Tra gli emendamenti presentati dal relatore Emiliano Fenu (M5S) anche il raddoppio della quota Anas sul canone pagato dalle concessionarie.
Una stretta sulla manutenzione delle autostrade in scadenza di concessione, una salvagente contro la revoca dei fondi delle grandi opere finanziate dal decreto Sblocca Italia del 2014 e il raddoppio della percentuale di competenza Anas a valere sul canone che ogni anno i concessionari autostradali devono versare allo Stato.
È quanto prevedono tre emendamenti al Decreto fiscale presentati dal senatore Emiliano Fenu (M5S), relatore della legge di conversione del provvedimento. Il decreto, da convertire entro il prossimo 22 dicembre, è attualmente all’esame della Commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama.
Manutenzione con gara per le autostrade con concessione scaduta
Il primo degli emendamenti firmati da Fenu è una norma ponte per le concessioni autostradali scadute (tra queste Autobrennero, Autovie Venete, A21). Con una stretta sui compiti di manutenzione affidati ai gestori uscenti. La modifica prevede, infatti, che anche se le concessioni sono scadute, i gestori devono continuare a investire nella sicurezza delle infrastrutture. «Per le concessioni autostradali già scadute il concedente stipula con il concessionario un atto aggiuntivo, senza il riconoscimento di alcuna proroga della scadenza, che preveda la progettazione e la realizzazione, con procedure ad evidenza pubblica, degli urgenti interventi necessari a garantire il mantenimento e/o l’aumento degli standard di sicurezza». Dunque oltre all’obbligo di continuare a garantire gli standard di sicurezza delle autostrade c’è anche quello di affidare gli interventi con gara, senza possibilità di procedere in house, tramite società di costruzione controllate. Tutto deve passare attraverso un atto aggiuntivo da firmare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Le procedure di gara per riaffidare le concessioni scadute devono partire «contestualmente al perfezionamento dell’atto aggiuntivo».
L’emendamento contiene anche un’altra modifica al codice degli appalti. Viene infatti abrogata l’analoga, ma meno restrittiva, norma ponte prevista dall’articolo 216, comma 27-sexies del Dlgs 50/2016.
Salvagente per i fondi delle opere sblocca Italia
Un altro emendamento firmato dal relatore riguarda le grandi opere finanziate dal decreto Sblocca Italia (Dl 133/2014) e concede più tempo per appaltare o avviare i lavori senza incorrere nel rischio di perdere i finanziamenti. Tra le opere interessate figurano il tunnel del Brennero, l’Alta velocità Verona Padova, il Terzo Valico, l’asse autostradale Trieste-Venezia, il corridoio ferroviario adriatica da Bologna a Lecce e anche la tratta Colosseo-Piazza Venezia della linea C della metro di Roma, il completamento della linea 1 della metropolitana di Napoli, la tranvia di Firenze e il Quadrilatero Umbria-Marche e anche un adeguamento della Salerno-Reggio Calabria. In particolare si interviene sul prevedendo che le condizioni di appaltabilità e canteriabilità delle opere, a cui in caso di ritardi è legata la revoca dei fondi, si realizzano quando gli adempimenti già indicati con decreto delle Infrastrutture, vengono completati entro il 31 dicembre dell’anno «successivo» (questa è la novità dell’emendamento) a quello in cui le risorse sono rese effettivamente disponibili.
Più fondi alle manutenzioni Anas
Porta la firma del relatore anche l’emendamento che raddoppia la quota di competenza Anas a valere sul canone che le concessionarie autostradali versano allo Stato. Al momento lo Stato incassa, a titolo di canone, una quota pari al 2,4% dei pedaggi netti (esclusa Iva). È su questo valore che va calcolata la quota a favore di Anas che, grazie a questo emendamento, torna al 42% dopo essere stata abbassata nel 2016 al 21 per cento. Per capire quanto vale questa percentuale si può partire dal valore dei pedaggi netti incassati dalle concessionarie autostradali che, secondo dati Aiscat, nel 2017 sono stati pari a 5,9 miliardi (8 miliardi inclusa Iva e altri oneri). Prendendo a base questo dato si scopre che riportando al 42% la quota di competenza Anas sul 2,4% del canone statale l’ex ente strade dovrebbe incassare 59,9 milioni all’anno contro i circa 30 milioni incassati l’anno scorso.
Fonte: Edilizia e Territorio
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