Si chiamano blockchain, intelligenza artificiale, ecosistema delle startup i primi segnali di attenzione del governo “gialloverde” all’innovazione digitale. Interventi sono stati inseriti nel decreto semplificazioni e durante il percorso parlamentare della manovra potrebbero esserci delle integrazioni.
Blockchain e AI
Giocando di sponda con analoghe iniziative già lanciate dalla Direzione generale Connect della Commissione europea, il ministero dello Sviluppo economico è partito con una doppia “call for experts”. La prima, dedicata a all’intelligenza artificiale (AI), si è conclusa lunedì. «Abbiamo ricevuto oltre 200 domande di partecipazione» ha commentato Marco Bellezza, consigliere giuridico della presidenza del consiglio, intervenendo al convegno “Industry 4.0” di Digital 360. Il processo di selezione dovrà portare a un gruppo di lavoro composto da 10 esponenti del mondo imprenditoriale o delle associazioni di categoria che operano in ambito AI; 10 esponenti di organismi e centri di ricerca, del mondo accademico o think-tank; 10 delle organizzazioni sindacali, del terzo settore, dei consumatori o, in generale, della società civile. Lo stesso schema è stato replicato per selezionare il team che dovrà lavorare a una strategia nazionale per la blockchain (il termine per le domande in questo caso è il 28 ottobre), dopo la recente adesione italiana alla partnership europea. «Intendiamo lanciare almeno un paio di progetti pilota – ha aggiunto Bellezza a “Industry 4.0” – per la certificazione basata su blockchain di prodotti made in Italy».
Per progetti innovativi su blockchain e intelligenza artificiale, e nei servizi relativi all’internet of things, il governo ha preannunciato il varo di un Fondo di sostegno presso il ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del decreto semplificazioni. C’è poi l’obiettivo di costituire, entro la fine dell’anno, il fondo dei fondi che dovrebbe agevolare la diffusione del venture capital, anche con il contributo della Cassa depositi e prestiti.
La spinta alle startup
Per il fondo di venture capital a sostegno delle startup (digitali e non solo) il lavoro passo attraverso l’azione di “moral suasion” finalizzata a coinvolgere nell’iniziativa soggetti istituzionali come casse previdenziali, fondi pensioni, assicurazioni e fondazioni bancarie. Lo strumento si ispirerà a modelli stranieri, a partire dalla Bpi francese, secondo uno schema di co-machting tra risorse dei soggetti istituzionale e di fondi privati, anche stranieri. E si studia di recuperare un emendamento preparato ma non approvato nel corso della passata legislatura, per vincolare a favore del fondo una quota degli investimenti qualificati effettuati dagli enti previdenziali nell’ambito dei Pir (piani individuali di risparmio).
Tlc e banda ultralarga
Dopo il negoziato su Ilva, chiuso all’inizio di settembre, e il riassetto di Alitalia, che si punta a chiudere per ottobre, sarà probabilmente Telecom l’altro grande dossier all’attenzione del ministero dello Sviluppo economico. Aleggia sempre l’idea di una rete tlc a controllo pubblico, ma non necessariamente l’operazione passerebbe per un’integrazione tra gli asset di Tim e di Open Fiber (la società controllata da Enel e Cdp).
Urgente, poi, è la ripresa del negoziato con la Commissione europea per sbloccare l’assegnazione di 1,3 miliardi destinati ai voucher per l’attivazione di servizi a banda ultralarga. L’impressione però è che si intenda segnare almeno una parziale discontinuità rispetto alle scelte degli ultimi anni, considerata anche la suggestione pentastellata per “internet di cittadinanza”, una sorta di diritto gratuito alla banda larga di base da includere nel servizio universale. Tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo, il tema potrebbe incrociare il recepimento nazionale del nuovo Codice europeo delle comunicazioni che apre la strada all’obbligo di fornitura dei servizi a banda larga di base a prezzi accessibili.
Si vedrà. Per ora il ministero si sta concentrando su interventi minori. Come la riorganizzazione del progetto Wi-Fi Italia. «C’erano poche risorse per troppi punti in tutta Italia» la tesi del ministro Di Maio. Di qui la decisione di concentrare i fondi a favore delle aree terremotate: razionalizzazione da 8 milioni di euro.
Tv 4.0
Prosegue intanto il tavolo di confronto sul riassetto delle frequenze televisive, diventato necessario dopo l’assegnazione delle frequenze 5G agli operatori telefonici. Lunedì scorso si è svolta la seconda riunione al ministero dello Sviluppo per gestire la liberazione della banda 700 Mhz che le emittenti televisive dovranno lasciare per il 5G. «Abbiamo trovato una situazione che va corretta – ha spiegato Bellezza – e stiamo studiando il modo migliore di farlo con la condivisione di tutti i soggetti coinvolti».
Fonte: Il Sole 24 Ore
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