20 Novembre 2018

Strade, via libera all’intesa sul trasferimento all’Anas di 2.713 km di rete

Ok allo schema di Dpcm sulla “riclassificazione” di varie tratte in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Toscana che tornano ad Anas. Per il Piemonte serve più tempo

Accordo fatto, ieri in conferenza unificata, tra governo, regioni e comuni sulla “riclassificazione” di circa 2.800 km, di rete viaria in quattro regioni: Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. In una fase successiva si aggiungerà anche il Piemonte, la cui verifica sulla rete richiede più tempo. Complessivamente, il bilancio chilometrico tra strade cedute e strade acquisite vede l’Anas acquisire (nuovamente) 2.713 km di rete. Cifra che potrà registrare delle variazioni, in seguito a verifiche più puntuali sulle tratte. Peraltro lo stesso schema di Dpcm, approvato ieri, mette le mani avanti, indicando che «eventuali imprecisioni nei dati contenuti nelle tabelle allegate al presente decreto possono essere apportate d’intesa fra le amministrazioni interessate in sede di redazione e sottoscrizione dei verbali di consegna». Dopo l’ok dell’unificata, sul testo dovrà pronunciarsi il Consiglio superiore dei lavori pubblici e anche il Parlamento, attraverso le commissioni competenti di Camera e Senato.

Mit, copertura dal contratto di programma con Anas 
Sulle risorse necessarie a gestire la presa in carico della rete da parte dell’Anas,nei giorni scorsi la Ragioneria aveva chiesto chiarimenti al Mit. Ieri i tecnici delle infrastrutture hanno ribadito che costi aggiuntivi saranno quantificati ex post. «La quantificazione dei maggiori oneri connessi al rientro della rete stradale rientrante dalla Regioni nella competenza di Anas – si legge in un documento del Mit inviato ai tecnici del Tesoro – non potrà che avvenire a consuntivo delle attività previste. Solo successivamente all’approvazione da parte del Cipe dell’atto di aggiornamento del Contratto di programma 2016-2020, ai sensi dell’art. 6, comma 7 del medesimo Contratto, si potrà constatare l’eventuale incapienza della totalità delle somme resesi disponibili ai sensi della legge 3 agosto 2009, n.102 art. 19, comma 9-bis (sul canone da corrispondere ad Anas, ndr), integrate dalle economie derivanti dai ribassi d’asta sugli appalto relativi ai servizi di che trattasi, il cui impiego dovrà essere disciplinato all’interno del medesimo Contratto aggiornato». Secondo il Mit, non c’è, nell’immediato alcun problema di risorse. «A valle delle considerazioni sopra esposte, alla luce delle quali non è immediato quantificare in dettaglio l’impatto finanziario sulla contabilità Anas della gestione delle strade “di rientro” – si legge ancora nel documento del Mit – è necessario sottolineare che i maggiori costi si produrranno solamente dall’esercizio 2019 in poi, posto che i primi trasferimenti di parte della nuova estesa, a favore di Anas, sono stati avviati a decorrere dal mese di settembre 2018». E in ogni caso, questi costi, precisa il Mit, fino al 2020 riguarderanno le sole strade delle 11 regioni che sono già state trasferite con il precedente Dpcm 20 febbraio 2018. 

Le verifiche sulla rete di Emilia Romagna, Veneto e Piemonte
Un primo chiarimento è stato recepito già ieri, correggendo in corsa le tabelle del Mit che riguardavano la rete dell’Emilia Romagna. Per le verifiche in Piemonte serve invece più tempo, anche per risolvere alcune questioni sollevate dai comuni dell’Anci (che hanno chiesto di escludere la Sp 23 dall’elenco delle strade di interesse nazionale) e dalla Città metropolitana di Torino. L’altra verifica ha riguardato il Veneto dove gli enti locali hanno segnalato «criticità» relativamente ai tratti della SR11, della SR14bis e della Sr53, il cui trasferimento «significherebbe – segnalano i Comuni – una riduzione della percentuale di rete regionale riferito al territorio metropolitano del 27,4%». Segnalazioni si cui appunto è stato tenuto conto.

Regioni: rivedere le concessioni del sistema Pedemontano
Dal canto loro, le Regioni hanno chiesto di integrare il trasferimento includendo la strada umbra n.257 Apecchiese e la strada marchigiana n.360 Arceviese. Ieri le Regioni hanno anche sollecitato il governo ad «avviare il percorso operativo per la revisione della convenzione di concessione del sistema viabilistico pedemontano tra Cal Spa e Autostrdada Pedemontana Lombarda Spa attraverso un apposito terzo atto integrativo alla stessa». 

Il Mit: la rete in gestione all’Anas sale a 32.844 km
«Grazie all’intesa raggiunta oggi in Conferenza Unificata, verranno riclassificate come strade di interesse nazionale, e dunque a gestione Anas, 2.713,466 Km di tratte regionali e provinciali. Allo stesso tempo verranno invece declassificati circa 100 km di strade», spiega una nota del Mit diffusa ieri. La nota aggiunge che la riclassificazione ha escluso «le strade di proprietà dell’area metropolitana di Venezia». Complessivamente, tornano alla gestione dell’Anas 872,755 km di strade in Emilia Romagna, 1.075,606 km in Lombardia, 39,827 Km in Toscana e 725,278 Km in Veneto, per un totale di 2.713,466 Km. La rete, ricorda sempre il Mit, si aggiunge ai 3.601,024 Km già tornati sotto la gestione statale con il Dpcm del 20 febbraio 2018. «Con l’intesa di oggi, dunque, la consistenza della rete in gestione Anas passa dai 26.529,385 km al 31/12/2017 a 32.843,875 km». 

LE STRADE RICLASSIFICATE IN EMILIA ROMAGNA 

LE STRADE RICLASSIFICATE IN LOMBARDIA 

LE STRADE RICLASSIFICATE IN TOSCANA 

LE STRADE RICLASSIFICATE IN VENETO (sono escluse quelle dell’area metropolitana di Venezia)

Fonte: Edilizia e Territorio

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