25 Ottobre 2018

L’Anci ai Comuni: ancora possibile accettare offerte in buste di carta con dentro Cd o chiavette

Nella nota che fa il punto sulle novità scattate il 18 ottobre l’associazione indica una “scappatoia” all’obbligo di comunicazioni elettroniche tra Pa e imprese

Niente panico. Anche dopo il 18 ottobre le Pa potranno accettare offerte consegnate in buste e plichi, come fatto finora, con l’unica accortezza di sostituire, all’interno, i documenti di carta con supporti informatici tipo cd o chiavette. È il metodo suggerito dall’Anci per dribblare l’obbligo di comunicazioni elettroniche negli appalti, che impone a stazioni appaltanti e imprese di scambiarsi informazioni e documenti soltanto per via elettronica, mandando al macero la carta.

In una nota operativa sulle novità appena entrate in vigore, l’associazione dei Comuni ribadisce innanzitutto che l’obbligo scattato il 18 ottobre impone alle stazioni appaltanti «di utilizzare idonei strumenti informatici per la trasmissione e ricezione della documentazione di gara, ma non vi sia alcun obbligo di ricorso alle procedure telematiche», intese come piattaforme elettroniche di negoziazione.

Il motivo, spiega l’Anci, è che la direttiva europea 24/2014, da cui discende l’obbligo, prevede che il ricorso obbligatorio a mezzi di comunicazione elettronici «non dovrebbe tuttavia obbligare le amministrazioni aggiudicatrici a effettuare il trattamento elettronico delle offerte, né a procedere alla valutazione elettronica o al trattamento automatizzato».

Questo passaggio, nella ricostruzione dell’Anci, fa si che anche dopo il 18 ottobre, le Pa «senza ricorrere alla gestione integrale della gara su piattaforma informatica», «possano utilizzare sistemi informatici specifici che si limitino alla ricezione e trasmissione della documentazione e informazioni di gara, incluse le domande di partecipazione e il Dgue, previsti dal Codice dei contratti e in conformità con quanto disposto dal Cad (codice dell’amministrazione digitale, ndr)».

Il vero passo in avanti arriva però con il suggerimento legato alla gestione delle offerte. Il passaggio che, insieme alla consegna del Dgue, più sta creando problemi alle amministrazioni in ritardo sul fronte della disponibilità di sistemi di gestione elettronica degli appalti.

L’Anci ricorda che le stazioni appaltanti possono usare messi diversi da quelli elettronici per assicurare sicurezza e protezione delle informazioni. Sicurezza e protezione delle informazioni sono paletti talmente insuperabili che per questo motivo non è ammesso la consegna delle offerte attraverso posta elettronica certificata. Perchè, ricostruisce ancora l’Anci, «se è vero che la Pec garantisce l’integrità dei dati, di certo non può garantire la riservatezza e l’apertura del contenuto soltanto dopo il termine di presentazione
delle offerte».

Allora? La conclusione dell’Anci è che, proprio la necessità di garantire la sicurezza e la riservatezza delle offerte, anche dopo il 18 ottobre è possibile usare modalità diverse da quelle elettronici per la presentazione delle proposte tecnico economiche. Quali? 
«Tra queste, ad esempio, si ritiene annoverarsi anche la possibilità di presentare l’offerta in formato elettronico, su supporto informatico, all’interno della busta chiusa, sigillata e controfirmata». Dunque anche cd o chiavette inserite nella classica busta possono andare bene. A una condizione. Che il ricorso a questo espediente, «trattandosi di una deroga», sia ben motivato dalla stazione appaltante.

Fonte: Edilizia e Territorio

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