Il Veneto è pronto a proporre sui mercati internazionali del turismo il litorale “non solo più lungo e accessibile, ma adesso anche più sanificato d’Italia”.
È questo, come ha spiegato l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, presentando l’iniziativa a Jesolo, il senso del progetto “Blue Zone” per la costa veneta.
Una nuova occasione di rilancio per un settore che prova a rialzare la testa dopo la pandemia.
In sostanza, il progetto promosso da Unionmare Veneto e Venice Sands in collaborazione con la Regione, si concretizza nell’adozione di un innovativo protocollo di sanificazione delle strutture balneari da parte delle aziende turistiche del litorale veneto.
Una serie di procedure per proteggere gli ospiti dal rischio di contagio il cui rispetto sarà seguito e attestato dall’ente certificatore Asacert.
“La garanzia di vacanze sicure – ha sottolineato l’assessore al Bilancio della Regione, Francesco Calzavara – è un trend sempre più richiesto e questo progetto sicuramente innovativo dimostra la capacità dei nostri imprenditori di saper interpretare i nuovi bisogni. Mi sembra il miglior modo per approcciare la stagione 2021, con la prospettiva che “batterio zero” diventi standard nel 2022”.
Il messaggio di un litorale a prova di virus sarà veicolato ora nella promozione del Veneto soprattutto sui mercati esteri. Prima del Covid, del resto, erano stranieri quasi il 67% dei turisti della regione più turistica d’Italia, con 72 milioni di presenze e 18 miliardi di fatturato.
Non a caso, nell’economia regionale, proprio il settore turistico è la prima industria del Veneto.
“Questo – ha fatto notare il presidente della Regione, Luca Zaia – non è un investimento solo per le spiagge del Veneto, ma un elemento di comunicazione internazionale, un biglietto da visita per l’intero territorio. E il fatto che il Veneto, prima grande regione d’Italia a essere entrata in zona bianca, possa andare in giro per il mondo a dire anche che qui non c’è più il coprifuoco penso che possa aiutare a rilanciare anche l’intero Paese, facendo capire che si sta tornando alla normalità, pur nel rispetto delle regole”.
Il progetto coinvolge l’intero litorale veneto, da Bibione a Porto Viro.
“Il Veneto ha una stagione turistica che dura tutto l’anno e oggi, più che mai è necessario integrare nell’offerta anche due nuovi paradigmi: quello della sostenibilità ambientale e quello della sicurezza sanitaria – conclude Zaia -. Questo progetto, di fatto, li sintetizza entrambi e auspico che possa essere replicato anche in altri contesti per segnare una netta ripartenza dell’industria turistica, elevando la qualità dei servizi da offrire ai milioni di turisti che ogni anno frequentano le nostre spiagge e che confermano il Veneto prima regione turistica d’Italia per presenze”.
Articolo originale: METROPOLITANO.IT
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