14 Dicembre 2018

Dpcm Investimenti, nei primi due anni 4,2 miliardi di spesa (il 12,8% del totale)

Per le infrastrutture (come sempre) l’avvio è più lento: 5,8% entro il 2021. La tabella elaborata dall’ufficio studi della Camera

Il Dpcm Conte in pubblicazione in Gazzetta, che ripartisce il Fondo Investimenti (comma 140 legge di Bilancio 2017) per 35,53 miliardi di euro, stabilisce che le somme spendibili nei primi tre anni (2018-2020) sono pari a 4.280 milioni di euro, il 12% del totale. Di fatto, visto che il decreto arriva a fine 2018, sono spendibili in due anni, il 2019 e 2020. Il fondo ripartisce le risorse di cassa (spesa effettiva) dal 2018 al 2033, ma sono risorse subito impegnabili (contratti) e se necessario anticipabili con prestiti da Bei e CdP. Il nodo della spesa pubblica per investimenti è però sempre il contrario: più che problemi di cassa ci sono problemi di tempi lunghi, e dunque di risorse ferme nei cassetti. Dopo il Dpcm, infatti, che ripartisce le risorse per macrocapitoli di investimenti statali, dovranno essere fatti decreti ministeriali o predisposti i programmi specifici di spesa (ad esempio gli addendum ai contratti di programma con Anas e Rfi). In più, dopo la sentenza della Consulta, sui provvedimenti attuativi dovrà essere raggiunta l’intesa con Regioni e Comuni ove siano coinvolte loro competenze.

Il problema dei tempi lunghi di spesa riguarda (da sempre) soprattutto le opere pubbliche per infrastrutture di trasporto. Nel Dpcm 2018 del Fondo Investimenti è previsto che le risorse gestite dal Ministero delle Infrastrutture (13,2 miliardi, il 37%) spendibili nei primi tre anni siano solo 770 milioni, il 5,8% del totale contro una media del 12,8%. Non è una limitazione imposta al Mit, ma una presa d’atto del prevedibile tempo necessario per trasformare le risorse in cantieri. I fondi per le metropolitane, ad esempio, 2,3 miliardi di euro, su cui pure il bando per le richieste dei Comuni è stato avviato già nel marzo scorso e scade il 31 dicembre prossimo, non produrranno spesa prima di due-tre anni: nel bando si fissa infatti il 31 dicembre 2021 come limite ultimo per firmare i contratti di appalto.

Fonte: Edilizia e Territorio

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