8 Gennaio 2019

Buia: «Delusi da legge di Bilancio: niente investimenti. Subito gli snellimenti»

Il presidente Ance: «Spinta sul 2019 ridotta da 3,5 miliardi a 550 milioni. Dl Semplificazione ultima spiaggia per il settore»

Fortemente delusi dalla legge di Bilancio, per lo sgonfiamento della spinta immediata ai cantieri introdotto con la trattativa finale con la Commissione europea; e anche da decreto legge Semplificazioni, per la mancanza totale delle attese misure di semplificazione a burocrazia e Codice appalti di cui si parla da mesi.
Il presidente dell’Ance Gabriele Buia in audizione al Senato, però, dopo le delusioni prova ancora a crederci, e propone al Parlamento un pacchetto dettagliato di proposte per sbloccare subito il settore.

DELUSIONE PER LA LEGGE DI BILANCIO
«Siamo fortemente delusi dalla legge di Bilancio, dobbiamo dirlo: pensavamo che fosse una manovra keynesiana fondata sugli investimenti pubblici, così era stato annunciato, ma alla fine nell’accordo con Bruxelles sono stati sacrificati gli investimenti». Lo ha detto ieri Gabriele Buia, presidente dell’Ance, in audizione al Senato sul decreto legge Semplificazione. «Gli effetti della legge di Bilancio sul rilancio delle opere pubbliche – ha aggiunto Buia – sono state ridotte, per il 2019, da 2,5 miliardi a 550 milioni di euro». Nel Ddl presentato dal governo a ottobre – spiega l’Ance – si prevedeva un aumento di 3,5 miliardi di euro nella spesa effettiva di cassa statale 2019 per gli investimenti pubblici, rispetto alla legislazione pre-vigente, e in tutto di 15,5 miliardi nel triennio 2019-2020. Il testo finale approvato, invece, riduce questo aumento a 550 milioni nel 2019, rinviando gran parte della spinta (10,5 miliardi) al biennio successivo, e comunque riducendola da 15,5 a 11 miliardi nel triennio.

«La norma nella Legge di Bilancio 2019 – ha aggiunto Buia – che consente di affidare la manutenzione delle strade di Roma al Ministero della Difesa (60 milioni di euro per la manutenzione e 15 per i mezzi) è una scelta figlia dell’incapacità di utilizzare le risorse e delle mancate semplificazioni». «Una scelta – ha aggiunto il presidente dell’Ance – alla quale ci opporremo con forza in tutte le sedi perché contraria ai principi di base del libero mercato, perché va in direzione opposta rispetto alle dichiarazioni di rilancio del comparto delle costruzioni e fa pagare ancora una volta alle imprese il prezzo dell’inefficienza legislativa e dell’incapacità amministrativa». Il riferimento è alla gara del Comune di Roma per la manutenzione straordinaria pluriennale delle strade, 12 lotti per 78 milioni di euro, pubblicata nell’aprile 2017 e mai aggiudicata per mancanza delle commissioni di gara.

DELUSIONE PER IL DECRETO SEMPLIFICAZIONE
«Dopo settimane di difficile gestazione, abbiamo dovuto prendere atto che il decreto legge Semplificazioni ha contenuti molto limitati, rispetto alle prime bozze circolate, e insufficiente rispetto alle necessità di rilancio del settore delle costruzioni, che dopo 11 anni di crisi ha perso 120mila imprese e 600mila lavoratori». Lo ha detto il presidente dell’Ance Gabriele Buia in audizione al Senato sul Dl Semplificazioni. L’unica norma rimasta nel decreto è quella sull’esclusione delle imprese dalle gare per “illeciti professionali”, norma che aumenta i poteri delle stazioni appaltanti e che secondo Buia «rischia di portare a una maggiore indeterminatezza della categoria del grave illecito». E comunque – aggiunge Buia – «le urgenze sono altre, e il decreto Semplificazioni rappresenta l’ultima occasione per gettare le basi per una ripresa delle costruzioni».

LE PROPOSTE DELL’ANCE
«Dopo dieci anni di crisi non abbiamo più tempo. Ecco sei proposte da inserire subito nel decreto Semplificazioni per rilanciare il settore delle costruzioni». Il presidente dell’Ance Gabriele Buia in audizione ha suggerito al Senato: 1) nel sottosoglia Ue, ridurre l’applicazione dell’offerta più vantaggiosa (prevista oggi da 2 milioni di euro in sù), rivelatasi troppo complicata e discrezionale per la Pa, tornando a un’aggiudicazione basata sul solo prezzo ma con “metodo antiturbativa” ed esclusione automatica delle offerte anomale; 2) sempre nel sottosoglia, eliminare la possibilità del sorteggio per scegliere le imprese da invitare; 3) garantire trasparenza e rotazione inviti, con possibilità di riservare il 50% degli inviti alle imprese locali; 4) congelare le attuali attestazioni Soa in attesa della riforma della qualificazione; 5) ripristinare la possibilità dell’appalto integrato (progettazione esecutiva e lavori); 6) nelle crisi di impresa, lititare la responsabilità solidale delle imprese nelle Ati. Tutte misure che l’Ance suggerisce solo fino al 31 dicembre 2019, in attesa della revisione complessiva del Codice appalti prevista dal governo. L’Ance suggerisce invece, a regime, procedure di semplificazione delle procedure approvative delle opere pubbliche, coma la riduzione del ruolo del Cipe alla sola programmazione, la riduzione del parere obbligatorio del Consiglio superiore dei Lavori pubblici da “sopra i 100 milioni” di euro di valore dell’opera a “sopra 200 milioni”, la semplificazione delle procedure approvative in conferenza di servizi.

Fonte: Edilizia e Territorio

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