Il 13 giugno l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea. Il motivo di tale condanna è l’inadempienza nel recepimento della Direttiva europea 2002/91/CE, la quale detta regole sul rendimento energetico e l’obbligo della certificazione (con classe da A a G).

Nonostante ciò, la realtà è sempre la stessa. Legambiente infatti, grazie all’indagine “Tutti in classe A”, ha potuto dimostrare che ci sono regole inadeguate in molte Regioni, con controlli sulle certificazioni pressoché nulli. Le uniche Regioni da premiare potrebbero essere Piemonte, Trentino e Lombardia.

L’indagine termografica di Legambiente è stata effettuata su oltre 500 edifici in 47 città italiane: edifici residenziali, scuole, uffici costruiti nel dopoguerra e altri più moderni. Il controllo ha riguardato anche le prestazioni degli edifici già certificati in Classe A, quelli ristrutturati ed alcuni realizzati dopo il 2000, cioè quando sono state adottate le Direttive Europee in tema di risparmio energetico ed isolamento.

Il recepimento delle Direttive Europee potrebbe essere una buona occasione per sostenere l’edilizia, al momento in crisi, e per riqualificare il patrimonio edilizio e, di conseguenza, le città.

Come si può ragionevolmente pensare, l’innovazione ambientale è il modo più utile e stimolante per far uscire dalla recessione il settore immobiliare ed edilizio: ovvio è il sostegno che può dare all’occupazione ed all’economia.

È stata presentata ieri a Roma l’indagine annuale di Legambiente “Tutti in classe A” sulla qualità del patrimonio edilizio italiano.

L’indagine ha preso in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane, grazie a un team di esperti che ha effettuato un’indagine termografica su edifici residenziali, scuole e uffici costruiti nel dopoguerra e altri più recenti. Sono state verificate anche le prestazioni di quelli già certificati di Classe A e di quelli ristrutturati, e di alcuni edifici costruiti dopo il 2000, ossia dopo l’adozione delle direttive europee in materia di risparmio energetico e isolamento Su gran parte di questi immobili, nuovi e già vecchi, i problemi sono evidenti. Da Milano a Torino, fino alla periferia di Bari, dal progetto C.A.S.E. a L’Aquila, al quartiere Parco Leonardo a Roma, si ravvisano problemi di elementi disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenee. Spesso anche per edifici che si promuovono come “biocase” o a basso consumo energetico.

Situazioni che si ritrovano, purtroppo, anche in edifici progettati da architetti di fama internazionale e costruiti negli ultimi dieci anni, come mostrano le termografie realizzate su edifici costruiti a Milano, Roma e Alessandria da Fuksas, Krier e Portoghesi, dove l’analisi a infrarossi ha dato risultati simili a quelli di altri edifici recenti di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti.

Che in “Classe A” si viva meglio lo dimostrano invece le termografie di edifici ben progettati,  costruiti e certificati, come il quartiere Casanova a Bolzano o alcuni immobili nuovi o ristrutturati a Bari, Firenze, Udine o Perugia, che mostrano un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi, la scelta di sfruttare al meglio l’esposizione dell’edificio e l’uso di specifici materiali per le diverse facciate al fine di sfruttare la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale con un risparmio fino a 2mila euro ogni anno.

Il Rapporto ha analizzato anche la situazione e i problemi della normativa sulla certificazione energetica, sia a livello nazionale, che a livello regionale, nel quale si riscontra un articolato e inadeguato quadro di regole, in particolare per controlli e sanzioni, ma anche le buone pratiche attuate da alcuni Comuni.

Dal 1° gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere ‘a energia quasi zero’. Entro il 30 aprile 2014, inoltre, il Governo italiano dovrà inviare a Bruxelles una ‘strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati’.

“Per migliorare le prestazioni energetiche – secondo Legambiente – è necessario stabilire, per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione, lo standard minimo obbligatorio di Classe A su tutto il territorio nazionale; va premiato, nelle ristrutturazioni edilizie, il miglioramento della classe energetica di appartenenza, e per facilitare questo processo occorre rendere permanenti le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica (50-65%) offrendo un orizzonte temporale serio, e allargando gli incentivi gli interventi di consolidamento antisismico degli edifici”.

“Occorre – prosegue l’Associazione – introdurre un fondo nazionale di finanziamento e di garanzia per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati, come prevede la stessa Direttiva 2012/27, per realizzare misure di miglioramento dell’efficienza e di sicurezza antisismica. È necessario poi, introdurre nuovi strumenti per gli interventi di retrofit energetico degli edifici condominiali. In Italia è difficilissimo realizzare interventi di riqualificazione energetica complessiva di edifici condominiali, a causa di un quadro di regole e incentivi inefficace. Occorre creare le condizioni tecniche e economiche per rendere vantaggiosi interventi che possono consentire di migliorare le prestazioni delle abitazioni e di garantire risparmi energetici quantificabili e verificabili per le famiglie, oltre che di consolidamento antisismico”.