Se fino a qualche anno fa la formazione a livello aziendale era considerato un ‘nice to have’ oggi, è decisamente un valore aggiunto, che si traduce non solo in aumento delle competenze del team, ma inevitabilmente in valore di ritorno per l’azienda, trasmesso a tutti gli stakeholder. Secondo il PoliMi il 93% delle imprese ritiene la formazione aziendale rilevante per il raggiungimento dei risultati. Se da una parte la formazione era vista in passato come un costo da sostenere da parte delle aziende, oggi si guarda al costo dell’inazione e i rischi derivanti da una forza lavoro che non ha sviluppato competenze in linea con le esigenze dell’organizzazione.

Uno dei deficit che le aziende si trovano ad affrontare è la scarsità di competenze e di talenti. Ci si riferisce al deficit di abilità e di personale qualificato. Per le imprese, ciò comporta una difficoltà significativa nel colmare le posizioni aperte o nel trovare individui con le competenze richieste per poterli inserire nel team.

Questi problemi di scarsità di talenti e competenze, se non affrontati con attenzione, rischiano di ostacolare seriamente la capacità di crescita delle aziende, inclusi lo sviluppo e l’innovazione tecnologica. La formazione aziendale è un punto chiave, per l’empowerment, in quanto porta le persone ad avere un maggior attaccamento all’azienda, sentendosi valorizzati e riconosciuti come individui e come professionisti.

Un notevole impulso è fornito dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Le imprese che stanno agendo o che pianificano di agire nel contesto del PNRR mostrano una maggiore propensione a investire, nel periodo 2022-2024, nella formazione dei propri dipendenti. In particolare, si concentrano sugli investimenti relativi a:

 

Nello specifico, il PNRR individua l’acquisizione di competenze digitali, tecniche e scientifiche tramite programmi formativi di miglioramento delle competenze esistenti, acquisizione di nuove competenze e formazione manageriale rinnovata, come un mezzo efficace per preparare i lavoratori ad affrontare le sfide del mercato del lavoro. Questo approccio è altresì vantaggioso per le imprese, specialmente le PMI, poiché consente di aumentare la propria competitività.

Inoltre, il PNRR ha un impatto di apertura rispetto alla semplice organizzazione di corsi interni, poiché promuove la formazione fornita da enti esterni alle imprese. Il 72% delle imprese che partecipa al PNRR utilizza questa modalità di approccio formativo.

In un contesto sfidante come quello attuale, la formazione può finalmente essere alla portata di tutte le organizzazioni, così come per i singoli lavoratori-professionisti. Le aziende che riescono a valorizzare e formare i propri dipendenti in tempo reale ottengono un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Perché la formazione non è più solo un’opportunità ma una necessità, un’arma per affrontare le sfide del presente e del futuro.

ASACERT è in grado di soddisfare esigenze formative in diversi ambiti:

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ASACERT per Do No Significant Harm

Il Regolamento UE 852/2020 “Tassonomia per la finanza sostenibile” individua gli obiettivi e i criteri per determinare come ogni attività economica contribuisca alla tutela dell’ecosistema. Tutte le misure inserite nel PNRR, che siano investimenti o riforme, devono essere conformi al principio DNSH (Do No Significant Harm) ed è compito del nostro Paese dimostrare il rispetto di tale principio.

ASACERT offre una formazione mirata sul tema, che ha come obiettivo l’approfondimento della corretta interpretazione e le modalità applicative del principio, utile alla presentazione dei progetti per usufruire dei fondi messi a disposizione dal PNRR.

Il Regolamento recante la Tassonomia UE delle attività eco-sostenibili, sarà uno degli argomenti oggetto del corso, che individua i sei obiettivi ambientali ed una serie di criteri per determinare come ogni attività economica, non solo abbia l’obbligo di non arrecare danno a nessuno degli obiettivi ambientali, ma che contribuisca alla tutela dell’ecosistema.

 

Il corso DNSH è rivolto a tecnici, organizzazioni, consulenti che abbiano interesse a conoscere i dettami del principio DNSH, avendo necessità di presentare o rendicontare successivamente le attività svolte che si avvalgono dei fondi messi a disposizione dal PNRR. Il corso è rivolto sia ad operatori del mondo delle imprese che della Pubblica Amministrazione ed approfondisce:

 

Ha una durata di 4 ore, al termine del quale verrà consegnato un attestato di partecipazione. Erogato in FAD con modalità webinar è tenuto da esperti specializzati, con comprovata esperienza in materia di sostenibilità.

 IL 19% DELLA POPOLAZIONE GIOVANE NON LAVORA E NON STUDIA

“La formazione riveste un ruolo fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo individuale e collettivo”. Questa frase, che a molti può giungere banale, poi così scontata non è se valutiamo che nel 2022, i Neet (i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano) sono stimati al 19,0% della popolazione, percentuale più elevata tra le ragazze (20,5%) rispetto ai ragazzi (17,7%). Nel Mezzogiorno, l’incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord. Nel 2022, la partecipazione degli adulti alle attività formative – fondamentale per favorire l’occupabilità degli individui e la loro vita sociale e relazionale – interessa il 9,6% della popolazione nella fascia d’età tra i 25 e i 64 anni (il 9,4% della componente maschile e il 9,9% di quella femminile)*.

Proprio per invertire la tendenza e dare forza al tema della formazione continua, il 9 maggio 2023 è stato inaugurato “l’Anno europeo delle competenze”. L’iniziativa UE ha l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni europee, Stati membri, parti sociali, imprese e lavoratori dell’Unione a investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze per superare la carenza di manodopera e responsabilizzare gli individui a partecipare attivamente alle transizioni in corso del mercato del lavoro attraverso la formazione continua. Disporre di un ricco bagaglio di competenze rappresenta un elemento decisivo per cogliere le opportunità offerte dalla transizione verde e digitale. Tuttavia, attualmente oltre tre quarti delle imprese dell’UE incontrano difficoltà a trovare lavoratori qualificati e i dati Eurostat più recenti indicano che solo il 37% degli adulti ha l’abitudine di seguire corsi di formazione. Inoltre, 4 cittadini europei su 10 (1 lavoratore su 3) non dispongono delle competenze digitali di base. Già nel 2021, in ben 28 attività lavorative (dall’edilizia all’assistenza sanitaria, dall’ingegneria all’informatica) si registravano carenze in termine di competenze.

 

I Paesi membri dell’UE hanno approvato degli obiettivi sociali per il 2030 molto ambiziosi, in base ai quali almeno il 60% degli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione, contribuendo in tal modo a raggiungere entro il 2030 l’obiettivo di un tasso di occupazione di almeno il 78%. Entro tale anno nell’UE almeno l’80% degli adulti dovrebbe possedere competenze digitali di base e dovrebbero essere impiegati 20 milioni di specialisti delle TIC, mentre un numero maggiore di donne dovrebbe essere incoraggiato a svolgere tali attività professionali.

La formazione non è più solo un’opportunità, dunque, ma una necessità, un’arma per affrontare le sfide del presente e del futuro.

  1. Competenze per l’occupabilità: in un mondo in continua evoluzione, le competenze richieste dal mercato del lavoro cambiano rapidamente. La formazione offre l’opportunità di acquisire nuove competenze e di adattarsi alle esigenze del mondo del lavoro. Essere ben formati aumenta le probabilità di trovare un’occupazione soddisfacente e di essere competitivi nel mercato.
  2. Elevata qualità della vita: la formazione non si limita solo al campo lavorativo ma coinvolge tutti gli aspetti della nostra vita. Una persona istruita è più propensa a prendere decisioni informate sulla salute, la sicurezza, l’ambiente e la gestione finanziaria. La conoscenza ci dà la possibilità di capire meglio il mondo in cui viviamo e di contribuire positivamente alla società.
  3. Empowerment e autostima: imparare, superare sfide e raggiungere obiettivi personali ci rende più fiduciosi nelle nostre capacità. La formazione è un processo di empowerment che ci dà la forza di perseguire i nostri sogni e di realizzare il nostro potenziale.
  4. Innovazione e progresso sociale: le società progredite sono caratterizzate dalla capacità di innovare e adattarsi al cambiamento. La formazione è il motore dell’innovazione e del progresso sociale, poiché stimola la creatività e l’intelletto delle persone.
  5. Capacità di adattamento: nel mondo attuale, dove l’incertezza è una costante, la capacità di adattarsi è un’abilità essenziale. La formazione sviluppa la flessibilità mentale e ci aiuta ad affrontare situazioni nuove e complesse con maggiore sicurezza.
  6. Consapevolezza culturale e sociale: la formazione ci espone a culture diverse e ci aiuta a comprendere meglio la diversità del mondo. Questo favorisce l’inclusione sociale e il rispetto reciproco, creando una società più armoniosa.
  7. Sviluppo sostenibile: una formazione orientata alla sostenibilità può aiutare a promuovere comportamenti e pratiche rispettose dell’ambiente e delle risorse naturali. L’educazione ambientale è fondamentale per affrontare le sfide ecologiche del nostro tempo.

 

La formazione è un investimento prezioso che paga dividendi in ogni aspetto della nostra vita. Non si tratta solo di ottenere un titolo, ma di abbracciare la cultura dell’apprendimento continuo e della crescita personale. Il valore della formazione oggi risiede nella sua capacità di trasformare individui, società e il mondo in cui viviamo, rendendoci cittadini più consapevoli, responsabili e attivi nella costruzione di un futuro migliore. ASACERT organizza corsi di formazione rivolti professionisti di ogni settore e livello. I corsi, qualificanti e professionalizzanti, si caratterizzano per l’alto profilo tecnico-scientifico dei relatori e per un metodo di apprendimento basato sul coinvolgimento diretto dei partecipanti. Percorsi formativi valutati, calibrati e strutturati ad hoc, perché ogni organizzazione è differente, così come le persone che ne fanno parte. I corsi sono erogabili in house o via webinar, per una moltitudine di chances di crescita professionale e personale.

 

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*fonte dati ISTAT

Alla base del successo di ogni impresa e professionista c’è una competenza fondamentale: la capacità di parlare davanti a un pubblico.

Saper parlare con le persone che collaborano con noi, così come saper creare una conversazione fruttuosa con i possibili collaboratori, significa anche saper informare, persuadere, motivare e ispirare. Queste doti non sono facili da maturare e richiedono studi specifici in public speaking e tanta pratica sul campo.

Per parlarne abbiamo intervistato Marco Alberghini, attore professionista e docente di corsi di public speaking di successo, che aiuta da anni istituzioni, aziende, imprenditori e professionisti italiani a sviluppare le proprie doti comunicative in modo efficace.

marco alberghini

Marco, sei un attore di grande esperienza, ma anche un formatore specializzato da più di venticinque anni. Hai lavorato nei più importanti teatri italiani e hai fondato nel 2006 la compagnia stabile di Milano. Cosa ti ha portato ad avvicinarti alla formazione non strettamente legata al mondo teatrale, ma che si apre ad aziende, businessmen, opinion leaders, ma anche venditori o privati cittadini che desiderano avere più consapevolezza di sé e delle proprie competenze sociali e relazionali?

Nel 1996 mi chiesero di fare un corso di Public Speaking per un’importante azienda farmaceutica; ero un po’ spaventato ma, di fatto, il public speaking è una materia demandata agli attori, e così lo feci: fu un successo e da quel giorno non mi sono più fermato. È un privilegio poter partecipare in qualche modo alla vita del mondo aziendale italiano, ho grande rispetto per le aziende.

I tuoi corsi hanno formato tanti imprenditori e professionisti italiani. Quali sono le motivazioni più ricorrenti e quali sono i gap formativi che si riescono a colmare, quindi?

Fin troppo facile la risposta: la gestione dell’ansia. I gap formativi sono invece inconsci e si scoprono spesso durante il corso; il più importante di questi è sicuramente il cercare di non essere noiosi quando si espone.

Quali sono le doti e le caratteristiche principali che deve avere un bravo oratore, un professionista del public speaking?

Prima di tutto deve sapere instaurare una relazione con il suo pubblico e poi direi che deve capire che comunicare in pubblico non è come parlare al bar o dalla scrivania con il proprio collega; bisogna agire una modalità più “grande”, più “forte”.

Quali sono invece gli errori più ricorrenti, gli atteggiamenti o addirittura le frasi che non si dovrebbero mai dire?

L’errore più ricorrente sono i parassitismi verbali, ovvero l’inserire un suono (generalmente una vocale) tra una frase e un’altra (in inglese “uhm, uhm”): è veramente disturbante, è come ascoltare una radio fuori frequenza. Ci sono poi i parassitismi lessicali, ovvero ripetere costantemente parole come “sostanzialmente”, “praticamente”, “diciamo”, ecc… E poi ce ne sono tantissimi altri che sarà bello scoprire durante il corso.

Il contesto comunicativo odierno è sempre più complesso: passiamo gran parte della nostra giornata a comunicare mediante lo smartphone o il computer in maniera scritta e spesso asincrona. Questo modo di comunicare è molto diverso da quello in presenza, che implica una serie di variabili, tra le quali la comunicazione non verbale. In che modo la comunicazione digitale ha influito sulla nostra capacità di relazionarci all’altro di persona? In definitiva, possiamo essere dei comunicatori migliori?

Possiamo sempre essere dei comunicatori migliori, possiamo anzi migliorare continuamente. Essere, diventare dei bravi comunicatori è una soft skill trasversale che ha pari dignità, pari importanza rispetto alle hard skill tecniche. Nel mondo business di oggi è richiesta la capacità di saper comunicare in modo gradevole ed efficace, anche e soprattutto perché viviamo in un mondo digitale. Pensiamo ad esempio alla proliferazione esponenziale delle riunioni e della formazione online: quanto è importante conoscere e comunicare efficacemente mediante questi strumenti?

Quali pensi che siano le sfide più importanti della comunicazione odierna?

Mi riferisco solo alla mia materia, al public speaking. La sfida più importante è diffondere sempre più una cultura del public speaking, capire che è una capacità che fa la differenza e capire che ci si deve impegnare in tal senso come per una qualsiasi altra skill professionale. Siamo molto indietro rispetto ad altri Paesi.

 

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Un fondamentale vantaggio competitivo che un’organizzazione oggi ha rispetto alla concorrenza è la possibilità di apprendere più efficacemente e velocemente degli altri.

L’idea della formazione a cui dedicare ore o giornate intere, sta rapidamente cedendo il passo ad una realtà di apprendimento dinamica e liquida. Si stima, infatti, che un dipendente medio possa dedicare circa l’1% delle proprie 40 ore lavorative settimanali ad attività di formazione. Il minuto quotidiano si traduce in 24 minuti a settimana (circa 5 minuti al giorno). In questo apparentemente insignificante spazio temporale, i lavoratori potrebbero aggiornarsi con il minimo sforzo sulle best practices e sugli sviluppi del settore in cui lavorano. Sarebbe certamente difficile organizzare 5 minuti di formazione al giorno in modalità sincrona. Grazie al microlearning o microapprendimento, tuttavia, si può strutturare un percorso formativo particolarmente efficace, poiché le capacità attentive sono inversamente proporzionali al tempo di esposizione ad eventi di apprendimento. Ciò vale ancor di più se si parla di formazione a distanza (FAD), insomma, siamo più predisposti ad assorbire contenuti in pillole (microlearning) di 5 minuti, per poi continuare il resto del lavoro per tutto il giorno. Ebbene, uno studio ha portato a galla un dato piuttosto rilevante: gli iscritti ai corsi di eLearning hanno imparato 5 volte più materiale rispetto alle lezioni tradizionali, consentendo all’azienda di realizzare risparmi significativi sui costi. La ragione di questo successo deriva specialmente dalla modalità con cui i materiali didattici sono presentati agli utenti: informazioni veicolate in parti più piccole e facilmente assimilabili, rendono più facile la memorizzazione e la comprensione della relazione tra i vari concetti. A fronte di questo micro-impegno, il ritorno è davvero significativo, dal momento che si stima che il 72% delle organizzazioni valuta l’eLearning un vero vantaggio competitivo (Brandon Hall Group Research). Del resto, le statistiche evidenziano che le entrate del settore, dal 2000 ad oggi, sono cresciute di oltre il 900% e questa tendenza dovrebbe triplicare le sue dimensioni entro il 2025.

Questa new wave dell’apprendimento aziendale, lascia spalancata la porta ad un atteggiamento meno convenzionale nei confronti della formazione, responsabile di un ritorno di profitto pari al 24%, secondo una indagine della American Society for Training and Development, basata su 2500 aziende.

Il vantaggio di una formazione così strutturata è anche economico, poiché è meno costosa di quanto comunemente percepito. La spesa per la formazione, è un investimento che aumenta concretamente la produttività aziendale, oltre che rappresentare un momento di empowerment e valorizzazione del singolo dipendente.

In questo contesto, risulta fondamentale essere in grado di applicare rapidamente le competenze appena apprese, indipendentemente dal ruolo interno all’azienda. Questo può essere realizzato solo se si sa dove andare e, quindi, risulta fondamentale in questo scenario strutturare un piano formativo personalizzato per ogni azienda e possibilmente per ogni dipendente, cucito su misura sui bisogni formativi di ciascuno. Questo è l’approccio di ASACERT nei confronti della crescita delle competenze interne a tutte le organizzazioni, senza dimenticare il rafforzamento dei singoli professionisti per aumentarne la competitività e il valore di mercato, oltre che la produttività.

Fare in modo che i dipendenti siano aggiornati sui cambiamenti del mercato, in un contesto sfidante come quello attuale, può finalmente essere alla portata di tutte le organizzazioni, così come per i singoli lavoratori-professionisti, grazie all’offerta formativa di ASACERT. Le aziende che riescono a valorizzare e formare i propri dipendenti in tempo reale ottengono un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Aggiornarsi, sì, per riqualificare le risorse aziendali ed essere in grado di affrontare le sfide del mercato.

ASACERT, professionisti nel darti valore!

In arrivo importanti novità per l’ambito formativo: ASACERT amplia l’offerta dei corsi, per una ripartenza in linea con le nuove esigenze delle organizzazioni.

Coerentemente con il proprio piano strategico, ASACERT punta ancora sulla diversificazione e sull’ampliamento dell’offerta formativa.
Da settembre, nuove opportunità di crescita, tante le novità riguardanti corsi professionali e di sviluppo delle potenzialità delle risorse aziendali.
Nuovi contenuti studiati con l’intento di aumentare la competitività delle imprese e migliorare le performance dei collaboratori.

È l’approccio innovativo che contraddistingue l’offerta formativa di ASACERT. Il mercato sta subendo profonde modifiche anche a seguito delle vicende degli ultimi mesi, una crisi insidiosa, sottovalutata dai più sin dall’inizio. Un mutamento che va governato in modo produttivo, con nuovi paradigmi e approcci sempre più efficaci. ASACERT ha intercettato le necessità delle aziende di essere reattive ai cambiamenti, sviluppare attitudini resilienti, per guardare all’eccellenza come standard.

Da qui nasce l’esigenza di arricchire l’offerta formativa di “saperi pragmatici” con nuovi percorsi professionalizzanti in un costante upgrade delle competenze. Una nuova e pervasiva formazione continua.

Un approccio innovativo, orientato al trasferimento di abilità professionalizzanti, tipiche di ruoli aziendali definiti e figure altamente specializzate in tematiche emergenti, relative a processi operativi, con una spiccata attenzione alle dinamiche relazionali, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse interne alle organizzazioni e sviluppare approcci flessibili e resilienti.

La nuova offerta formativa nasce dalla ventennale esperienza di ASACERT nel mondo delle organizzazioni di tutto il mondo. Le imprese hanno sempre più bisogno di organizzare un presente complesso e un futuro in continua evoluzione. Hanno necessità di dotarsi di competenze di natura organizzativo-gestionali e relazionali-comunicative, che contribuiscano ad una governance in linea con le sfide di un mondo complesso come il nostro.

L’approccio di ASACERT nella costruzione del piano formativo è, per così dire, olistico, guardando all’organizzazione come ad un organismo complesso, in cui ogni singolo settore è da considerare parte del tutto aziendale. Un piano strategico efficace deve includere un programma formativo strutturato su misura, valutato e calibrato ad hoc, perché ogni organizzazione è differente, così come le persone che ne fanno parte. Anche le modalità di erogazione-fruizione dei corsi possono essere personalizzate, per apportare il maggior beneficio alle imprese, con il minor disagio organizzativo: webinar, e-learning, attività in presenza nel pieno rispetto delle normative in tema di sicurezza socio-sanitaria.

Investire nella formazione significa rafforzare il sistema immunitario di ciascuna organizzazione, al pari di ciascun individuo in buona salute che, nonostante un’ondata virale, riesce a farvi fronte riportando danni nulli o minimi. È vitale incorporare meccanismi di resilienza tali da riuscire a fronteggiare qualsiasi difficoltà, con strategie strutturate per ridurre al minimo il tempo di ripristino delle attività a pieno regime, anche in caso di interruzione forzosa.

ASACERT ha deciso di realizzare corsi qualificanti e professionalizzanti, che si caratterizzano per l’alto profilo tecnico-scientifico dei relatori e per un metodo di apprendimento basato sul coinvolgimento diretto dei partecipanti.

Vi aspettiamo a Settembre perché:

Non è la specie più forte che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti

C. Darwin

 

ASACERT amplia i servizi a disposizione delle imprese con l’offerta formativa dedicata alle soft skills, per essere al passo con i tempi e rappresentare un partner sempre più strategico e cruciale per lo sviluppo e la crescita dei propri clienti.

Il tema ormai è mainstream anche in Italia: le soft skills, intese come le caratteristiche relative alla personalità, ai driver motivazionali e alle abilità relazionali sono presenti in ogni individuo, ma bilanciate in maniera diversa da persona a persona. Si tratta di un set di abilità per lo più modificabili e potenziabili rendendole oggetto di upgrade (una volta quantificate e valutate da uno specialista).

L’argomento soft skill si sta sviluppando velocemente non solo nel settore delle risorse umane, poiché emergono ogni qualvolta ci si distacca da mansioni puramente operative e tecniche.

È importante, infatti, che nelle aziende tutte, vi sia una strutturazione trasversale per poter riconoscere e quindi mappare le soft skills nei singoli individui, che in tal modo diventano risorse, con l’affidabilità di sempre, ma con applicazioni e potenzialità rinnovate.

ASACERT amplia i servizi a disposizione delle imprese, arricchendole con l’offerta formativa dedicata alle soft skills, per essere al passo con i tempi e rappresentare un partner sempre più strategico e cruciale per lo sviluppo e la crescita dei propri clienti.

La centralità dell’individuo in tutte le organizzazioni, rappresenta un valore inestimabile”. Così l’Amministratore Delegato di ASACERT Fabrizio Capaccioli – e prosegue – “In ASACERT, siamo da sempre convinti che il vero capitale su cui ogni azienda deve investire è quello umano, indipendentemente da dimensioni e fatturato. Puntare alla crescita delle risorse nell’organizzazione è un investimento sul futuro stesso dell’azienda”.

La consapevolezza da cui non si può prescindere è, pertanto, che ciascuno deve potenziare le proprie capacità di flessibilità e adattabilità a scenari sempre diversi, governando lo stress che ne può derivare e abbracciando il cambiamento come un’ opportunità. Spesso questo approccio rappresenta una conditio sine qua non per continuare a far parte di una organizzazione, a tutti i livelli: dipendenti a tempo indeterminato, temporary, fractional. I manager levigati, come blocchi di marmo e omologati nelle loro performance, stanno lasciano finalmente spazio a figure dai tratti più umani, persone dotate di caratteristiche uniche, che sono desiderose di fare proprie, con approccio creativo, leve motivazionali e umane (oltre che professionali) tutte da potenziare e valorizzare.

A fianco alle conoscenze tecniche e accademiche (hard skills), che un professionista deve avere per poter svolgere il proprio lavoro in maniera corretta ed appropriata, le soft skills sono quelle competenze che riguardano soprattutto la parte umana e profonda di un individuo e sono tra le competenze più richieste per avere successo nel mondo del lavoro. Parliamo di: comunicazione efficace, tecniche di negoziazione, comunicazione non verbale, capacità di leadership e di lavorare all’interno di un team, capacità di ascoltare e di dare feedback efficaci agli interlocutori, adattabilità ai contesti e alle situazioni o, ancora, disponibilità all’apprendimento, ecc.

L’uso appropriato e consapevole delle soft skills sia a livello personale, che all’interno di un’organizzazione  rappresenta il valore aggiunto che fa la differenza tra un’impresa e i suoi concorrenti. L’elemento positivo è che sono abilità e competenze relazionali che in parte sono innate, ma in buona misura possono essere apprese e migliorate.

ASACERT accompagna e supporta le imprese di ogni settore e dimensione, verso un percorso formativo valutato, calibrato e strutturato ad hoc, perché ogni organizzazione è differente, così come le persone che ne fanno parte.

“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.”
Sir W. Churchill

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