4 Dicembre 2018

Appalti, nel decreto semplificazioni le prime correzioni: più facili le gare sottosoglia

Nel decreto che andrà in Consiglio dei ministri questa settimana l’alleggerimento delle procedure di gara sotto i 5,5 milioni

Sarà necessariamente una risposta interlocutoria quella che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, darà domani sulla Torino-Lione ai comitati «Si Tav», invitati a Palazzo Chigi dopo la manifestazione di Torino. Inevitabile per il governo attendere l’analisi costi-benefici commissionata dal ministro delle Infrastrutture Toninelli in stretto raccordo con ilvicepremier Di Maio e attesa per la fine del mese. Al tempo stesso il premier vorrà rimarcare come il suo governo lavora per la crescita, per gli investimenti e per il rilancio delle infrastrutture piccole e grandi. Per dare credibilità a questa posizione Conte non si limiterà a promettere qualche norma aggiuntiva nella legge di bilancio e a ricordare i 15 miliardi in più già stanziati in quel provvedimento. Annuncerà lo sblocco del terzo valico Genova-Milano, prima opera per cui arriva la “pagella” dei tecnici, e la riapprovazione nel Consiglio dei ministri di mercoledì o giovedì di un decreto legge semplificazioni potenziato. In particolare, nel decreto è stato inserita la prima tranche della riforma del codice degli appalti, che modifica e alleggerisce le procedure di gara per le piccole opere «sottosoglia», quindi inferiori ai 5 milioni di euro. Nella stessa riunione del governo dovrebbe essere varato il disegno di legge delega che rimette mano complessivamente al codice degli appalti varato dal governo Renzi e correttto già una volta dal governo Gentiloni. Una profonda riforma del codice appalti è quello che chiedono anche le imprese.

Dopo due mesi nel “congelatore” riapproderà dunque questa settimana (forse già domani) al consiglio dei ministri il decreto semplificazioni che era stato approvato «salvo intese» lo scorso 15 ottobre. Tra le novità, rispetto alle norme già annunciate, c’è la proroga per il rimborso del prestito Alitalia (nel termine di 30 giorni dal completamento della cessione degli asset). Ma c’è anche l’abolizione del Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. Non ci saranno nuove proroghe della concessione ai privati e si studia un sistema la cui gestione sarà effettuata direttamente dal ministero dell’Ambiente. Fino alla definizione del nuovo sistema, dal 1° gennaio 2019 i soggetti su cui ricade l’obbligo potranno usare il tradizionale metodo “cartaceo” oppure la modalità telematica consentita in base al Codice dell’amministrazione digitale. Spunta anche la modifica alle norme sull’esecuzione immobiliare per proteggere dal pignoramento degli immobili gli imprenditori in crisi a causa di crediti non saldati dalla Pubblica amministrazione. Confermate le altre misure: dai 50 milioni al Fondo di garanzia a difesa proprio degli imprenditori che hanno crediti con la Pa, alle nuove semplificazioni per le startup, alla validità giuridica per la tecnologia blockchain. Non c’è invece – almeno secondo le ultime bozze – la norma sull’Rc auto “equa” fortemente voluta dai Cinque Stelle e dal ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio per ridurre i costi soprattutto nelle aree del Sud più penalizzate. Finora avrebbe pesato il secco “no” della Lega.

Sul fronte lavoro, in bilico le due norme che “correggono” il decreto dignità. Con la prima si prova a dare maggior peso alla contrattazione nazionale nel gestire le causali che sono tornate obbligatorie nei contratti a termine. Con la seconda, si era ipotizzata la cancellazione del contributo aggiuntivo, 0,5%, in caso di rinnovi dei contratti interinali e stagionali.

Fonte: Edilizia e Territorio

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