3 Ottobre 2018

Inchiesta Ponte Morandi, CONFORMA: perché dire no alle soluzioni in house

Ripresa anche sul Sole24Ore la posizione di CONFORMA sulla necessità di separare i ruoli tra chi progetta, realizza e gestisce le opere e chi è chiamato alle attività di verifica e controllo

Sul caso del crollo del ponte Morandi di Genova e sul ruolo di Spea, la società del gruppo Atlantia (del quale fa parte anche Autostrade per l’Italia) preposta al controllo e al monitoraggio della stabilità del ponte, continua ad indagare la procura. Il Sole 24 Ore dedica al tema un ampio articolo rimarcando la necessità di una separazione chiara tra i soggetti che intervengono nella progettazione, realizzazione e gestione delle opere e chi, invece, è chiamato a un ruolo di verifica e di controllo; tesi da sempre sostenuta da CONFORMA – associazione che riunisce i principali Organismi di Certificazione, Ispezione, Prova e Taratura operanti sul territorio nazionale – che, proprio per questo, ha richiesto ufficialmente un incontro al Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Dai tragici fatti di Genova ad oggi si sono rincorsi gli appelli alle Istituzioni da parte dell’Associazione che si è fatta carico di intraprendere un’opera di sensibilizzazione volta a chiarire il principio che, al fine di garantire la qualità dell’opera e il rispetto delle tempistiche, a tutela del committente e della comunità, è necessario escludere proprio quelle soluzioni “in house” che sono oggi al centro del dibattito. Significa affidare valutazioni e controlli agli organismi di Ispezione di Tipo A – gli unici che operano sotto l’accreditamento di Accredia (l’ente unico di accreditamento italiano) e secondo il grado di indipendenza previsto dallo standard ISO/IEC 17020 nella verifica dei progetti e nei controlli di esecuzione di opere di edilizia civile e infrastrutturale.

Infine, riprendendo le parole del Consigliere Delegato per il Settore Costruzioni di CONFORMA Fabrizio Capaccioli – Managing Director di ASACERT – è fondamentale, proprio in questo momento del Paese, non perdere l’occasione di procedere ad una riforma strutturale del Codice Appalti, che “includa attività di prevenzione, controllo e monitoraggio atte a garantire la corretta e completa progettazione, la qualità, i costi ed i tempi di realizzazione dell’opera, e le modalità ed i costi di manutenzione e gestione previsti durante la sua vita utile”.