IL 19% DELLA POPOLAZIONE GIOVANE NON LAVORA E NON STUDIA

“La formazione riveste un ruolo fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo individuale e collettivo”. Questa frase, che a molti può giungere banale, poi così scontata non è se valutiamo che nel 2022, i Neet (i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano) sono stimati al 19,0% della popolazione, percentuale più elevata tra le ragazze (20,5%) rispetto ai ragazzi (17,7%). Nel Mezzogiorno, l’incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord. Nel 2022, la partecipazione degli adulti alle attività formative – fondamentale per favorire l’occupabilità degli individui e la loro vita sociale e relazionale – interessa il 9,6% della popolazione nella fascia d’età tra i 25 e i 64 anni (il 9,4% della componente maschile e il 9,9% di quella femminile)*.

Proprio per invertire la tendenza e dare forza al tema della formazione continua, il 9 maggio 2023 è stato inaugurato “l’Anno europeo delle competenze”. L’iniziativa UE ha l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni europee, Stati membri, parti sociali, imprese e lavoratori dell’Unione a investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze per superare la carenza di manodopera e responsabilizzare gli individui a partecipare attivamente alle transizioni in corso del mercato del lavoro attraverso la formazione continua. Disporre di un ricco bagaglio di competenze rappresenta un elemento decisivo per cogliere le opportunità offerte dalla transizione verde e digitale. Tuttavia, attualmente oltre tre quarti delle imprese dell’UE incontrano difficoltà a trovare lavoratori qualificati e i dati Eurostat più recenti indicano che solo il 37% degli adulti ha l’abitudine di seguire corsi di formazione. Inoltre, 4 cittadini europei su 10 (1 lavoratore su 3) non dispongono delle competenze digitali di base. Già nel 2021, in ben 28 attività lavorative (dall’edilizia all’assistenza sanitaria, dall’ingegneria all’informatica) si registravano carenze in termine di competenze.

 

I Paesi membri dell’UE hanno approvato degli obiettivi sociali per il 2030 molto ambiziosi, in base ai quali almeno il 60% degli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione, contribuendo in tal modo a raggiungere entro il 2030 l’obiettivo di un tasso di occupazione di almeno il 78%. Entro tale anno nell’UE almeno l’80% degli adulti dovrebbe possedere competenze digitali di base e dovrebbero essere impiegati 20 milioni di specialisti delle TIC, mentre un numero maggiore di donne dovrebbe essere incoraggiato a svolgere tali attività professionali.

La formazione non è più solo un’opportunità, dunque, ma una necessità, un’arma per affrontare le sfide del presente e del futuro.

  1. Competenze per l’occupabilità: in un mondo in continua evoluzione, le competenze richieste dal mercato del lavoro cambiano rapidamente. La formazione offre l’opportunità di acquisire nuove competenze e di adattarsi alle esigenze del mondo del lavoro. Essere ben formati aumenta le probabilità di trovare un’occupazione soddisfacente e di essere competitivi nel mercato.
  2. Elevata qualità della vita: la formazione non si limita solo al campo lavorativo ma coinvolge tutti gli aspetti della nostra vita. Una persona istruita è più propensa a prendere decisioni informate sulla salute, la sicurezza, l’ambiente e la gestione finanziaria. La conoscenza ci dà la possibilità di capire meglio il mondo in cui viviamo e di contribuire positivamente alla società.
  3. Empowerment e autostima: imparare, superare sfide e raggiungere obiettivi personali ci rende più fiduciosi nelle nostre capacità. La formazione è un processo di empowerment che ci dà la forza di perseguire i nostri sogni e di realizzare il nostro potenziale.
  4. Innovazione e progresso sociale: le società progredite sono caratterizzate dalla capacità di innovare e adattarsi al cambiamento. La formazione è il motore dell’innovazione e del progresso sociale, poiché stimola la creatività e l’intelletto delle persone.
  5. Capacità di adattamento: nel mondo attuale, dove l’incertezza è una costante, la capacità di adattarsi è un’abilità essenziale. La formazione sviluppa la flessibilità mentale e ci aiuta ad affrontare situazioni nuove e complesse con maggiore sicurezza.
  6. Consapevolezza culturale e sociale: la formazione ci espone a culture diverse e ci aiuta a comprendere meglio la diversità del mondo. Questo favorisce l’inclusione sociale e il rispetto reciproco, creando una società più armoniosa.
  7. Sviluppo sostenibile: una formazione orientata alla sostenibilità può aiutare a promuovere comportamenti e pratiche rispettose dell’ambiente e delle risorse naturali. L’educazione ambientale è fondamentale per affrontare le sfide ecologiche del nostro tempo.

 

La formazione è un investimento prezioso che paga dividendi in ogni aspetto della nostra vita. Non si tratta solo di ottenere un titolo, ma di abbracciare la cultura dell’apprendimento continuo e della crescita personale. Il valore della formazione oggi risiede nella sua capacità di trasformare individui, società e il mondo in cui viviamo, rendendoci cittadini più consapevoli, responsabili e attivi nella costruzione di un futuro migliore. ASACERT organizza corsi di formazione rivolti professionisti di ogni settore e livello. I corsi, qualificanti e professionalizzanti, si caratterizzano per l’alto profilo tecnico-scientifico dei relatori e per un metodo di apprendimento basato sul coinvolgimento diretto dei partecipanti. Percorsi formativi valutati, calibrati e strutturati ad hoc, perché ogni organizzazione è differente, così come le persone che ne fanno parte. I corsi sono erogabili in house o via webinar, per una moltitudine di chances di crescita professionale e personale.

 

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*fonte dati ISTAT

L’importanza di un processo accurato e affidabile

Nell’ambito della gestione patrimoniale e aziendale, le valutazioni svolgono un ruolo cruciale nel determinare il valore reale e la protezione adeguata di beni tangibili e intangibili. Questi processi non solo offrono una visione chiara del valore degli asset, ma consentono anche di prendere decisioni informate e mitigarne i rischi associati. Le valutazioni si applicano ad asset tangibili o intangibili e sono rilevanti per privati, enti pubblici e aziende.

ASACERT si occupa di valutazioni di diverso tipo, tra cui le valutazioni ai fini assicurativi, che rappresentano la base su cui le compagnie assicurative stabiliscono le coperture e i premi per proteggere i beni contro rischi come incendi, danni accidentali, furti e altro. Un valore sottostimato può portare a coperture assicurative insufficienti, mentre una sovrastima può comportare costi eccessivi. Inoltre, un’adeguata valutazione aiuta a garantire che la compensazione in caso di sinistro sia equa e che il processo di risarcimento sia agevole. ASACERT, quale Ente riconosciuto dal mercato e dalle compagnie di assicurazione, opera attraverso professionisti specializzati nei diversi ambiti di competenza, assicurandosi di prendere in esame tutti i fattori che possono concorrere alla determinazione del valore di un bene (ragionieristici, tecnici, fiscali e giuridici, ambientali, di mercato e geografici). Chi si affida ad ASACERT per una valutazione ha ben presente i vantaggi nel far valutare i propri asset in modo corretto. L’azione, infatti permette di ottenere una copertura assicurativa adeguata, ma anche di versare un premio assicurativo coerente con il valore degli asset aziendali o ancora di minimizzare i costi aggiuntivi in caso di sinistro.

Le valutazioni sono a tutti gli effetti una tutela preventiva, che copre e mette al riparo da eventuali rischi, oltre ad essere predittive nei confronti di situazioni impreviste che potrebbero comportare perdite finanziarie significative. Tutto questo rientra nel risk assessment, che coinvolge l’analisi delle vulnerabilità e delle minacce, la stima della probabilità di accadimento di eventi dannosi e la definizione di strategie per mitigare tali rischi. Oggetto di valutazioni sono spesso anche beni intangibili come marchi, brevetti, brand, know-how e capitale umano, che rappresentano spesso una parte considerevole del valore di un’organizzazione. Determinare il loro valore richiede l’analisi di fattori come il contributo degli asset intangibili alle entrate, alla reputazione e all’innovazione dell’azienda. Una valutazione accurata consente alle aziende di comprendere meglio l’impatto finanziario dei propri beni e di prendere decisioni strategiche informate. In generale, tutti questi processi non solo migliorano la comprensione del valore reale dell’azienda, ma aiutano anche a gestire i rischi in modo proattivo e a prendere decisioni di business basate su dati concreti. In un contesto in cui l’incertezza è sempre presente, investire in valutazioni accurate e strategie di gestione del rischio è essenziale per garantire la stabilità e il successo a lungo termine di qualunque ente, sia esso, pubblico o privato.

Alcuni dei servizi di valutazione ASACERT:

Valutazioni e stime ai fini assicurativi dei danni diretti

Valutazione e stime patrimoniali

Valutazione e stime ai fini assicurativi dei “Danni da interruzione di attività”

Valutazioni di impianti industriali e macchinari

Intangible asset evaluation

Advisory

 

Agli organismi di controllo accreditati 17020, il compito di verifica dei progetti strategici del PNRR.

È ufficiale: è stato pubblicato il 10 agosto, in G.U.  il Decreto Legge 10 n. 104, in merito a “disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici”.(GU Serie Generale n.186 del 10-08-2023). Il Decreto ha ad oggetto una serie di provvedimenti volti alla risoluzione di nodi di varia natura, tra cui misure recanti disposizioni urgenti in materia di concessioni autostradali. L’articolo 16, introduce un comma aggiuntivo all’articolo 44-bis del c.d. DL Semplificazioni/Governance PNRR, disponendo che per i progetti esecutivi relativi agli interventi autostradali contenuti in apposito allegato (Allegato IV-bis), già trasmessi al MIT, alla data di entrata in vigore della disposizione e per i quali sono scaduti i termini per l’approvazione previsti dal piano economico finanziario, la relazione sul quadro conoscitivo posto a base del progetto sia soggetta all’attività di verifica da parte degli organismi di controllo accreditati ai sensi della norma europea UNI CEI EN ISO/IEC 17020.

In sostanza: la semplificazione consiste nel fatto che la relazione (che accompagna il progetto esecutivo) sul quadro conoscitivo posto a base del progetto, sulla rispondenza delle scelte progettuali con le normative vigenti e sulla presenza dei  requisiti che garantiscano la cantierizzazione e la manutenibilità delle opere, sarà sottoposta alla verifica di organismi di  controllo  accreditati  ai  sensi  della norma europea UNI CEI EN ISO/IEC 17020, secondo la procedura prevista dal codice degli appalti (articolo 34, comma 2, lettera a dell’allegato I.7), non più al parere del comitato speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. È la prima volta che viene bypassato il parere del comitato speciale, nato nel 2021 proprio per accelerare l’iter autorizzativo delle opere pubbliche di particolare complessità e considerate prioritarie nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Ciò rappresenta un passo avanti in favore della speditezza delle operazioni che gli organismi di controllo accreditati sono in grado di garantire in termini di qualità e sicurezza delle opere oggetto dei controlli soggetti ad approvazione.

 

VALIDITÁ A TEMPO INDETERMINATO

Sono passati ormai diversi anni dal referendum storico del 23 giugno 2016, che ha dato inizio al processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea, giunto a compimento con 1246 pagine oggetto del divorzio tra le due sponde della Manica. Obiettivamente, quello che doveva essere un passo audace verso la sovranità nazionale e l’autodeterminazione, ha portato con sé uno strascico di complicazioni e risvolti, solo in parte attesi e previsti. La sfida, ancora oggi, è come affrontare le conseguenze di questa decisione, cercando di mitigare le controindicazioni di questa medicina, che per molti resta amara. Vita complicata, si è capito da subito, ha avuto il criterio di marcatura CE (Conformité Européenne). Si tratta di una procedura obbligatoria per tutti i prodotti disciplinati dall’omonima legislazione comunitaria. Deve essere eseguita per assicurare che il prodotto sia conforme ai requisiti comunitari di sicurezza e salute. In questo contesto si inserisce la Brexit con le sue procedure di accompagnamento dell’Isola di Sua Maestà fuori dalla Comunità europea. “La marcatura europea CE non sarà più accettata sulla maggior parte dei nuovi prodotti immessi sul mercato in Gran Bretagna, e sarà necessaria la marcatura UKCA (UK Conformity Assessment)”, queste le prime indicazioni differite prima per il 31 dicembre 2021, poi al 1° gennaio 2023, poi alla fine del 2024, oggi il dietro front è a scadenza temporale indefinita. Ad affermarlo è il Dipartimento per le imprese e il commercio (DBT) britannico. Il provvedimento fa parte di un insieme di regolamenti che puntano a “ridurre gli oneri per le imprese e a sostenere la crescita dell’economia attraverso la riduzione di barriere commerciali e burocrazia”, si legge in una nota del Dipartimento. L’estensione permetterà quindi alle imprese di scegliere, per la vendita dei propri prodotti nel Regno Unito, se utilizzare la marcatura UKCA introdotta a seguito della Brexit o continuare a usare la marcatura CE anche dopo il 2024. L’estensione indefinita per l’uso del marchio CE varrà per la maggior parte delle merci presenti sul mercato britannico.

Le organizzazioni possono, sì, tirare un sospiro di sollievo e rallentare la corsa all’adeguamento, ma restano i controlli e le procedure a garanzia del consumatore. Con l’entrata in vigore del Trade and Cooperation Agreement, Regno Unito e Unione Europea hanno messo nero su bianco le regole per vivere, lavorare e commercializzare all’interno dei due Paesi. Per commercializzare merci in UE, il rispetto delle norme comunitarie inizia proprio dalla marcatura CE che, dunque, non può essere considerato come un semplice marchio, ma come sinonimo di garanzia e conformità alle norme. Affinché BREXIT sia sinonimo di opportunità e continuità per ogni business, ASACERT si pone l’obiettivo di affiancare le aziende – piccole, medie e grandi che siano – mettendo loro a disposizione un’esperienza consolidata e una presenza globale.

La marcatura dei prodotti da costruzione, ad esempio, è una procedura obbligatoria per tutti i prodotti disciplinati dal Regolamento comunitario “prodotti da costruzione”. Punto di riferimento per molte aziende che operano nel settore delle carpenterie metalliche, ASACERT fornisce l’assistenza e il supporto necessari per la marcatura di questi prodotti a tutte le aziende che operano sul territorio inglese, rilasciando – nel rispetto dei requisiti richiesti dalla norma armonizzata EN 1909-1 – la Certificazione del Controllo della produzione (FPC) e coprendo anche i servizi di certificazione legati a quest’ultima (Certificazioni secondo le norme UNI EN ISO 3834 e UNI EN ISO 9001).

Secondo la ricerca ” 𝑅𝑎𝑡𝑖𝑛𝑔 𝐸𝑆𝐺 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒, 𝑎𝑠𝑠𝑒𝑟𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑒𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑑𝑎𝑙𝑖 𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑖𝑡𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑖 𝑟𝑖𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑒 𝑔𝑟𝑒𝑒𝑛 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑑𝑒 “, 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐏𝐚𝐫𝐥𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐄𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨, il livello di fiducia nelle dichiarazioni di sostenibilità delle aziende è ancora basso (44,5%) o bassissimo (19,5%). Per invertire questa pericolosa tendenza è necessario aumentare la trasparenza delle rendicontazioni, adottare standard rigorosi per la loro misurazione, oltre che la pratica della validazione dei contenuti, rivolgendosi ad enti terzi e accreditati, per dimostrare un impegno concreto e certificato, verso i temi legati ai pilastri ESG ed opposto rispetto alle pratiche di greenwashing. Tuttavia, negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità e la pressione degli stakeholder, come i consumatori, gli investitori e gli organismi regolatori, stanno spingendo sempre più aziende a comunicare in modo trasparente le proprie performance in questo ambito. Di conseguenza, molte aziende stanno volontariamente sottoponendo i propri bilanci di sostenibilità a processi di verifica indipendenti per aumentare la credibilità delle informazioni fornite. Ad un comune e sempre più diffuso sentiment riguardo questi temi, si è aggiunta la direttiva “Corporate Sustainability Reporting” (CSRD) della Commissione UE, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 16 dicembre 2022. Secondo la direttiva a partire dal 2024, con scadenze differenziate, tutte le imprese di grandi dimensioni e le PMI quotate dovranno rendicontare le informazioni di sostenibilità secondo nuovi criteri e contenuti.

 

I requisiti dell’UE in materia di rendicontazione della sostenibilità si applicheranno a tutte le grandi imprese, quindi con oltre 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni di euro, e a tutte le quotate, a eccezione delle microimprese; seppur soggette a standard meno stringenti, anche le PMI quotate dovranno aderire al nuovo sistema di rendicontazione a partire dal 2026, con la possibilità, sotto particolari condizioni, di posticipare l’adesione fino al 2028. Il Report di sostenibilità copre un’ampia gamma di temi, tra cui la riduzione dell’impatto ambientale, il rispetto dei diritti umani, la promozione di condizioni di lavoro eque e sicure, e la gestione trasparente e responsabile dell’azienda. Basterebbe pensare ai vantaggi per le aziende, per far pendere la bilancia verso un atteggiamento positivo nei confronti dei bilanci di sostenibilità, anche per le realtà che non sono ancora obbligate alla loro redazione:

La possibilità di ritrovarsi fuori dal mercato in caso di mancata e pronta adesione ai princìpi ESG è un rischio possibile. Redigere un Bilancio di sostenibilità è fondamentale per dimostrare il proprio impegno e per rispondere alle crescenti aspettative degli stakeholder in termini di responsabilità e trasparenza.

 

ASACERT, quale ente di certificazione indipendente di terza parte, esegue il servizio di Validazione dei Bilanci di Sostenibilità ed è in grado di supportare le organizzazioni nell’identificazione dei propri impatti significativi per l’economia, l’ambiente e la società, secondo standard globalmente riconosciuti. Secondo i dati raccolti da ASACERT, emerge una crescente richiesta di maggiore diffusione delle informazioni non finanziarie, poiché le aziende sono più apprezzate sul mercato e riscontrano un miglior livello reputazionale, fattore oggi imprescindibile per qualunque organizzazione. Inoltre, come si è visto,  le aziende che decidono di rendicontare il proprio impatto non finanziario, hanno un accesso agevolato al mercato del credito e alle risorse finanziarie, unito a punteggi premiali per l’accesso ai bandi e finanziamenti nazionali e comunitari, che consentono alle organizzazioni di poter fare significativi passi avanti per uno sviluppo sostenibile. La fiducia nei bilanci di sostenibilità è, e sarà sempre più, una questione importante nell’ambito della responsabilità sociale e ambientale delle aziende. Per garantire una maggiore fiducia nei bilanci di sostenibilità, è essenziale adottare standard e linee guida riconosciuti a livello internazionale per la rendicontazione sostenibile, sottoporre i bilanci a una verifica indipendente e migliorare la trasparenza delle pratiche aziendali in materia di sostenibilità. Tuttavia, senza una validazione terza, le informazioni presentate nel bilancio potrebbero essere percepite come soggettive e poco attendibili, al contrario, tali dati – purché validati – consentono una comunicazione trasparente delle proprie performance nei confronti del mercato e della propria filiera di riferimento.

 

 

Un risparmio economico che supererà i 120.000 €/anno, pari all’effetto di assorbimento che sono in grado di restituire circa 15.000 alberi di alto fusto. Una cifra importante, grazie alla riduzione dei consumi, generata dall’applicazione del Protocollo di sostenibilità energetico-ambientale GBC Condomini®️.

ASACERT, Organismo di Verifica Accreditato presso il Green Building Council Italia, ha verificato la rispondenza dei criteri stabiliti dal Protocollo per l’edificio Teodosia di Torino: il primo edificio certificato (livello gold) in Italia. GBC Condomini®️ è uno strumento di rendicontazione ed efficientamento per la rigenerazione sostenibile degli edifici, che presta particolare attenzione all’efficienza energetica, idrica ed alle emissioni, alla circolarità, all’utilizzo di materiali e risorse riciclate e a basso impatto ambientale, al comfort e alla qualità degli ambienti interni, per il benessere delle persone e nel rispetto degli ecosistemi ambientali.

IL RUOLO DI ASACERT

Per conto di GBC Italia, ente di certificazione proprietario del protocollo e titolare dello schema di certificazione GBC Condomini®, ASACERT ha svolto, con i propri ispettori e tecnici specializzati, le attività di ispezione e verifica dei criteri stabiliti. Le attività controllo di congruenza e completezza, in campo e documentali, sono state riportate in un rapporto di verifica consegnato a GBC Italia. È seguita una revisione finale sul processo, in base alla quale GBC Italia ha stabilito il livello di certificazione Gold conseguito dal Condominio Teodosia.

L’accreditamento di ASACERT da parte di GBC Italia presuppone il rispetto di requisiti prestabiliti legati alla struttura, alle competenze di processo e alla qualità del servizio, che prevedono anche l’accreditamento ACCREDIA per specifici schemi, come organismi di terza parte indipendenti (tipo A) per le attività di ispezione (controllo tecnico e validazione progetti).

ASACERT condivide la vision di GBC Italia per promuovere un processo di trasformazione del mercato edile italiano, attraverso i sistemi di certificazione legati al marchio Green Building, che stabiliscono ed attribuiscono un valore di mercato all’edilizia sostenibile, rappresentando un utile strumento per committenti pubblici e privati, investitori, società immobiliari che vogliono certificare le proprie soluzioni di riqualificazione territoriale ed edilizia, stimolando la competizione tra le imprese sul tema delle performances ambientali e incoraggiando comportamenti di consumo consapevole anche tra gli utenti finali. 

IL FRAME ITALIANO

Al momento, l’Italia si caratterizza per uno stock immobiliare particolarmente ampio, ad elevata anzianità e basse performance, soprattutto in termini di efficienza energetica: sono circa 2,1 milioni di edifici residenziali – pari al 17% del totale dello stock residenziale – che si trovavano, infatti, in cattivo stato di conservazione; ed il 74% del totale è stato costruito prima degli anni ’80 e addirittura prima degli anni ’60.

Il comparto condominiale risulta decisamente strategico per gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità del nostro Paese, perché operare e intervenire positivamente su di essi significa innescare un processo di rivoluzione abitativa e culturale.

Parità di genere: a che punto siamo in Italia?

I dati fotografano ancora una situazione tutt’altro che rosea, con l’Italia agli ultimi posti sia nelle classifiche europee (dati Eurofund) sia in quelle mondiali (dati Global Gender Gap 2021).  Nonostante i dati siano più confortanti che in passato, è ancora minima la percentuale di donne ai vertici dei CdA nelle aziende italiane in rapporto a quelle europee: il 17% contro il 33% della Norvegia e il 25% del Regno Unito (dati EWoB – European Women on Board – Gender Diversity Index).

Inoltre, è di queste ore, solo per citare l’ultimo fatto di cronaca, il caso di quattro professioniste che hanno subìto abusi e molestie sessuali in una nota agenzia di comunicazione, oltre ad essere state l’oggetto di commenti violenti e sessisti in una chat skype riservata ai soli impiegati di sesso maschile, nella quale i colleghi bersagliavano le ignare colleghe. Episodi che, ancora una volta, hanno evidenziato un problema sistemico e culturale, che può essere affrontato cominciando dal creare i presupposti e le infrastrutture della qualità aziendale che favoriscano l’inclusione attraverso policy in grado di promuovere un ambiente di lavoro rispettoso dove ogni lavoratore sia trattato con equità e dignità. In questo quadro sociale e culturale, la certificazione in materia di inclusione è diventata sempre più rilevante, in quanto mira a fornire alle aziende le competenze e gli strumenti necessari per affrontare e mitigare le disparità di genere, tra gli altri aspetti legati all’inclusione.

 

La certificazione: il quadro normativo

La linea guida UNI/PdR 125:2022 “Linea guida sul sistema di gestione per la parità di genere”, richiama la UNI ISO 30415:2021 “Gestione delle risorse umane: Diversità e Inclusione” ed è una prassi derivata da un Tavolo di lavoro previsto dal PNRR Missione 5, coordinata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, Dipartimento per le politiche della famiglia, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dello Sviluppo Economico e la Consigliera Nazionale di Parità, inoltre disciplinata dalla Legge di Bilancio 2022 e collegata alla Strategia Nazionale sulla Parità di Genere 2021-2025 (ispirata alla Gender Equality Strategy 2020-2025) e correlata al PNRR, di cui uno dei dispositivi legislativi è la Legge 5 novembre 2021 n. 162 sulla parità salariale.

 

Chi può richiedere la certificazione

Si tratta di una certificazione che può essere richiesta da qualunque tipo di organizzazione, di qualsiasi dimensione e forma giuridica, operante nel settore pubblico o privato. Sono escluse dall’applicazione le Partite IVA che non hanno dipendenti. Attraverso l’adozione di politiche e pratiche inclusive, le aziende possono contribuire a ridurre il gender gap per creare un ambiente lavorativo equo, grazie alla creazione di un sistema di gestione da sottoporre a iter di certificazione da parte degli enti terzi come ASACERT.

 

Bonus, sgravi, premialità

Il tema è, inoltre, legato al PNRR e alle premialità previste dalla missione 5 del Piano, che prevede lo stanziamento di 9,81 miliardi per lo sviluppo di politiche d’inclusione sociale. Tra queste figura la Certificazione di Parità di Genere che, oltre a di lavoro previsto dal PNRR Missione 5, coordinata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, Dipartimento per le politiche della famiglia, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dello Sviluppo Economico e la Consigliera Nazionale di Parità, consente alle organizzazioni di accedere a sgravi fiscali fino a 50mila euro e a premialità nella partecipazione a bandi italiani ed europei e da appositi incentivi di natura fiscale e in materia di appalti pubblici.

 

KPI

La certificazione ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale e si prefigge l’obiettivo di incorporare nella cultura aziendale un nuovo paradigma che, nel lungo periodo, sia capace di generare un cambiamento sostenibile e durevole. Sono state identificate, a questo scopo, sei aree d’intervento e vari Key Performance Indicators, utili a contraddistinguere il livello di inclusività e di parità raggiunto da un’organizzazione:

 

Dati, volontarietà, efficacia

Se da un lato, fino a maggio 2023, le aziende che hanno già aderito e ottenuto la certificazione sono 305 -dato che dimostra come il sistema economico stia cogliendo le opportunità che derivano dall’implementazione di questo strumento-, dall’altro questa opportunità rischia di essere depotenziata nella sua efficacia e diffusione dal criterio della “volontarietà” delle imprese di certificarsi. È fondamentale che le aziende si impegnino a promuovere e sposare i valori di uguaglianza di genere per mettere in campo azioni, politiche, processi, pratiche e misure per consentire di attuare un’effettiva inclusione all’interno dell’organizzazione.

📌 𝗟𝗮 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 – 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘂𝘁𝗶, 𝗯𝗲𝗻𝗲𝗳𝗶𝗰𝗶 𝗲 𝗺𝗼𝗱𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗽𝗲𝗿 𝗼𝘁𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗹𝗮 sarà oggetto del webinar organizzato in collaborazione con G.I.D.P./H.R.D.A. Gruppo Intersettoriale Direttori del Personale, che si terrà 𝗠𝗲𝗿𝗰𝗼𝗹𝗲𝗱𝗶̀ 𝟭𝟮 𝗹𝘂𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟲:𝟯𝟬 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟴:𝟬𝟬 in cui verrà condotta un’illustrazione dei procedimenti operativi per ottenere la certificazione.

REGISTRATI all’evento (associati GIDP)

 

A MAURIZIO LEGGERI, FONDATORE DELLA PROTEZIONE CIVILE, IN OCCASIONE DEL VII FESTIVAL CITTÁ IDENTITARIE, A POTENZA.

Si è svolta ieri, 30 giugno, a Potenza, l’inaugurazione del “VII Festival Città Identitarie”, una serata-spettacolo dal titolo “Potenza nomen omen”, con la direzione artistica di Edoardo Sylos Labini. Ad ASACERT il compito di consegnare il Premio “La Città Sostenibile 2023”, alla famiglia di Maurizio Leggeri, fondatore della Protezione Civile.

Leggeri è stato uno dei maggiori esperti di ingegneria sismica a livello mondiale,  fondatore del Cgiam – Centro di geomorfologia integrata per l’area del Mediterraneo e cofondatore della Protezione Civile Italiana. Nel 1960 fu chiamato dalla NASA per poter continuare le sue ricerche negli USA, ma declinò l’invito per restare nella sua terra e continuare il suo lavoro di ricerca.

Potenza come l’Irpinia e Salerno, furono colpite da un terribile terremoto nel 1980.  L’entità degli effetti devastanti di quel sisma si seppero parecchi giorni dopo, perché non esisteva all’epoca un sistema di monitoraggio sismico che permettesse di localizzare e misurare l’energia del terremoto, né un’organizzazione stabile di Protezione Civile che contribuisse a diffondere le informazioni sull’impatto dell’evento. Dopo quel terribile evento, Maurizio Leggeri si impegnò ancora di più nei suoi studi per la prevenzione del rischio sismico. Tra le grandi opere che ha progettato, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica, la prima rete sismometrica della Regione Basilicata.

ASACERT, è stata chiamata alla consegna del premio, in quanto Ente terzo e accreditato, leader nei servizi di ispezione, controllo e valutazione di opere sensibili come dighe, ponti, viadotti, reti stradali, ferroviarie, dalla loro progettazione, ai controlli tecnici in corso di costruzione, fino alla manutenzione. Queste attività rappresentano un importante fattore di prevenzione di catastrofi ambientali e di salvaguardia della sicurezza dei cittadini. L’opera di controllo e validazione dei progetti, sia dal punto di vista della rispondenza delle opere ai vincoli, non solo ambientali, stabiliti dal decisore pubblico, sia per quanto concerne la corretta esecuzione in cantiere, sono una garanzia per l’incolumità dei cittadini e per la resilienza delle opere a stress di vario genere: ambientale, strutturale, di usura.

La kermesse, che si è inaugurata ieri sera, si concluderà domenica 2 Luglio e ha visto la partecipazione straordinaria di alcuni dei più grandi nomi internazionali della cultura, dello spettacolo e dell’informazione: Claudia Cardinale, Giancarlo Giannini, Gianmarco Chiocchi direttore del TG1, Paolo Petrecca direttore di RaiNews 24 e molti altri.

         

Fabrizio Capaccioli, AD di ASACERT, è stato eletto nuovo presidente del Green Building Council Italia per il triennio 2023-2026.
I 24 consiglieri, eletti dall’assemblea, hanno votato all’unanimità per Capaccioli Presidente, conferendogli pieno mandato per guidare l’Associazione a cui aderiscono le più competitive imprese e le più qualificate associazioni e comunità professionali italiane operanti nel settore dell’edilizia sostenibile. La votazione per il rinnovo del Consiglio di Indirizzo dell’Associazione si era svolta lo scorso 22 Giugno, a seguito della quale Capaccioli era già risultato il più votato tra i consiglieri eletti dalla platea elettiva composta dai 375 soci dell’Associazione.

 

Capaccioli avrà il compito di guidare il Green Building Council Italia, consolidando il ruolo nei confronti di tutti gli stakeholder di riferimento e fare in modo che la voce dell’Associazione sia sempre più ascoltata dai decisori pubblici, per fare in modo che l’Associazione sia sempre più punto di riferimento per garantire in Italia il pieno sviluppo sostenibile e certificato della filiera edile ed immobiliare, con una rinnovata attenzione al benessere dei cittadini.

 

Desidero ringraziare il consiglio di indirizzo di GBC Italia per aver espresso un consenso così ampio nei miei confronti. Una presidenza inaspettata ma che affronterò con senso di responsabilità che caratterizza sempre la mia azione”. Le parole del neo-eletto Presidente. “Ringrazio il presidente Mari, l’intero Comitato Esecutivo il Consiglio di Indirizzo del triennio che si sta concludendo per il grande lavoro fatto da cui vorrei ripartire. Oggi è il momento di rendere operative le linee guida che abbiamo indicato all’interno del nostro Impact Report. Il primo punto all’ordine del giorno del prossimo consiglio – Prosegue Capaccioli – sarà la definizione del programma che mi impegnerò a scrivere sin d’ora, facendo sì che le istanze dei soci del Green Building Council siano tradotte in un programma e in un piano strategico di attività che il Presidente e il Comitato Esecutivo insieme al Consiglio di Indirizzo dovranno periodicamente monitorare e rendicontare. Ecco, questa è la mia visione e questo è il mio approccio e garantisco che ci sarà un’azione tesa a essere sempre più interlocutori di riferimento per il decisore pubblico, affinché la sostenibilità in edilizia diventi materia di tutti, diventi materia della quotidianità di ogni cittadino del nostro Paese”.

 

Prossimo passo per Capaccioli sarà la designazione della squadra di governo, vicepresidente e comitato esecutivo, che lo affiancherà nel triennio per la governance dell’Associazione.

 

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Un passo avanti verso la sostenibilità certificata della filiera edile. ASACERT annuncia l’accreditamento presso il Concrete Sustainaility Council (CSC), diventando Ente di Certificazione accreditato per l’Italia.

ASACERT è un Organismo di Certificazione e Ispezione specializzato nel settore delle costruzioni, con più di 20 anni di presenza sul mercato e specifiche competenze settoriali, sottoposte a continui e costanti aggiornamenti in relazione alle nuove metodologie e tecniche di auditing, all’evoluzione della normativa di settore e all’introduzione di nuovi schemi di certificazione, con l’obiettivo di garantire valutazioni tecniche sempre affidabili e aggiornate.

Il Concrete Sustainability Council (CSC), è un sistema globale di certificazione per il calcestruzzo proveniente da fonti responsabili, progettato per aiutare le aziende ad ottenere informazioni sul livello a cui le aziende di calcestruzzo, cemento e aggregati operano dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. La certificazione include l’intera catena di fornitura del calcestruzzo: produttori di cemento, fornitori di aggregati e produttori di calcestruzzo. L’obiettivo del CSC è dimostrare come gli operatori stiano minimizzando gli impatti attraverso un approvvigionamento responsabile, essere riconosciuti dai principali sistemi internazionali per la valutazione della sostenibilità degli edifici (BREEAM, DGNB, LEED) e valutati finanziariamente nelle politiche pubbliche di appalti verdi.

Il calcestruzzo resta il materiale da costruzione più utilizzato al mondo ed è senza dubbio il più durevole, basti pensare al Pantheon o al Colosseo, esempi senza tempo della sua solidità. Creando un sistema di certificazione, il CSC promuove e diffonde consapevolezza sul calcestruzzo come materiale da costruzione sostenibile, per un futuro sicuro, duraturo e resiliente.

ASACERT, come Organismo di Certificazione accreditato, entra a far parte di una community di partner dell’industria del calcestruzzo europei, statunitensi, sudamericani e asiatici e avrà l’opportunità dialogare sui temi della sostenibilità con clienti e Comitato Tecnico, partecipare alle Tavole Rotonde degli Organismi di Certificazione e all’Assemblea Generale di CSC, sviluppando un’influenza mondiale nel settore.

Vogliamo essere un valore aggiunto per le aziende. In questo senso la sostenibilità, uno dei capisaldi dell’attività di ASACERT, è ancora una volta la nostra missione ispiratrice. Essere un Organismo di Certificazione per il CSC è un ulteriore passo verso l’affermarsi dei tre pilastri della sostenibilità  – Environmental, Social, Governance – in linea con i principi di sviluppo sostenibile riconosciuti dalla comunità internazionale. Siamo convinti che l’edilizia debba fare la sua parte per garantire un futuro di benessere per le persone e per il pianeta”. Il commento di Fabrizio Capaccioli AD di ASACERT. “Nuove azioni a tutela dell’ambiente, secondo criteri e rating oggettivi e comuni, affidati al vaglio di enti terzi. Questo segnerà il passo, farà la differenza tra ciò che è stato fino a ieri e ciò che dovrà necessariamente essere da oggi in poi. L’adesione al Concrete Sustainability Council rappresenta un riconoscimento per ASACERT da parte di una delle organizzazioni più influenti ed accreditate su questi temi, oltre che un ampliamento dei servizi che siamo in grado di offrire al mercato italiano”, conclude Capaccioli.