12 Novembre 2018

Dimissioni vertici Anas, «non fermiamo la macchina»: allarme di Ance, sindacati, Oice

«È necessario mantenere attiva la più grande stazione appaltante italiana e fare in modo che prosegua spedita il suo cammino»

Ance, sindacati edili e società di ingegneria lanciano l’allarme Anas dopo il benservito dato dal governo all’Ad Gianni Armani e a tutto il consiglio di amministrazione: non fermiamo la macchina di progettazioni e investimenti.

ANCE 
Monito dell’Ance (associazione nazionale costruttori, Confindustria) sulla continuità operativa dell’Ance, il giorno dopo le dimissioni dei vertici indotte dal governo. «Non vogliamo commentare decisioni politiche – dichiara il presidente Ance Gabriele Buia – ma in un momento così delicato per l’equilibrio economico e sociale del nostro Paese ». «È importante – spiega – che l’Anas sia in grado di trasformare rapidamente le risorse stanziate in cantieri necessari per la manutenzione, la messa in sicurezza». Buia ricorda che «solo per approvare il contratto di programma Anas 2016-2020 ci sono voluti due anni: abbiamo dovuto attendere fino a dicembre 2017, perdendo mesi preziosi». «Ci auguriamo – conclude – che la fase di rinnovo sia chiusa in fretta e che nel frattempo la società non subisca un blocco che penalizzi i tanti progetti attivati».

SINDACATI 
“Forte preoccupazione per la nuova fase di incertezza che si apre per Anas”. così dichiarano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilpa Anas a seguito delle comunicazioni apparse su un social network, chiedendo “uno specifico ed urgente incontro al Ministro Toninelli per chiarire quale sia la nuova configurazione che il Governo vorrà proporre per Anas, una volta uscita dal gruppo Fs”.
“Riteniamo necessario – proseguono le tre organizzazioni sindacali – assicurare da subito la piena funzionalità della società, consolidando il processo avviato di fuoriuscita dal perimetro della Pubblica Amministrazione. Vanno confermati i processi di manutenzione avviati e di messa in sicurezza della rete stradale nazionale ed il piano di assunzioni in atto, anche se ancora parziale, nei servizi di sorveglianza, manutenzione e pronto intervento sulla rete di competenza, finalizzati alla sicurezza stradale”.
“E’ inoltre prioritario – affermano infine Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilpa Anas – assicurare continuità al confronto, in particolare rispetto a quello attivato per il rinnovo del contratto nazionale di gruppo Anas per il triennio 2019–2021”.

OICE 
L’Oice, associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, esprime «forti preoccupazioni per il futuro del settore della progettazione di opere pubbliche», il giorno dopo la notizia delle dimissioni di Gianni Armani da amministratore delegato di Anas. «Senza entrare nel merito di decisioni che non ci riguardano – ha detto Gabriele Scicolone, presidente Oice – auspichiamo che al più presto sia avviata e conclusa la fase di rinnovo. Da operatori della progettazione dobbiamo dare atto che in questi anni l’Anas ha contribuito in maniera determinante al rilancio del nostro settore. A valle del codice dei contratti pubblici (aprile 2016), che ha previsto l’obbligo di appaltare lavori sulla base di progetti esecutivi per rilanciare la qualità della progettazione e dei lavori, ANAS ha infatti messo in gara circa 570 milioni, ponendosi come prima stazione appaltante in Italia. E’ anche grazie ad ANAS se professionisti, studi e società di ingegneria e architettura hanno beneficiato in due anni e mezzo di un incremento complessivo del 58% del numero dei bandi e del 205% del valore di incarichi progettazione». Preoccupazione dell’Oice sulla Centrale di progettazione prevista dal Ddl di Bilancio 2019 (300 assunzioni e 25 milioni di euro all’anno di costo). 
«Non vorremmo – continua infatti Gabriele Scicolone – che le vicende Anas determinino blocchi dell’attività che potrebbero avere ricadute molto negative sul mercato. Non sarebbe proprio il caso, visto che la legge di bilancio 2019 propone di istituire una Centrale di progettazione con il compito di predisporre progetti e fare direzione lavori, invece che “pianificare”, “organizzare”, “controllare e “verificare”. I rischi di un blocco del settore, legati anche ad una profonda revisione del codice dei contratti pubblici – che ormai è dimostrato che non abbia affatto bloccato il settore, visto che anche le aggiudicazioni di lavori nei primi sei mesi del 2018 sono aumentate del 75% – , ci sono tutti. Sembra quasi una “tempesta perfetta” in danno di chi opera sul mercato e che, nel nostro settore, rischia di determinare la perdita di migliaia di posti di lavoro e la compromissione definitiva del tanto auspicato rilancio del Pil, cui il comparto della progettazione contribuisce per oltre l’un per cento».

Fonte: Edilizia e Territorio

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