È online, nell’area pubblicazioni del sito INAIL, la “Guida ai servizi di verifica di attrezzature, macchine e impianti di più ampia pratica e interesse”, nata al fine di supportare i datori di lavoro, gli installatori, i proprietari e tutti i soggetti coinvolti, a reperire le informazioni più richieste ai fini di verifica.
ASACERT è tra gli organismi abilitati a svolgere le verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro (ai sensi dell’art. 71, comma 11, del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni) e degli impianti di messa a terra (ai sensi del DPR 462/01), da anni offre un servizio puntuale e completo, con verifiche svolte da personale qualificato che vanta esperienza pluriennale.

La fine di maggio del 2018 vedeva l’entrata in vigore della cosiddetta “nuova privacy”, un anno dopo è tempo di bilanci: poca informazione ma più trasparenza, in attesa di una certificazione accreditata.

 

Il fine settimana scorso il nuovo General Data Protection Regulation ha compiuto un anno, era entrato in vigore il 25 maggio 2018, seguito circa 4 mesi dopo dal D.lgs 101/18 che stabiliva il cosiddetto periodo di “rodaggio” di 8 mesi, durante il quale il Garante della Privacy concedeva una certa indulgenza nei confronti di chi ancora non si era messo in regola.

Nel marzo 2019 la Commissione Europea ha diffuso l’Eurobarometro, un’indagine condotta a livello europeo per avere un chiaro quadro delle percezioni e delle aspettative dei cittadini europei nei confronti degli interventi dell’Unione Europea su varie tematiche di pubblico interesse, nel caso di specie sul GDPR.La buona notizia è che il 57% degli europei è a conoscenza che nel proprio Paese esiste un’Autorità responsabile per la protezione dei loro dati personali, il 20% in più rispetto a febbraio 2015.
Tuttavia, guardando i dati italiani, solo il 49% degli italiani intervistati ha risposto di aver sentito parlare del GDPR e solo il 17% conferma di sapere di cosa si tratta.

Ci troviamo al penultimo posto della classifica, collocati tra il Belgio e la Francia, che risulta essere il paese meno informato; i Paesi dove i cittadini risultano più informati sono invece la Svezia, l’Olanda e la Polonia.

Proseguendo nell’analisi, quasi 50.000 aziende italiane hanno deciso di nominare un Responsabile della Protezione Dati, il DPO, a dimostrazione della crescente responsabilizzazione di quelle realtà che ogni giorno gestiscono i dati dei cittadini.
La strada che porta alla full-compliance è ancora lunga, ma si può dire che i primi 12 mesi di applicazione del nuovo Regolamento hanno visto crescere l’attenzione verso i modi in cui i dati si raccolgono, trattano e conservano, sia da parte dei consumatori che delle aziende, con ricadute positive anche oltre i confini europei.

“Attraverso l’applicazione del GDPR ai gestori di piattaforme, come Facebook, Google o WhatsApp, è stato possibile imporre obblighi di trasparenza e limiti alla raccolta irrefrenabile dei dati personali, la cui sostanziale assimilazione a mera valuta da dedurre in contratto, rischia di legittimare un processo di monetizzazione della libertà, che rappresenta oggi la vera questione democratica” ci ha tenuto a sottolineare inoltre il Garante della Privacy, Antonello Soro.

La certificazione accreditata come strumento imprescindibile

A marzo di quest’anno il Garante e ACCREDIA, l’ente di accreditamento italiano, hanno sottoscritto una convenzione che prevede il confronto sulle reciproche competenze e favorisce la sinergia tra i due enti; allo stesso tempo la Commissione Europea sta approfondendo in questi mesi uno studio finalizzato a normare la tecnica delle certificazioni in materia di protezione dei dati, oltre a spiegare quali sono i requisiti per l’accreditamento degli enti di certificazione, le norme per i sigilli e le garanzie per trasferire i dati.

Presto le aziende potrebbero certificare “il proprio GDPR” secondo i dettami di uno standard normativo internazionale.

Fonti: Parlamento Europeo, garanteprivacy.it

Si è svolto a Venezia il 22 e 23 maggio il workshop internazionale organizzato da UNESCO, in collaborazione con GBC Italia, per discutere di innovazione tecnologica e strumenti energetico ambientali, come il protocollo GBC Historic Building™, per il patrimonio architettonico esistente e gli edifici storici.

Dopo l’evento tenutosi a Ferrara nel mese di dicembre 2018, organizzato da UNESCO e GBC Italia – ente di certificazione membro del World Green Building Council – per la presentazione del nuovo protocollo GBC Historic Building™, a cui ASACERT aveva partecipato in veste di sponsor, si torna a parlare dell’importanza fondamentale delle certificazioni riconosciute da GBC nel campo della sostenibilità e della valorizzazione del patrimonio storico ed architettonico.

Focus della prima giornata sono state le innovazioni dei sistemi geotermici per il riscaldamento e il raffreddamento sviluppate nell’ambito del progetto H2020 Cheap-GHSP, mentre la seconda giornata è stata dedicata alle potenzialità del nuovo protocollo italiano che di fatto è il primo sistema di valutazione energetico-ambientale al mondo in grado di colmare il divario tra efficienza energetica, sostenibilità ambientale e conservazione del patrimonio storico-testimoniale.

“Mi congratulo per l’impegno della community italiana nello sviluppare il primo protocollo energetico ambientale nazionale, GBC Historic Building™, che integra patrimonio, efficienza energetica e sostenibilità rivolgendosi direttamente al restauro e alla conservazione degli edifici storici. – ha dichiarato Mahesh Ramanujan, Presidente e CEO di USGBC, nel video trasmesso – E non vedo l’ora di integrare assieme a GBC Italia queste buone pratiche nell’ambito del sistema internazionale LEED®”.

Il protocollo GBC Historic Building™ diventa di fatto uno strumento fondamentale e riconosciuto sul piano internazionale nella lotta alle emissioni concordata durante la conferenza sul clima di Parigi (COP21) del dicembre 2015.

“Gli accordi di Parigi, e anche le direttive europee, impongono che al 2050 tutti i nostri edifici siano a emissioni pari a zero, ma poiché dobbiamo anche rispettare il patrimonio storico che ereditiamo, in questo campo GBC Italia giocherà un ruolo determinante nei prossimi anni. – ha dichiarato James Drinkwater, direttore della rete europea del World GBC – “Una riqualificazione sostenibile del patrimonio architettonico storico non ha eguali nel mondo: l’Italia è in assoluto un punto di riferimento e sarà decisiva per assicurare che questa sfida sia compatibile con i bisogni della società. Il lavoro di GBC Italia sugli edifici storici, con lo sviluppo di GBC Historic Building™, rappresenta un punto di riferimento per la ricerca, uno strumento fondamentale, poiché ogni altro paese in Europa inizia ad affrontare questo spinoso problema ponendosi domande stringenti su come fare a decarbonizzare gli edifici esistenti? E in particolare gli edifici storici?”

ASACERT è uno tra i pochissimi OVA – Organismi di Verifica Accreditato – dal Green Building Council Italia del nostro Paese ed è quindi autorizzato a svolgere specifiche attività di ispezione, controllo tecnico e verifica per l’ottenimento delle certificazioni GBC Italia.

Giudizio positivo per il ruolo svolto dall’ANAC e le buone prassi introdotte nella prevenzione, il secondo Rapporto di Valutazione previsto dalla Convenzione di Merida contro la corruzione del 2003 promuove l’Italia a pieni voti.

La penisola soddisfa tutti gli adempimenti stabiliti nel capitolo II dell’intesa dedicato alla prevenzione e al recupero dei beni.
Il rapporto presentato lo scorso 22 maggio al ministero degli Affari esteri dà atto dei progressi compiuti dal 2012 nella lotta alla corruzione ed elogia il lavoro dall’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Particolarmente apprezzati:

  • lo sviluppo di un modello di controllo sugli appalti pubblici economicamente rilevanti ad impedire l’infiltrazione mafiosa e criminale

  • il piano nazionale anticorruzione e lo sforzo per coinvolgere nell’elaborazione dei propri atti normativi tutti gli enti della pubblica amministrazione e gli stakeholder

  • la creazione di una piattaforma online dedicata alle segnalazioni di whistleblowing e l’istituzione di un ufficio specifico per la loro trattazione

  • la collaborazione con la società civile e l’impegno nella promozione di appositi programmi educativi all’interno delle scuole

“Il lusinghiero giudizio dell’Onu sull’attività dell’ANAC è per noi motivo di particolare orgoglio” afferma il presidente dell’Autorità Raffaele Cantone. “Il Rapporto non solo riconosce il lavoro svolto nel corso di questi anni, ma dimostra quanto sia importante un’azione di sistema per contrastare la corruzione, nella quale la repressione non può essere disgiunta dalla prevenzione. Una valutazione tanto favorevole, fra l’altro – conclude Cantone – produce ricadute positive in termini di immagine e reputazione internazionale di cui può beneficiare tutto il Paese”.

Tra le buoni prassi di prevenzione troviamo la norma ISO 37001 “Anti-bribery management system”, che fissa i requisiti per stabilire, aggiornare e migliorare un sistema di gestione per la prevenzione della corruzione che contenga misure idonee all’identificazione e valutazione del rischio di corruzione e per prevenirlo, rintracciarlo e affrontarlo.

ASACERT, in quanto ente accreditato per il rilascio della ISO 37001, si impegna ad evidenziare l’importanza fondamentale dell’Anti-bribery management system e mette al servizio dei propri clienti un team di professionisti esperti con conoscenze trasversali, giuridiche, gestionali e di risk management, in grado di effettuare tutti gli accertamenti necessari riguardo le relazioni societarie, il rispetto dei riferimenti legislativi, la formazione e i fattori di rischio dell’azienda.

ASACERT FZE, la branch presente negli Emirati Erabi Uniti del Gruppo, arricchisce il proprio pacchetto certificazioni con la ISO 45001:2018 con accreditamento EIAC (in precedenza DAC).

Dopo la conclusione positiva delle verifiche condotte dall’Organismo di Accreditamento emiratino, si amplia la gamma di certificazioni rilasciabili dal Gruppo.
La norma ISO 45001:2018 sostituirà la OHSAS 18001:2007, che verrà ritirata alla fine del periodo di migrazione previsto per l’adeguamento, con scadenza 11 marzo 2021.
Durante il triennio previsto per la migrazione ASACERT proseguirà le proprie attività di certificazione a fronte del vecchio standard in accordo con le esigenze dell’Organizzazione cliente.

Per i dettagli relativi alla transizione e per consultare la Comunicazione Ufficiale sulla Migrazione alla ISO 45001 CLICCA QUI.

La crescente attenzione all’ambiente e i benefici di un sistema di gestione integrato hanno portato tantissime aziende italiane a dotarsi di un certificato ISO 14001 accreditato, i numeri dell’Annuario ISPRA 2018.

In sostanziale coerenza con i dati dell’ultima Survey ISO (International Organization for Standards) del 2017 che riportava l’Italia come uno dei paesi europei con il maggior numero di certificazioni rilasciate da organismi accreditati, anche l’Annuario ISPRA 2018, ovvero  la raccolta di dati e informazioni ufficiali sull’ambiente più completa pubblicata in Italia, conferma il posto per il nostro Paese negli scalini più alti della classifica relativa alle certificazioni ambientali.

Secondo la pubblicazione realizzata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in collaborazione con le Agenzie regionali nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) in Italia ci sono infatti oltre 20mila aziende e stabilimenti produttivi con un Sistema di Gestione Ambientale certificato da enti di certificazione accreditati, come ASACERT.

Un numero in costante crescita: basta pensare che dal 2004 al  2017 i siti produttivi che detengono un Sistema di Gestione Ambientale certificato sono passati da 4.644 a 19.049 con un incremento del 310%.

A livello geografico la diffusione di certificati accreditati è coerente con la diffusione regionale delle imprese: la regione con il maggior numero di aziende certificate per lo standard ISO 14001:2015 è la Lombardia, seguita da Veneto ed Emilia-Romagna, mentre ai piedi della classifica troviamo Basilicata, Valle d’Aosta e Molise.

Il dato davvero significativo che emerge dall’Annuario 2018 è però questo: nonostante il panorama delle imprese italiane stia registrando un trend negativo per quanto riguarda la certificazione accreditata dei Sistemi di Gestione nel complesso, la stessa cosa non si può dire della certificazione accreditata ambientale, che cresce del +6%, a dimostrazione della crescente sensibilità al tema da parte delle aziende italiane.

Tra i 10 settori di attività con la maggiore concentrazione di Sistemi di Gestione ambientale certificati, si distingue quello delle costruzioni, seguito da trasporti, logistica e comunicazioni che è invece il settore che registra il trend di crescita maggiore con un +22%.

L’andamento del settore Costruzioni risente dell’istituzione di AVC pass, un sistema dedicato a chi opera nell’ambito delle gare d’appalto introdotto nel 2014 che permette il caricamento di documenti e la verifica dei requisiti per l’affidamento dei contratti pubblici; AVC pass ha obbligato le aziende del settore delle costruzioni a comunicare i propri dati, ai fini della partecipazione ai bandi pubblici, solo se certificate per la qualità ai sensi della UNI EN ISO 9001.

Riconoscendo i molteplici benefici di un Sistema di Gestione integrato le aziende coinvolte hanno deciso quindi di ottenere anche la certificazione del Sistema di Gestione ambientale contestualmente a quella della Qualità.

ASACERT è un ente di certificazione accreditato da ACCREDIA e riconosciuto a livello internazionale, e offre ai propri clienti un servizio di certificazione obiettivo e completo relativo ai Sistemi di Gestione della Qualità (ISO 9001), Ambiente (ISO 14001) e Salute e Sicurezza sul Lavoro (ISO 45001), effettuato da un team di auditor esperti e competenti, con pluriennale esperienza in molti settori tra cui quello delle costruzioni.

Fonti: ACCREDIA, Annuario dei Dati Ambientali – Edizione 2018 – ISPRA

In qualità di Consigliere delegato per le Costruzioni di CONFORMA, ha parlato davanti all’VIII Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato della Repubblica, insieme al Presidente Paolo Salza, per ribadire la centralità delle attività di controllo, svolte da un ente terzo e indipendente, lungo tutta la filiera di realizzazione di un’opera pubblica

Nel pomeriggio dello scorso 10 aprile si è svolta l’audizione di CONFORMA, associazione di categoria dei principali organismi di controllo accreditati, di cui il managing director di ASACERT, Fabrizio Capaccioli, è Consigliere delegato per il settore delle Costruzioni. In questa veste, Capaccioli ha sottolineato come il tema dei controlli non solo rivesta un ruolo centrale all’interno del processo di progettazione, ma mai come oggi sia indispensabile come strumento di prevenzione di errori e/o omissioni da cui conseguono rischi per la sicurezza e maggiori costi e tempi di realizzazione.

In particolare, Capaccioli ha evidenziato la necessità che i controlli – soprattutto per le opere di importi e complessità più rilevanti – siano effettuati da Organismi di Tipo A, gli unici in grado di garantire il massimo livello di indipendenza, perché dotati non solo di strutture tecniche e organizzative altamente qualificate, ma scevri da qualunque commistione con le società incaricate del progetto e dell’esecuzione dell’opera. Questa sostanziale differenza, rispetto ad esempio agli Organismi di Tipo B (interni alla Stazione Appaltante) è la miglior garanzia – per l’amministrazione pubblica e per l’intera collettività – rispetto al rischio di errori di progettazione e contenziosi legali.
L’aggiornamento del Codice dei Contratti fornisce l’opportunità di recepire questa esigenza, mediante un ampliamento delle fasi di verifica, dalla progettazione alla fattibilità tecnico-economica dell’opera, fino all’alta sorveglianza dei lavori, in risposta anche alle richieste del mondo assicurativo per il rilascio delle garanzie decennali e degli Istituti di credito nel partenariato pubblico-privato.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) e l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass) hanno aderito al Protocollo d’Intesa, sottoscritto a novembre 2018, tra la Banca d’Italia, la Consob e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’obiettivo di individuare strategie congiunte per acquisire lavori, servizi e forniture, conseguendo anche di risparmi di spesa.

Lo rende noto Banca d’Italia ricordando che il protocollo definisce le modalità di coordinamento tra le Autorità sottoscrittrici, che si occuperanno di istituire un tavolo tecnico con funzione di indirizzo, coordinamento e supervisione.

“Il Protocollo d’Intesa costituisce una best practice nel panorama nazionale e pone le basi per innalzare la qualità della committenza pubblica, anche sotto i profili della trasparenza e dell’anticorruzione” scrive Bankitalia.

Il 60% delle società ha implementato un sistema di gestione ambientale (ISO 14001), OHSAS 18001 e ISO 50001 non arrivano al 40%, ma il valore della certificazione è riconosciuto dall’84% degli intervistati

 

“La gestione dei rischi ambientali nelle aziende italiane”, è questo il focus della ricerca promossa da Anra, Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, Osservatorio Green Economy dell’Università Bocconi, Pool Ambiente e Aiba, presentata a Milano, grazie al coinvolgimento di Risk e Insurance Manager di più di 100 aziende, il 45% delle quali con un fatturato di oltre 50 milioni di euro.Tra i dati più interessanti, spicca il fatto che l’84% degli intervistati ritiene che l’adozione di un Sistema di gestione ambientale certificato costituisca uno strumento utile per la prevenzione dei rischi ambientali.Ciononostante solo il 60% delle società intervistate si è dotato della certificazione ISO 14001 (Sistema di Gestione Ambientale), mentre OHSAS 18001 (Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute sul Lavoro) e ISO 50001 (Sistema di Gestione dell’Anergia) non superano il 40%.
Tra i rischi maggiormente sentiti dalle imprese in ambito ambientale si segnalano: incendio o esplosione (16%), fuoriuscita di prodotti da serbatoi o vasche interrate (12,3%), perdite da condotte interrate (12,1%) e sversamenti da serbatoi, vasche o condotte fuori terra (12%).
“Il tema della tutela dell’ambiente è sempre più presente nelle agende politiche e mediatiche e sta cambiando i criteri d’acquisto dei consumatori – ha commentato Sandra Bassi, membro del Consiglio Direttivo ANRA – tuttavia sembra permanere ancora in molte aziende piccole e medie il pregiudizio che la prevenzione e la corretta gestione dei rischi ambientali siano prerogative solo di grandi ‘inquinatori’. Quello che accade nella realtà è che ogni giorno in Italia si verificano numerosi casi di danno all’ambiente, e nella maggior parte dei casi l’azienda è impreparata a far fronte agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino, risarcimento. Capita di frequente che la mancanza di mezzi porti al fallimento dell’azienda stessa. Per questo crediamo che il progetto della certificazione Ambiente Protetto potrà portare grandi vantaggi alle imprese di qualsiasi dimensione”.
Manca ormai meno di un mese alla scadenza per la presentazione delle domande per il bando ISI che anche quest’anno INAIL ha pubblicato, stanziando 370 milioni di euro a fondo perduto che verranno assegnati fino ad esaurimento delle risorse finanziarie.

 

In particolare, i finanziamenti saranno ripartiti in base ai destinatari e per l’asse 1.2, ovvero le imprese, anche individuali, presenti sul territorio nazionale iscritte al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane, in possesso dei requisiti di cui all’Avviso pubblico ISI 2018, è previsto un contributo a fondo perduto del 65% per un totale di 2 milioni di euro.
Per questo asse, i progetti interessati dai finalziamenti INAIL sono quelli per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale, come ad esempio la Certificazione del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro ISO 45001 oppure la Certificazione della Responsabilità Sociale d’Impresa SA8000.

 

ASACERT – ente di certificazione, ispezione, valutazione e formazione – offre ai propri clienti un servizio di certificazione riconosciuto, obiettivo e completo relativo ai Sistemi di Gestione tra cui quello della Salute e Sicurezza sul Lavoro, effettuato da un team di auditor esperti e competenti, con pluriennale esperienza nel settore.