27 Marzo 2020

CambiaMenti: Tutelare la salute umana conservando la biodiversità

L’analisi della Società Italiana di Medicina Ambientale in merito al legame tra i livelli di particolato atmosferico e il Covid-19, le considerazioni dell’Associazione Nazionale dei Risk Manager Aziendali, l’Economia Circolare e la resilienza come strategie vincenti, i temi emersi durante l’ultima diretta streaming organizzata dal Rotary Club di Milano Porta Venezia. ASACERT presente.

Ci troviamo, ormai da diverse settimane, nel pieno di quella che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha certificato come emergenza internazionale di salute pubblica.

Si afferma, col passare dei giorni, confinati nel nostro responsabile isolamento, volto al distanziamento sociale e al bio-contenimento del patogeno, la certezza che nulla sarà più come prima. Al di là delle misure straordinarie e di emergenza di limitazione delle libertà individuali e collettive, che pur gradualmente scemeranno, sarà necessario un cambiamento che interesserà, sempre di più, ogni aspetto della vita di tutti noi. Il punto è che non possiamo più assistere passivamente, abbiamo l’obbligo di essere attori responsabili, sulla scia di un’emergenza, che ha solo accelerato un improcrastinabile cambio di visione e prospettiva di un mondo tutto nuovo, non solo per le generazioni future. Si tratta di mettere in atto una best practice di stili di vita, virtuosi quanto necessari, ora e adesso.

Di questo si è parlato all’incontro “CambiaMenti: Tutelare la salute umana conservando la biodiversità”, promosso dal Rotary Club di Milano Porta Venezia, trasmesso in streaming sulla pagina Facebook della nota associazione, che riunisce circa 1,2 milioni di persone in tutto il mondo.

Nell’approccio multi sfaccettato delle analisi sulla diffusione del Covid-19, particolarmente suggestivo e inquietante, nella sua credibilità, è il punto della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA). Il Presidente dell’autorevole associazione, il Prof. Alessandro Miani, è stato ospite dell’incontro. Si è parlato dei risultati della ormai nota ricerca riguardante i livelli di particolato atmosferico, che fungerebbe da carrier per il trasporto di molti contaminanti, virus compresi. Partendo da queste considerazioni, la SIMA evidenzia una simmetria tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di PM10, nelle aree interessate, e il numero di casi positivi da COVID-19. Nel Position Paper pubblicato si afferma che le elevate concentrazioni di particolato atmosferico osservate nella Pianura Padana, hanno esercitato un’azione di “boost”, cioè di incremento alla diffusione virulenta dell’epidemia. Sono analisi che andranno certo supportate da ulteriori e approfonditi studi, ma che rappresentano un buon punto di partenza per la spiegazione del fenomeno, almeno nei suoi aspetti così devastanti dal punto di vista della diffusione territoriale.

Un’analisi che trova basi solide nel dato che vede l’Italia primeggiare nella triste Euro-chart sui decessi prematuri causati da biossido di azoto (NO2, 14.600 persone), seguita da Germania (11.900 persone) e Regno Unito (11.800 persone).

La considerazione ulteriore che va fatta, che è strettamente connessa alle misure di contenimento, è l’evidenza che le misure adottate per contrastare la diffusione del virus, funzionano nella riduzione del particolato, di cui il Prof. Miani si è occupato, seppur analizzando il dato con scopi differenti. Il punto di vista espresso nello stesso incontro, riguardante la tutela della salute umana conservando la biodiversità, dal Chief Manager di Prysmian Group e Presidente di ANRA, Alessandro De Felice, sulle analisi riguardanti la qualità dell’aria, dimostrano che dobbiamo ripensare il nostro modello di sviluppo di mobilità e di sfruttamento industriale delle risorse. Dobbiamo ridurre velocemente le attività che impattano sull’ambiente e porre un freno alla domanda delle risorse. I fattori che saranno fondamentali per il nostro futuro, saranno l’accelerazione e l’approfondimento sulla prevenzione del rischio pandemie, l’attuazione di politiche contro l’emergenza ambientale e una maggiore consapevolezza diffusa dell’impatto del nostro stile di vita e delle nostre abitudini alimentari. I nostri consumi sono scelte personali, ma sono connessi ad un sistema di produzione i cui effetti collaterali hanno conseguenze sul pianeta e sull’intera comunità.

Naturalmente occorrono politiche coerenti. Il nuovo Green Deal europeo si muove in questa direzione. La Commissione Europea ha, infatti, adottato un nuovo piano d’azione per l’Economia Circolare, per un’Europa più pulita e più competitiva. Nel rapporto italiano sull’economia circolare 2020, che recepisce il Green Deal europeo, il focus è l’approfondimento sulla bioeconomia rigenerativa, settore strategico per l’economia circolare, che può contribuire sia a consolidare il futuro di settori già di successo, sia ad aprire nuovi sviluppi. Il consumo di materiali cresce a un ritmo doppio di quello della popolazione mondiale. È il momento di mettere in atto le migliori strategie di difesa per aumentare l’efficienza, tagliare gli sprechi, inventare nuove soluzioni. Un momento che stimola a fare delle profonde riflessioni per uno sviluppo sostenibile. De Felice, mette in evidenza che l’Italia parte da un vantaggio competitivo, anzi due: saremo i primi in Europa ad uscire dalla crisi, perché i primi ad esserne stati colpiti ed il terzo Paese a livello globale (dopo Cina e Corea), oltre ad avere un ulteriore plus: l’Italia è leader nell’economia circolare. Un approccio che punta alla riduzione del consumo di materiali, suolo, risorse naturali, ma anche della possibilità di far crescere l’occupazione e i posti di lavoro, grazie a metodologie green anche nel campo delle infrastrutture e dei trasporti. Ogni abitante della Terra utilizza più di 11.000 chili di materiali all’anno. Un terzo si trasforma in breve tempo in rifiuto e finisce per lo più in discarica; solo un altro terzo è ancora in uso dopo appena 12 mesi.

Fabrizio Capaccioli, amministratore delegato di ASACERT e Presidente del Rotary Club di Milano Porta Venezia, organizzatore dell’incontro, auspica un diffuso atteggiamento respons-abile, nella sua capacità di dare risposte durature e strategiche a lungo termine anche quando non saremo più in pericolo. “È vitale trovare un equilibrio tra l’economia, le produzioni e il rispetto per la natura, non solo ideologiche e di principio, ma concrete e attuabili.” E conclude: “Adottare atteggiamenti consapevolmente resilienti, in linea con le sfide che non ci aspettano domani, ma bussano già alla nostra porta oggi, rappresenta l’unica strategia efficace per ripartire con sguardo positivo e atteggiamenti costruttivi per il nostro nuovo futuro che, se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, è già cominciato.”