10 Dicembre 2018

Sicurezza opere/1, ecco l’Anagrafe del Mit (Ainop): inserimento dati dal 15 dicembre

Previsto dal decreto Genova. Quasi pronta la bozza di decreto attuativo. Dello Buono: «Entro il 30 aprile un primo screening»

Una nuova banca dati nazionale sulle infrastrutture pubbliche (strade, ferrovie, porti, dighe, aeroporti, metropolitane, edifici pubblici) che contenga per la prima volta non solo dati amministrativi e finanziari sulle opere in corso o programmate, ma anche dati fisici sullo stato di conservazione e manutenzione delle opere già esistenti. L’Ainop, l’Archivio nazionale informatico delle opere pubbliche, previsto dall’articolo 13 del decreto Genova , è in fase di avvio al ministero delle Infrastrutture. Facciamo il punto della situazione con Dimitri Dello Buono, capo della segreteria tecnica del Ministro Danilo Toninelli. «Stiamo lavorando al decreto attuativo previsto dall’articolo 13 comma 5 – spiega Dello Buono – la bozza è quasi pronta, poi dovrà andare all’intesa in Conferenza unificata. Stiamo facendo di tutto per emanare queste istruzioni operative in tempo per rispettare il termine fissato dal Dl Genova (dal 15 dicembre l’inserimento dei dati nell’Ainop, ndr), ma alla peggio si potrà partire a gennaio. L’importante è che l’inserimento dei dati avvenga entro il 30 aprile, come previsto sempre dall’art. 13 c. 5».

L’obiettivo di fondo dell’Ainop è avere una mappatura dello stato di conservazione delle infrastrutture pubbliche in Italia, che oggi a livello nazionale non c’è (ogni gestore ha – o non ha – la sua), per poi programmare l’eventuale necessità di ulteriori rilievi tecnici e/o di interventi di manutenzione straordinaria o di demolizione/ricostruzione nei casi più gravi. «Tutto nasce dopo il crollo del Ponte – spiega Dello Buono – cercavamo informazioni sul ponte Morandi ma erano sparse, non coordinate, non disponibili on line, o non disponibili per nulla. Oggi ci sono mille problemi nello scambio di informazioni sulle opere pubbliche, anche quando a chiederlo è il Mit. A volte sono problemi tecnici, a volte del tutto pretestuosi. Vogliamo invece che tutte le informazioni siano inserite dagli enti gestori di ogni opera in un’unica piattaforma informatica, e siano condivisi e scambiabili. Stiamo ragionando se l’Ainop, una volta raccolti i dati, debba avere una parte aperta a tutti e una riservata alle amministrazioni pubbliche. Fosse per me metterei tutto aperto. L’Ainop deve diventare il Google delle opere pubbliche».

Il nodo però è “quali informazioni” sono effettivamente ad oggi disponibili. E soprattutto la diversa qualità delle informazioni disponibili, ad esempio tra quelle che manderanno Anas e Rfi e quelle delle Province o dei piccoli Comuni sulle loro strade ed edifici. Il decreto Mit in preparazione definirà i contenuti tecnici e amministrativi da inserire, compresa una sorta di “classificazione” circa «lo stato e il grado di efficienza» dell’opera, come previsto dal Dl Genova. «Stiamo definendo un livello minimo di informazioni necessarie – spiega Dello Buono – tutti dovranno inserire i dati ma è chiaro che il piccolo ente inserisce quello che ha, anche solo le informazioni di base e i documenti in pdf. Poi dopo questo primo screening, da maggio in poi, potremo capire cosa e quanto serve per approfondire le conoscenze e poi per intervenire con la manutenzione straordinaria. Vedremo quanti soldi serviranno e poi ci porremo il problema di dove reperirli». I nuovi fondi per gli investimenti inseriti nella legge di Bilancio, 97 miliardi di euro in 15 anni, dovrebbero fornire una capienza sufficiente.

Ma facciamo un passo indietro.

Cos’è l’Ainop, quali opere censisce 
Il decreto Genova (decreto legge 28 settembre 2018, n. 109, convertito dalla legge 16 novembre 2018, n. 130) prevede l’istituzione presso il Ministero delle infrastrutture e dei
trasporti dell’Archivio informatico nazionale delle opere pubbliche, composto da nove sezioni (cioè le tipologie di opere):
a) ponti, viadotti e cavalcavia stradali; 
b) ponti, viadotti e cavalcavia ferroviari; 
c) strade archivio nazionale delle strade, di seguito ANS; 
d) ferrovie nazionali e regionali, metropolitane; 
e) aeroporti; 
f) dighe e acquedotti; 
g) gallerie ferroviarie e gallerie stradali; 
h) porti e infrastrutture portuali; 
i) edilizia pubblica. 

L’ultima voce è pressoché illimitata, sembra cioè comprendere tutti gli edifici realizzati da soggetti pubblici, dalle scuole i Municipi, gli edifici sanitari, le sedi di ministeri ed enti pubblici, le case popolari, etc…

Quali informazioni per ogni opera 
È sempre il decreto Genova a indicare quali informazioni devono essere inserite nell’Ainop, per ogni opera: 

a) i dati tecnici, progettuali e di posizione con analisi storica del contesto e delle evoluzioni territoriali; 
b) i dati amministrativi riferiti ai costi sostenuti e da sostenere; 
c) i dati sulla gestione dell’opera anche sotto il profilo della sicurezza; 
d) lo stato e il grado di efficienza dell’opera e le attivita’ di manutenzione ordinaria e straordinaria, compresi i dati relativi al controllo strumentale dei sistemi di ritenuta stradale in acciaio o in cemento; 
e) la collocazione dell’opera rispetto alla classificazione
europea; 
f) i finanziamenti; 
g) lo stato dei lavori; 
h) la documentazione fotografica aggiornata; 
i) il monitoraggio costante dello stato dell’opera anche con applicativi dedicati, sensori in situ e rilevazione satellitare; 
l) il sistema informativo geografico per la consultazione, l’analisi e la modellistica dei dati relativi all’opera e al contesto territoriale. 

Il coordinamento con le banche dati esistenti. La Bdap 
Il decreto Genova stabilisce che «i dati e le informazioni» che dovranno confluire nell’Ainop, «già rilevati dalla banca dati delle amministrazioni pubbliche (BDAP)» dovranno essere «forniti dalla Bdap all’Ainop». La Bdap è gestita dal Ministero dell’Economia e principalmente rileva la spesa sui progetti in corso, sui progetti di investimento (nel caso delle infrastrutture le nuove opere o le manutenzioni straordinarie). Tradizionalmente la Ragioneria dello Stato è gelosa dei dati della Bdap e poco propensa a condividerli “in automatico” con altre banche dati pubbliche. Dopo anni di insistenza solo nell’agosto scorso il Dipe (Presidenza del Consiglio) è riuscito a firmare con la Rgs un accordo per condividere sulla stessa piattaforma i dati della Bdap (Mef) e del Cup (Dipe).

Il caricamento dei dati e l’aggiornamento 
L'”alimentazione” dell’Ainop, con i dati sopra previsti e gli aggiornamenti, deve essere fatto dagli enti gestori delle diverse infrastrastrutture: le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano, gli enti locali, l’Anas, Rete Ferroviaria Italiana, i concessionari autostradali, i concessionari di derivazioni, i Provveditorati interregionali alle opere pubbliche, l’ente nazionale per l’aviazione civile, le autorità di sistema portuale e logistico, l’Agenzia del demanio e i soggetti che a qualsiasi titolo gestiscono o detengono dati riferiti a un’opera pubblica o all’esecuzione di lavori pubblici. 
Sulla base dei dati forniti, l’Ainop dovrà generare un codice identificativo della singola opera
pubblica (Iop), «riportandone le caratteristiche essenziali e distintive quali la tipologia, la localizzazione, l’anno di messa in esercizio e l’inserimento dell’opera nell’infrastruttura».
Da scioglilingua questo passaggio del decreto Genova sul dialogo tra banche dati: «L’AINOP, attraverso la relazione istituita fra Codice IOP e CUP, assicura
l’interoperabilita’ con la BDAP».

Il decreto Mit 
Un decreto del Ministero delle Infrastrutture deve definire le modalità con gli enti gestori delle infrastrutture inseriscono i dati nell’Ainop, o rendono disponibili i dati informatici già caricati sulle infrastrutture nelle eventuali già esistenti banche dati informatiche. Il Dm – che deve avere l’intesa nella conferenza unificata – deve precedere l’avvio operativo dell’Ainop, ma i tempi sono stretti, perché il Dl Genova stabilisce che il caricamento deve cominciare dal 15 dicembre, per concludersi entro il 30 aprile 2019.

Il monitoraggio costante 
Il Dl Genova stabilisce che l’Ainop deve essere «sviluppato tenendo in considerazione la necessita’ urgente di garantire un costante monitoraggio dello stato e del grado di efficienza delle opere pubbliche, in particolare per i profili riguardanti la sicurezza». Una volta costituito la prima volta, entro aprile, l’Ainop deve cioè essere costantemente aggiornato con le informazioni circa lo stato di manutenzione e sicurezza delle infrastrutture.

Sistema di monitoraggio dinamico 
L’articolo 14 del Dl Genova stabilisce che il Mit dve curare «la realizzazione e gestione, in via sperimentale, di un sistema di monitoraggio dinamico da applicare alle infrastrutture
stradali e autostradali, quali ponti, viadotti, rilevati, cavalcavia e opere similari, individuate dal Ministero stesso con apposito decreto, che presentano condizioni di criticita’ connesse al
passaggio di mezzi pesanti». Il riferimento è a sensori e altri sistemi di monitoraggio strumentale in tempo reale, anche tramite il Bim. 
È prevista una sperimentazione di 12 mesi, poi il Mit dovrà stabilire se e come rendere automatiche e obbligatorie queste rilevazioni.

Fonte: Edilizia e Territorio

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