro degli infiniti adempimenti burocratici e delle regole che tutt’ora paiono sensate solo ai professionisti della “cosa pubblica”.

Lo aveva anticipato in esclusiva già il 30 aprile il Sottosegretario Margiotta, durante un incontro in streaming organizzato dal Club Rotary Milano Porta Venezia sul “Modello Genova”, come nuovo auspicabile paradigma per la ripartenza dell’edilizia post-Covid19 (che purtroppo, a quanto appreso, dovrà restare un’opera alla Paganini: non ripetibile). Margiotta anticipò che ci sarebbero state grandi novità per l’edilizia, un settore che rappresenta(va) l’8% del Pil del nostro paese.

Intanto, durante il lockdown, lo scenario internazionale diversamente da quanto ritenuto in Italia, ha visto una prosecuzione delle fondamentali attività cantieristiche. Le misure anti-contagio messe in campo dai governi non hanno interrotto del tutto il comparto edile, garantendo servizi essenziali manutentivi e strategici. In Italia, la gestione della pandemia dal punto di vista economico ha preso un’altra strada, lo sappiamo, ma fin qui cronaca di ciò che appartiene alla pagina “ieri”. Analizziamo il “domani” dell’edilizia, con i provvedimenti messi in campo per il rilancio del settore.

Un maxi incentivo, contenuto in un pacchetto di interventi “sulla casa” che si presenta come un’onda d’urto da 7 miliardi fino al 2023 (con coperture già in campo). Per risvegliare il settore dal coma, ci vorrà una terapia riabilitativa fatta di liquidità, sì ma anche di deregulation: poche regole, tempi per le pratiche ridotti ai minimi termini, che oggi rappresentano ancora il 54% dei tempi legati alla realizzazione di opere edili.

L’ecobonus per efficientamento energetico e sismabonus per mettere in sicurezza gli immobili, passano dal 50-65% e 75-80% al 110 per cento. È possibile farne richiesta dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 e la detrazione si potrà recuperare in 5 rate annuali di pari importo. Ci sono però altre due opzioni: la cessione del credito o lo sconto in fattura. Ed è proprio qui, oltre che nell’aumento dell’aliquota e nell’inclusione dei “lavori minori”, che risiede la principale novità del decreto (la legge di Bilancio 2020 limitava la possibilità dei contribuenti di usufruire di uno sconto in fattura solo agli “interventi di ristrutturazione importante di primo livello” eseguiti sulle parti comuni dei condomini per una cifra complessiva pari o superiore a 200mila euro).

La misura si potrà applicare a tutti gli interventi di riqualificazione energetica, all’installazione di pannelli solari o fotovoltaici, al rifacimento delle facciate (sulle quali al momento c’è un bonus al 90%), alla sostituzione delle finestre. Unica condizione: nei lavori deve essere compresa la realizzazione di almeno uno di questi tre interventi: cappotto termico dell’edificio, caldaia a condensazione o caldaia a pompe di calore.

La novità è che il superbonus può anche essere ceduto a terzi. Famiglie e/o condomini potrebbero cedere il credito d’imposta maturato a banche, assicurazioni o ad altre imprese che svolgono lavori. Pertanto, una famiglia deciderà se detrarre negli anni successivi un importo superiore alla spesa o se cederlo all’impresa che ha incaricato di eseguire i lavori, con uno sconto in fattura del 100%. Insomma, opere a costo zero!

“Incentivi che si profilano in linea con l’auspicato nuovo cammino dell’economia del comparto, si chiede di armonizzare procedure semplificatorie, misure per l’agevolazione della liquidità e sviluppo sostenibile. Un intervento in favore delle tasche delle famiglie e non solo di chi già ha. Avvicinarsi con consapevolezza e modelli attuativi concreti al Green Deal, anche edile, è un’urgenza che deve occupare il primo posto della nuova piramide delle priorità del dopo pandemia.Così Fabrizio Capaccioli MD ASACERT e Consigliere Delegato per il settore costruzioni Conforma. “Non basta più sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’impatto che le modalità di progettazione e costruzione secondo principi dell’ecosostenibilità hanno sulla qualità della vita dei cittadini, è il momento di essere concreti abbracciare con consapevolezza la sfida epocale che il pianeta e la salute pubblica ci impongono, perché davvero i materiali utilizzati oggi siano le risorse di domani, per la tutela del benessere di oggi e prevenire il rischio di altri disastri domani.”

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Essenziale e Funzionale sono le nuove caratteristiche del project living del futuro e linee guida urbanistiche delle città che ci ospitano, funzionalità in movimento, case in metamorfosi fatte di pareti mobili in grado di creare ambienti dinamici in base alle esigenze. Si è parlato di questo e molto altro nell’incontro di ieri 7 Maggio, rigorosamente in versione digital, che ha fatto registrare un enorme successo di pubblico sulla pagina Facebook del Club Rotary Milano Porta Venezia.

Il percorso verso l’innovazione è stato favorito da questo periodo di clausura forzata. Un cambiamento enorme, attuato nell’arco temporale di tre mesi. Una fase in cui fermi nelle nostre case, abbiamo fatto viaggiare le idee e Milano è senz’altro il luogo più colpito e dove, al contempo, le idee sono sempre state ipercinetiche. La sua caratteristica di “metropoli tascabile”, ha reso possibile la sua rinascita più volte, nel corso della storia, anche recente, del nostro paese. Il concorso di pubblico e privato e la lungimiranza delle amministrazioni, anche di diverso colore, hanno agito in una illuminata continuità con quanto di buono era stato intrapreso dai predecessori. Ci si aspetta che accada anche oggi, a pochi giorni dall’inizio della fase 2. Un segnale in questa direzione si legge nella creazione di nuove piste ciclabili per far fronte alle esigenze di distanziamento sociale ed evitare l’affollamento nei mezzi pubblici. La bella stagione a cui ci avviamo, favorirà la possibilità di differenziare la mobilità, abbracciando con maggior decisione i criteri green, nel nuovo approccio che non può prescindere dalla elaborazione di una visione di una città in armonia con i cittadini che ne abitano gli spazi. Una mobilità dolce, incluso l’incentivo all’utilizzo di quella elettrica, unitamente alla qualità delle connessioni, creerà la nuova via.

Il Caporedattore di RTL 102.5 Fulvio Giuliani ha moderato con il consueto garbo e acume gli autorevoli ospiti della serata: Massimiliano e Doriana Fuksas dell’omonimo studio di architettura, Pierfrancesco Maran Assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano, Marco Mari Vice Presidente nazionale del Green Building Council Italia e Fabrizio Capaccioli AD ASACERT, Consigliere Delegato alle costruzioni per Conforma e Presidente del Rotary Club Milano Porta Venezia.

L’attenzione alla qualità della vita e al concetto di comfort saranno le nuove linee guida anche dell’abitare la casa e non solo la città. La comfort zone di ciascuno deve prevedere il concetto di connessioni di qualità, di salubrità dell’aria che si respira (la terza causa di morte nel mondo è rappresentata da malattie respiratorie), sostenibilità delle risorse a cui si attinge per far parte dell’ecosistema senza deturparlo.

Ognuno di noi rappresenta un piccolo universo inserito in uno più grande, ogni singolo elemento deve poter dare il proprio contributo ed usufruire di una qualità della vita più vera e umana, in cui anche le esigenze abitative variano col passare del tempo. Le famiglie evolvono, i figli crescono e la configurazione delle abitazioni deve potersi trasformare e “crescere”, plasmandosi in modo duttile intorno alle esigenze di chi la abita. Il concetto della casa-museo deve lasciare spazio all’idea della casa funzionale e sostenibile. In questo processo anche la filiera dell’edilizia si sta adeguando, incamminandosi verso un percorso sempre più deciso verso protocolli che attribuiscono un rating a tanti aspetti inerenti la qualità e la sostenibilità degli edifici nel loro complesso, come i protocolli GBC e la certificazione LEED®.

In questo senso dovrebbe essere rivolto l’indirizzo del legislatore, con incentivi veri, tangibili, mettendo da parte le finte misure di credito, intese come detrazioni fiscali parziali, di cui può veramente trarne beneficio una piccola parte della popolazione. Il “Decreto Maggio” (che si aspettava già ad aprile), è atteso come un’occasione, in cui anche il concetto dell’abitare giocherà un ruolo importante, nella speranza che le aspettative non vengano deluse.

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In collaborazione con la prestigiosa Cattedra di Microbiologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano, ASACERT attiva il servizio di Monitoraggio medico che, parallelamente all’attestazione Covid Protection, completa il folto pacchetto di servizi anti-covid offerti da ASACERT. 

Si tratta di uno strumento che fornisce un focus sulla salute del personale aziendale: uno screening epidemiologico articolato in due test sierologici (IgM-IgG) con risposta immediata, un protocollo serio che prevede esami ripetuti con cadenza mensile per almeno tre mesi. L’obiettivo è individuare soggetti asintomatici o paucisintomatici che potrebbero costituire fonte di contagio involontaria nell’ambiente lavorativo (IgM positivi) e individuare quei soggetti che (positivi ad IgG) hanno avuto contatto con il virus ma che, secondo le conoscenze attuali, non sono infettivi.

L’indagine su base mensile ravvisa la sua motivazione, come specificato dai responsabili della Cattedra di Microbiologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano, nel fatto che il risultato di questi test – se positivo – rappresenta una sorta di semaforo verde per le organizzazioni che stanno riavviando o proseguendo le proprie attività, ma, come tutti i semafori, ha durata breve: l’eventuale “immunità” è al momento solo temporanea, nella speranza che un efficace vaccino debelli il virus. Ad oggi, pertanto, è necessario ripetere i test ogni 30 giorni. Da qui la necessità di un vero e proprio “monitoraggio”, effettuato per un arco di tempo iniziale di 3 mesi, estendibile su richiesta. ASACERT si impegna a garantire che tutte le operazioni relative allo screening vengano effettuate garantendo al datore di lavoro e al lavoratore stesso la più scrupolosa tutela della privacy, qualsiasi sia l’esito dei test.

Grazie al monitoraggio medico, così efficacemente strutturato, il datore di lavoro è costantemente consapevole del livello di rischio di contagio all’interno della propria organizzazione, scongiurando potenziali danni economici, organizzativi e legali.

L’art. 42, co. 2, del d.l. Cura Italia (d.l. n. 18/2020), ha infatti equiparato l’infezione da coronavirus, contratta in occasione di lavoro, ad infortunio sul lavoro per causa virulenta, prevedendo l’accesso dell’infortunato alla tutela INAIL, ai sensi delle vigenti disposizioni. Una produzione normativa e regolamentare, che lascia presagire l’emersione di possibili futuri contenziosi volti a far valere rivendicazioni nei confronti delle aziende.

Con Covid Protection e il Monitoraggio medico, ASACERT si conferma, ancora una volta, un partner innovativo, efficace e affidabile per le organizzazioni che vogliono dimostrare ai propri dipendenti, fornitori e stakeholders, l’aderenza a indicazioni, normative e regolamenti vigenti, affidandosi a organismi accreditati e con elevata expertise tecnica.

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Giovedì 7 maggio alle ore 20.30

IN DIRETTA SULLA PAGINA FACEBOOK DEL ROTARY CLUB MILANO PORTA VENEZIA

Caminetto rotariano: “Nuovi modi di concepire gli spazi dell’abitare e la vita in città”

Con:

  • Massimiliano e Doriana Fuksas, Architetti italiani fondatori dello Studio Fuksas
  • Pierfrancesco Maran, Assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano
  • Marco Mari, Vice Presidente nazionale del Green Building Council
  • Fabrizio Capaccioli, Managing Director di ASACERT e Presidente del Rotary Club Milano Porta Venezia

Modera: Fulvio Giuliani, Giornalista e conduttore radiofonico, Caporedattore RTL 102.5

Nuovi modi di concepire gli spazi dell’abitare e la vita in città

Il 7 maggio alle 20:30, l’appuntamento con il futuro del nostro Paese, nel convivio del Caminetto rotariano in versione FB, organizzato dal Club Rotary Milano Porta Venezia.

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Il nuovo trend dell’immobiliare parte dal residenziale, un approccio innovativo che considera la casa nella sua migrazione funzionale da bene a servizio. È dedicato al microliving l’innovativo business model che nasce nel mercato immobiliare, il caminetto rotariano del prossimo 7 Maggio, rigorosamente in versione digital in diretta alle 20:30 dalla pagina Facebook del Club Rotary Milano Porta Venezia.

Essenziale e Funzionale sono le nuove caratteristiche del project living del futuro: meno metri quadrati ma dotati di ogni comfort e progettati nei minimi dettagli.

Si parlerà delle tendenze abitative nelle grandi città, in cui il micro living rappresenta un settore in forte ascesa e destinato a diventare una delle asset class più richieste. Appartamenti smart e di piccole dimensioni, small unit con altissimi standard. Il micro living si delinea come un indirizzo d’acquisto consapevole, una precisa esigenza, non più dunque un’opzione per chi non ha altra scelta.

A Milano la tipologia più richiesta è il bilocale, che raccoglie il 44,9% delle preferenze contro una media delle grandi città del 23,5%. L’ Istat riporta che un terzo delle famiglie è composto da una sola persona, alla ricerca di spazi contenuti, ma centrali. Oasi urbane in grado di armonizzare funzionalità, design e comfort.

La serata sarà moderata dal Caporedattore di RTL 102.5 Fulvio Giuliani e vedrà come ospiti: Massimiliano e Doriana Fuksas dell’omonimo studio di architettura, tra i più rinomati al mondo; Pierfrancesco Maran Assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano; Marco Mari Vice Presidente nazionale del Green Building Council Italia; Fabrizio Capaccioli AD ASACERT, Consigliere Delegato alle costruzioni per Conforma e Presidente del Club Milano Porta Venezia.

Un nuovo paradigma dell’architettura, che si compone di risparmio energetico, comfort, sicurezza, sostenibilità. Semplificare l’approccio alla quotidianità grazie alla domotica, funzionalità in movimento, case in metamorfosi fatte di pareti mobili in grado di creare ambienti dinamici in base alle esigenze: minino spazio-massimo comfort. Minimalismo e ottimizzazione degli spazi interni, prevedendo la riduzione delle dimensioni e contestualmente la massimizzazione della qualità. La casa non è più questione di spazio, ma è da considerare anche in una sua multidimensionalità temporale, nella quale gli stessi metri quadri si trasformano in stanze completamente diverse a seconda dell’ora del giorno.

Un’antropo-edilizia, secondo la quale l’individuo trova un vero equilibrio solo sulla base delle interrelazioni funzionali tra le parti con cui interagisce e con l’ambiente in cui svolge le sue attività di vita.

Se ne parlerà Giovedì 7 Maggio a partire dalle 20:30 sulla pagina Facebook del Club Rotary Milano Porta Venezia.

Giovedì 7 maggio alle ore 20.30

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Caminetto rotariano: “Nuovi modi di concepire gli spazi dell’abitare e la vita in città”

Il “Modello Genova” non è un  miracolo, ma un monumento allo spirito collaborativo, alla competenza e alla volontà di fare. Eppure nel nostro Paese, ad oggi, questo approccio deve essere considerato straordinario a fronte di un management delle procedure edili, affetto da una patologia cronica del settore che rappresenta(va) l’8% del PIL italiano.

Di questo si è parlato ieri sera nell’incontro organizzato dal Rotary Club Milano Porta Venezia nella sua versione digital a tema: “Dallo Sblocca Cantieri al Modello Genova la giusta strategia per far ripartire l’Italia”. Importante successo di pubblico a conferma del fatto che l’autorevolezza degli interlocutori unitamente a temi non banali e di interesse strategico nazionale, dovrebbero sempre tracciare la strada maestra per amministratori pubblici e Italia che produce. La sensibilizzazione è la nuova via maestra della consapevolezza e della corretta percezione del rischio a cui non solo l’Italia, ma la comunità mondiale va in contro, programmare interventi per risposte efficaci e tempestive, solo passando per una propedeutica consapevolezza socialmente diffusa e condivisa da chi ha il compito di predisporre misure concrete in favore del sistema produttivo.

Ospiti dell’incontro, moderati da Monica Giandotti, giornalista e conduttrice televisiva Rai 3: il Sen. Salvatore Margiotta, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Silvestro Ferrara, Group Head of Insurance SALINI IMPREGILO, Alessandro De Felice, Chief Risk Officer presso Prysmian Group e Presidente ANRA, Fabrizio Capaccioli, Presidente Rotary Club Milano Porta Venezia e Managing Director ASACERT e Nicola Meistro, Amministratore Delegato PERGENOVA S.C.p.A e Direttore Generale COCIV.

Il Sottosegretario Margiotta ha annunciato che l’11 Maggio il Governo presenterà un piano per rimettere in moto il settore edile, un “Decreto Semplificazione” che davvero tutti auspicavano. Allo stesso tempo ha chiarito che le deroghe procedurali alle normative vigenti in tema di edilizia, non possono essere la normalità. Nonostante si sia stimato che il 54% dei tempi legati alla realizzazione di opere edili sia legato a procedure burocratiche, non è immaginabile, lavorare costantemente in deroga alle leggi, ha sottolineato il rappresentante del Governo, manifestando la consapevolezza che il Codice Appalti ha delle indubbie criticità, ma allo stesso tempo che non possa essere cancellato.

Eppure, in una condizione emergenziale senza precedenti come quella che ci troviamo nostro malgrado ad affrontare in questi nefasti mesi, ci si aspettava una replicazione tout court del Modello Genova, senza se e senza ma. Un momento di emergenza, deve prevedere misure straordinarie, per non risultare inadeguato alla straordinarietà della crisi. “Il Codice appalti va rivisto in modo sostanziale” esorta Capaccioli – MD ASACERT “…sono stati ridotti gli articoli, certo, ma ne è stata raddoppiata la lunghezza e questo non è esattamente rispondente al concetto di semplificazione di cui il comparto edile avrebbe bisogno”. 

L’Italia ha bisogno di ripartire in sicurezza, a cominciare da un piano straordinario di manutenzione delle opere edili pubbliche. Il cemento armato non ha una durata infinita. È necessario uno screening serio sul loro stato di salute e mettere in atto piani procedurali efficaci per la messa in sicurezza. Si deve poter trovare una via di mezzo tra la deroga alla normativa vigente e lo standard attuale che richiede mediamente 15-20 anni per la realizzazione di un progetto edile.

Emerge una consapevolezza unanime: il virus che uccide le imprese italiane si chiama burocrazia. È vitale lavorare seriamente ad un vaccino da sviluppare in un laboratorio chiamato Parlamento, grazie a virologi e immunologi chiamati amministratori pubblici, imprese capaci ed enti di controllo terzi e affidabili.

ASACERT mette a disposizione delle organizzazioni misure straordinarie in termini di tutela della salute e di igiene dei luoghi di lavoro, al fine di garantire il proseguimento e, nella maggior parte dei casi, la ripresa delle attività produttive in piena sicurezza.

Tante le aziende che hanno affrontato il tragico momento della chiusura delle attività produttive. Dopo un interminabile Lockdown, l’unica necessità è la ripartenza in volata. 

Nulla potrà restituire mesi di fatturato andato letteralmente in fumo. Troppo poche le organizzazioni che sono riuscite a rispondere in continuità con il proprio business e troppe le realtà che sono state costrette ad interrompere la propria routine produttiva. Nessuna azienda era preparata, neppure le imprese più attente ai piani di Business Continuity. Al primo vero test di resilienza produttiva su scala nazionale, l’Italia non ha retto. Eppure, la capacità di un’organizzazione di continuare ad operare durante un’interruzione non è mai stata così importante come in queste ultime settimane.

È arrivato il momento di affrontare le riaperture e garantire la continuità delle attività, dopo un primo periodo di rodaggio produttivo e di garantire la salubre convivenza all’interno di stabilimenti e uffici.  

ASACERT decide di esserci, garantendo da un lato la prosecuzione delle proprie consuete attività, nel pieno e rigoroso rispetto delle direttive sanitarie, dall’altro mettendo a punto un vero e proprio piano anti-covid, ovvero una serie di strumenti per essere ancora più utili e vicini alle organizzazioni di tutte le dimensioni e in ogni luogo d’Italia, accompagnandole verso la riapertura, seguiremo tutte le fasi propedeutiche al riavvio delle attività e l’ancor più delicato e strategico piano di prosecuzione delle operatività, negli uffici, così come negli stabilimenti produttivi.

L'attestazione

Si chiama Covid Protection ed è un nuovo servizio integrato, contraddistinto da un approccio multitasking grazie a procedure e strumenti studiati ad hoc dai tecnici esperti ASACERT.

Sulla base del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro” ASACERT ha predisposto un proprio “Regolamento di Attestazione del Protocollo Salute e Sicurezza sul Lavoro – Covid Protection”. 14 punti che, una volta verificati con esito positivo, permettono la prosecuzione delle attività aziendali in condizioni che assicurano ai lavoratori adeguati livelli di protezione, senza depotenziarne il valore produttivo.

L’obiettivo è fornire una procedura concreta con indicazioni operative finalizzate al recepimento delle indicazioni del “protocollo condiviso”, attestandone il rispetto in linea con le prescrizioni del legislatore centrale e regionale e le indicazioni delle Autorità sanitarie. 

Al termine dell’attività di verifica ASACERT rilascia un apposito report contenente un riassunto delle attività effettuate e dei risultati emersi. In caso di esito positivo verrà emesso un attestato di rispetto del Regolamento Covid Protection.

Il monitoraggio medico

Oltre alla verifica delle misure preventive, ASACERT mette a disposizione delle aziende che intendono raggiungere un ulteriore livello di sicurezza, anche il servizio di Monitoraggio Medico, per stabilire un quadro clinico del personale aziendale relativamente al contagio del virus, e monitorarne l’andamento nel corso dei mesi a seguire.

Si tratta di un’attività sanitaria effettuata all’interno delle organizzazioni, che ASACERT eroga grazie alle eccellenze scientifiche dei partner selezionati in campo medico, come università, ospedali e laboratori di analisi. Un sistema di screening epidemiologico sui dipendenti delle organizzazioni articolato in due fasi, su una distribuzione temporale di 3 mesi, con controlli sierologici IGM-IgG. Dati cruciali se si vuole ripartire e proseguire le attività con una sorta di green card temporanea del lavoratore: un semaforo verde che consente all’azienda di mettersi al riparo anche da eventuali possibili danni economici ed organizzativi.

Tale iter procedurale, si rende tanto più opportuno alla luce del fatto che l’art. 42, co. 2, del d.l. Cura Italia (d.l. n. 18/2020), ha equiparato l’infezione da coronavirus, contratta in occasione di lavoro, ad infortunio sul lavoro per causa virulenta, prevedendo l’accesso dell’infortunato alla tutela INAIL, ai sensi delle vigenti disposizioni. Una produzione normativa e regolamentare, che lascia anche presagire l’emersione di possibili futuri contenziosi volti a far valere rivendicazioni nei confronti delle aziende.

È necessario riconoscere i rischi, anche quelli di  natura biologica e costruire un nuovo management della crisi. La differenza la faranno le organizzazioni in grado di dotarsi di strumenti che, come Covid Protection, sono capaci di agire in modo tempestivo, per essere reattivi e immediati nell’individuazione strategica dei livelli di rischio e delle attività da intraprendere per prevenirli e fronteggiarli. Bisogna essere capaci di derogare alla consuetudine, per dare spazio a mirati piani operativi, intercettando rapidamente i fattori sentinella.

Non è da sottovalutare anche la capacità di fronteggiare emotivamente una situazione di stress prolungato. “Il management delle emergenze passa anche per un’attitudine dei  quadri aziendali di operare sotto stress, unitamente al fattore tecnico, seppur necessario. Sicurezza garantita, prontezza operativa, efficacia d’azione, controllo emotivo, equilibrio tra esigenze operative e compliance, detection di comportamenti non ammessi. Il bilanciamento di questi elementi decreterà il successo delle organizzazioni.” Così, Fabrizio Capaccioli – MD ASACERT. “La qualità della comunicazione riveste un ruolo sostanziale: far sapere ai  propri collaboratori che l’azienda si è dotata di procedure solide ed efficaci per far fronte alle emergenze di ogni grado e di ogni natura, sarà fondamentale per prendersi cura del clima aziendale, la sola informazione non basta, occorre sentirsi parte attiva del processo di protezione aziendale, per stimolare il senso di appartenenza, lo spirito di squadra. La miglior difesa è l’attacco,  strategicamente studiato, grazie a partner tecnicamente preparati ed affidabili.”

Fabrizio Capaccioli
Amministratore Delegato di ASACERT

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    Si conferma il successo delle iniziative promosse congiuntamente da ASACERT e ANRA con attività di webinar che coinvolgono prestigiosi esponenti della realtà produttiva del nostro Paese. “Il settore construction: due scenari, un unico futuro” ha raggiunto un’ampissima platea di addetti ai lavori. Fabrizio Capaccioli – Managing Director Asacert, Alessandro De Felice – Presidente ANRA, Nicola Mancino – CEO AGCS Italia, Alberto Barani – Head of Allianz Risk Consultants Italy e Silvestro Ferrara, Group Head of Insurance di Salini Impregilo hanno continuato a rispondere alle domande dei partecipanti anche successivamente nella Virtual Meeting Room.

    Alla vigilia del nuovo allentamento delle maglie del Lockdown previsto per il 4 Maggio, il comparto edile riparte nel suo complesso.

    Nel frattempo è accaduto troppo o troppo poco. Si è parlato dello shock affrontato dai cantieri costretti a chiudere i cancelli, le difficoltà e i rischi di incidenti, dovuti ad atti vandalici, furti ed eventi dolosi. Nel frattempo lavoratori a casa, necessità di fronteggiare esigenze economiche per le famiglie, anche vitali. 

    Per i pochi rimasti attivi si è trattato di far fronte alle consuete attività cantieristiche, tutelando la salute e la sicurezza degli ambienti di lavoro. Obblighi sacrosanti, ma comunque ulteriori oneri a carico dei datori di lavoro, che si sono fatti carico di garantire la prosecuzione degli impegni lavorativi su basi più instabili, poiché il rischio di un positivo in cantiere è sempre stato ed è tuttora dietro l’angolo. Questa  infausta evenienza causerebbe la chiusura dei cancelli e la messa in quarantena dei dipendenti.

    Il webinar ha affrontato con sguardo prospettico il futuro delle imprese edili e le iniziative messe in campo per la tutela dei lavoratori da una parte, del lavoro dall’altra e della scomoda posizione di chi ha la responsabilità di presiedere ad entrambi gli aspetti. 

    Il datore di lavoro ha nuovi strumenti a cui può attingere per fare in modo che gli oneri derivanti dagli obblighi imposti dalle leggi statali e regionali in materia di tutela dei lavoratori, siano un peso sostenibile e non un freno paralizzante per un comparto che è entrato nell’emergenza Covid-19 in condizioni da paziente in area critica.

    Si tratta di un protocollo articolato di interventi messi a disposizione da ASACERT per affiancare le aziende in questa fase di ripartenza e proseguire nel cammino di sicurezza monitorando e gestendo la quotidianità delle imprese con strategie efficaci. 

    Covid Protection è un nuovo servizio di verifica effettuato dai tecnici esperti ASACERT, con cui si controlla e monitora il rispetto e la corretta applicazione delle misure di contenimento del contagio all’interno delle aziende, in linea con le indicazioni delle Autorità sanitarie italiane e internazionali.

    Per maggiori informazioni: https://bit.ly/2YcM5fI