26 Ottobre 2018

Infrastrutture, oggi vertice a Palazzo Chigi su fondi e codice appalti. Terzo valico verso lo sblocco

Boccia: opere necessarie per crescere: non si governa fregandosene dello spread, nel merito siamo molto arrabbiati e determinati

Il governo apre il capitolo degli investimenti pubblici – che sono parte fondamentale della sua strategia di bilancio – con un vertice che oggi a Palazzo Chigi dovrebbe mettere a punto il piano delle priorità infrastrutturali da finanziare con i 15 miliardi aggiuntivi triennali stanziati dalla legge di bilancio e le prime linee-guida della riforma del codice degli appalti pubblici. Sul piano ci potrebbe essere già oggi un primo chiarimento sullo sblocco del Terzo Valico – la prima delle grandi opere su cui il ministero delle Infrastrutture arriverà a una conclusione dell’analisi costi-benefici che ha fermato l’intero programma – mentre il ministro Toninelli ha fatto sapere ieri di puntare a 1,5 miliardi per le spese delle province su manutenzione e messa in sicurezza di ponti e cavalcavia.

Sul fronte del codice degli appalti, è il presidente del Consiglio Conte a tenere in mano le redini della riforma. Il punto fondamentale è il ritorno a un regolamento generale vincolante che dovrebbe superare o ridimensionare la soft law affidata all’Anac con lo strumento delle linee-guida.

Proprio il rilancio delle infrastrutture è uno dei punti su cui ha insistito ieri il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: la crescita, è il suo pensiero, è il punto debole della manovra e gli investimenti in opere pubbliche sono determinanti per quell’aumento del Pil necessario a sostenere lo sformento del deficit.

«Questo governo intende aprire i cantieri a partire dalla Torino-Lione, dal Tap, il Terzo Valico e la Pedemontana per citarne alcuni? Non serve al paese una politica che dice no alle grandi opere e pensa solo alle piste ciclabili», ha detto ieri Boccia incalzando l’esecutivo a spiegare i contenuti dell’azione di governo e l’impatto sull’economia reale. La lettera della Ue, il declassamento di Moody’s: «non si può governare un paese prescindendo dalla sostenibilità economica, dicendo che te ne freghi dello spread che poi pagano gli italiani, famiglie e imprese», ha continuato il presidente di Confindustria, parlando alla presentazione del rapporto Anitec-Assinform. «Siamo molto arrabbiati e determinati, ma uso la forza del pensiero e non quella dei toni».

C’è un problema di deficit e di debito, ha ricordato Boccia commentando le parole del presidente della Bce, Mario Draghi. Prima si spiega la manovra «che è debole sulla crescita» prima si riescono a calmierare i mercati. E «non è l’ideale – ha aggiunto intervistato da Radio 24 – chiedere ad altri la cortesia di comperare titoli pubblici italiani, siamo un paese sicuro e competitivo». Occorre rafforzare la parte della manovra destinata alla crescita e quindi realizzare le infrastrutture «per collegare l’Italia al mondo», non depotenziare Industria 4.0, avviare un piano di inclusione dei giovani, perchè «non serve assistenza, ma lavoro, lavoro, lavoro». Ed è paradossale, ha aggiunto, l’atteggiamento del governo che «dice di essere pronto al dialogo ma poi non modifica niente. Non si capisce quale dialogo pretende di avere con l’Europa. La politica abbia un senso del limite, sembra non averlo».

Fonte: Il Sole 24 Ore