L’Italia è tra i Paesi più avanzati nel settore della certificazione energetica degli edifici, con decine di migliaia di certificatori e 3,5 milioni di abitazioni certificate nel 2013, il 50% in più rispetto al 2012. A dirlo è il “Rapporto 2014 sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia”, redatto dal Comitato Termotecnico Italiano (CTI) e presentato al Ministero dello Sviluppo economico il 19 dicembre 2014.
Il CTI dichiara che “nonostante le criticità, che nessuno deve nascondere perché effettivamente esistono, l’attuazione della certificazione deve essere vista in modo positivo perché ha inciso sul mercato delle nuove costruzioni, diventando elemento di traino verso la qualità energetica, in un periodo non particolarmente favorevole. I professionisti che progettano si confrontano oggi con aspetti energetici che fino a pochi anni fa non prendevano nemmeno in considerazione; i cittadini, quando acquistano una casa, chiedono il certificato e, se è nuova, pretendono livelli di qualità energetica elevata”.

La certificazione energetica ha quindi diffuso la cultura della qualità energetica, anche tra i cittadini, e ha spronato il mercato delle tecnologie edilizie ed impiantistiche, qualitativamente molto diverso rispetto a quello degli anni scorsi.
Gli autori del Rapporto spiegano che “da un’analisi qualitativa qualche dubbio rimane sulla quantità e qualità dei certificati emessi. Intervenire a livello nazionale o regionale per migliorare l’istituto della certificazione crediamo che sia un dovere per la classe politica, ma che sia un dovere anche per le associazioni di categoria interessate, da quelle dei professionisti a quelle dei consumatori. Riteniamo che i prossimi saranno anni di transizione verso un modo di costruire differente dall’attuale. La direzione sarà, a partire dal 2020, la costruzione di Edifici a Energia Quasi Zero (NZEB): non sarebbe dunque ragionevolmente possibile sostenere questo ulteriore cambiamento del mercato edilizio senza uno strumento in grado di certificare la qualità promessa. Al contrario, questi nuovi stimoli ci dovranno impegnare a rafforzare sempre di più lo strumento della certificazione e a farlo diventare la solida garanzia della veridicità delle prestazioni energetiche dichiarate”.