La norma internazionale ISO 37001 – elaborata dal Comitato Tecnico “Anti-bribery management system” – fissa i requisiti per stabilire, aggiornare e migliorare un sistema di gestione per la prevenzione della corruzione che contenga misure idonee all’identificazione e valutazione del rischio di corruzione e per prevenirlo, rintracciarlo e affrontarlo.
Lo scopo è quello di permettere all’azienda di determinare i fattori che possono influire sulla propria capacità di raggiungere gli obiettivi del sistema di gestione per la prevenzione della corruzione, mediante l’individuazione di caratteri generali, tra cui:
ASACERT è da anni al fianco delle imprese per supportarle nel miglioramento dei processi e il raggiungimento degli obiettivi.
Riconosciuta e apprezzata nel settore per l’alta specializzazione dei suoi tecnici, fa della tecnologia uno degli elementi chiave di tutti i suoi servizi, in particolare per l’analisi e la verifica dei sistemi di gestione sviluppa un approccio personalizzato e sostenibile per l’impresa, evitando oneri e burocrazia non necessari.
Il personale ASACERT è sempre aggiornato in tema di normazione; questo aspetto, unito alla ricerca e alla formazione continue, permettono di distinguersi sul mercato e rappresentano un vero e proprio vantaggio per le aziende partner.
L’approccio risk-based per l’adozione e l’attuazione di adeguati meccanismi di prevenzione in materia di anticorruzione sfrutta e sviluppa a favore dell’azienda le logiche e le metodologie già consolidate per la costruzione di modelli di compliance favorevoli e congruenti a normative nazionali ed internazionali su analoghe tematiche.
L’Organizzazione deve essere in grado di effettuare, nell’analisi della propria attività, una disamina dei criteri per valutare il proprio livello di rischio, determinando gli elementi esterni e interni rilevanti, con indicazione delle attività che influenzano la propria capacità di raggiungere gli obiettivi. Il sistema di gestione per la prevenzione della corruzione deve quindi contenere misure idonee, ideate per identificare e valutare il rischio di corruzione con il fine di prevenirla, rintracciarla e affrontarla.
Offrire, promettere, fornire, accettare o richiedere un vantaggio indebito in qualsivoglia valore (che può essere economico o non economico) direttamente o indirettamente e indipendentemente dal luogo, violando la legge vigente come incentivo o ricompensa per una persona ad agire o a omettere azioni in relazione alla prestazione delle mansioni di quella persona.
La L. 190/12 (come modificata dal D.lgs. 33/2013 e integrata dal D.lgs. 97/2016) ha elaborato un sistema anti corruttivo a livello nazionale (con il Piano Nazionale Anticorruzione – PNA) e a livello decentrato, per singole amministrazioni (mediante il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione – PTPC). La stessa è qualificata come norma di sistema, altamente generale con il compito di tracciare i tratti fondamentali della lotta alla corruzione.
ANAC ha inoltre emanato aggiornamenti al PNA (Determinazione 12/2015). Tali misure, peraltro, si affiancano ad ulteriori significative novità in materia di trasparenza e controllo ed in particolare all’approvazione, da parte dell’Autorità
Nel nostro vigente codice penale, il reato di corruzione è inquadrato al Titolo II, nei Delitti contro la Pubblica Amministrazione (secondo le indicazioni costituzionalmente orientate dell’Art. 97).
L’Art. 318 c.p. – rubricato Corruzione per l’esercizio della funzione – indica l’accordo fra un pubblico funzionario ed uno o più privati cittadini per mezzo del quale il primo accetta dal secondo o dai secondi un compenso non dovuto come corrispettivo di un atto relativo all’esercizio delle sue funzioni. L’Art. 319 c.p. – rubricato Corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio – è caratterizzato da uno o più atti contrari ai doveri d’ufficio, accompagnati da indebite dazioni di denaro o prestazioni di utilità, sia antecedenti che susseguenti rispetto all’atto tipico.
Garante della concorrenza e del mercato (AGCM) del Regolamento che stabilisce i criteri e le modalità di attribuzione del rating di legalità delle imprese.
L’obiettivo primario delle aziende dovrebbe essere orientato a creare una struttura multifunzionale e trasversale del proprio sistema di controllo interno, atto a tutelare e prevenire qualsivoglia attività corruttiva.
Un adeguato programma anticorruzione dovrebbe, in generale, svilupparsi prevedendo:
Con le novità introdotte dalla Legge Anticorruzione, i maggiori controlli del Legislatore in materia e – con l’ingresso nel panorama normativo del nuovo Codice Appalti (D.lgs. 50/2016) che prevede un ruolo di maggiore rilevanza attribuito ad ANAC – le aziende hanno la sempre più forte necessità di rafforzare i propri meccanismi di controllo preventivo con riferimento alle pratiche corruttive.
Il Modello di Gestione ex D.lgs. 231/01, il Codice Etico, l’attribuzione del rating di legalità alle imprese nonché l’implementazione di sistemi di gestione sempre più restrittivi a volte non sono sufficienti per la tutela di un’azienda. Tali misure devono necessariamente intrecciarsi con sistemi virtuosi di prevenzione e di promozione di adeguati principi etici nelle attività imprenditoriali.
Il sistema di Certificazione 37001 implementa, raccoglie, gestisce e migliora le informazioni che vengono quotidianamente raccolte dalle aziende, identifica i ruoli coinvolti e le risorse da formare ed implementare, monitorando l’attività di informazione, formazione e controllo che deve necessariamente essere presente in una realtà imprenditoriale.
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