8 Marzo 2021

8 marzo e sostenibilità di genere. Obiettivo 5, Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

ASACERT si batte da sempre e, ogni giorno con crescente engagement, per la Sostenibilità, in ogni sua declinazione. L’8 marzo: un’occasione in più per trovare strategie di riduzione del gender gap.

Garantire parità di condizioni competitive tra generi, un obiettivo che si ottiene non certo inseguendo quote rosa. La donna viene coinvolta, inclusa più di prima, maggiormente per una retorica del politically correct, nella gran parte dei casi, non per una reale attribuzione e riconoscimento di prezioso valore aggiunto apportato alle realtà produttive, istituzionali, sociali. È l’efficienza, la concretezza, più che l’equità, a suggerire un maggiore coinvolgimento del genere femminile nei processi di produzione. Siamo ben lontani da un break even point, ma dobbiamo con tutte le nostre energie (cominciando proprio da noi imprenditori) a tendere al punto di pareggio e parlo nel nostro interesse. Non può esserci sostenibilità vera, senza un adeguamento serio e strutturale, antropologico, parallelamente a quello economico-finanziario, della cosiddetta questione femminile”. Il pensiero di Fabrizio Capaccioli – Amministratore Delegato ASACERT, ideatore del format Milano Sostenibile.

I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 sono dal 2016 il quadro di riferimento globale per affrontare a livello nazionale e internazionale le grandi sfide del pianeta. Tra questi l’obiettivo 5 pone come traguardo l’uguaglianza di genere. Puntare a un riequilibrio del gender gap, investendo culturalmente ed economicamente.

L’Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne. Le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà.

5.1: Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze.

5.2: Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo.

5.3: Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili.

5.4: Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie, conformemente agli standard nazionali.

5.5: Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica.

5.6: Garantire accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in ambito riproduttivo, come concordato nel Programma d’Azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo e dalla Piattaforma d’Azione di Pechino e dai documenti prodotti nelle successive conferenze.

5.a: Avviare riforme per dare alle donne uguali diritti di accesso alle risorse economiche così come alla titolarità e al controllo della terra e altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in conformità con le leggi nazionali.

5.b: Rafforzare l’utilizzo di tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per promuovere l’emancipazione della donna.

5.c: Adottare e intensificare una politica sana ed una legislazione applicabile per la promozione della parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e bambine, a tutti i livelli.