Nello sport, la falsa partenza è una partenza compiuta dall’atleta prima del colpo di pistola sparato dall’arbitro oppure al segnale di via. Qui la gara che si deve vincere riguarda la ripartenza del paese, quello vero, fatto di aziende soprattutto di piccole e medie dimensioni, che stentano a vedere un futuro e molte hanno già abbandonato la gara. La falsa partenza è rappresentata dalle norme che presiedono al rilancio.

Tutto è stato annunciato, poi anche scritto, ma molte delle misure per il rilancio sono ancora ferme ai blocchi di partenza, mancando i decreti attuativi che rendono davvero operative le disposizioni del Governo.

Intanto è il 1°Luglio, giorno in cui entra in vigore l’ecobonus al 110%, manca il “Via” alla partenza della gara rappresentato, appunto, dai provvedimenti attuativi delle Entrate, per cui i contribuenti al momento non possono utilizzare l’agevolazione fiscale.

Abbiamo già avuto modo di parlarne in precedenti news dell’ondata di entusiasmo che ha travolto il comparto edile, ai limiti dell’indigenza da oltre 10 anni. I provvedimenti sull’edilizia hanno rappresentato una ventata di ottimismo che ha fatto scaldare i motori dell’intera filiera. Una estenuante attesa che protrae la criticità spinta del già provato comparto, che dal 2008 al 2017 ha fatto registrare 539 mila posti di lavoro in meno in Italia. Secondo l’analisi dell’Osservatorio OICE-Informatel sulle gare di progettazione emesse nel periodo 9 Marzo-9 Aprile, conseguentemente alle restrizioni anti-covid19, su 324 gare di progettazione (per un importo di 84,6 milioni), ne sono state rettificate (sospese o prorogate) il 34,9%, per un importo di circa 12 milioni (il 14,6% del valore totale delle gare del periodo considerato).

 Sostenibilità Italia-Eu: ecobonus 110% e NextGenerationEu, il post covid è green

Man mano che passano le settimane, l’entusiasmo sta cedendo il passo allo scetticismo. L’agevolazione prevista dall’articolo 119 del decreto Rilancio riguarda una detrazione al 110% che si applica a determinate tipologie di lavori edili (come ad esempio l’isolamento termico delle facciate e la climatizzazione degli edifici in chiave green), dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021.

La norma, in linea con la nota tradizione burocratica del nostro paese ostile a processi snelli e celeri, prevede che le modalità attuative per la detrazione o, in alternativa, per lo sconto in fattura o cessione del credito (articolo 121 del decreto), siano stabilite da provvedimenti attuativi dell’Agenzia delle Entrate che, sempre in base al testo del decreto, dovevano già essere stati pubblicati (erano previsti entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, avvenuta il 19 maggio).

L’Ecobonus resta comunque applicabile alle spese sostenute dal primo luglio.

È evidente che i provvedimenti attuativi sono elementi fondamentali per capire esattamente in che modo effettuare le procedure per il diritto all’agevolazione: le procedure necessarie, i requisiti tecnici dei progetti, i limiti di spesa dei singoli interventi e i sistemi di controllo per prevenire abusi, tutto ciò entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto Rilancio. In pratica, quindi, fino a quando non ci saranno tali circolari delle Entrate non ci sono le condizioni per applicare l’agevolazione. Il provvedimento dovrà anche occuparsi di tutte le regole dello sconto in fattura e della cessione del credito, i due meccanismi che rendono particolarmente conveniente l’agevolazione. Ci si aspetta, però, che sconto in fattura e cessione del credito vengano regolamentati in modo da non penalizzare le piccole e medie imprese, vista la minore liquidità a disposizione rispetto ai grandi players del comparto.

Nel complesso, secondo uno studio della fondazione Openpolis, i 13 decreti legge emanati dall’Esecutivo per far fronte all’emergenza Coronavirus richiedono 165 decreti attuativi e l’intervento di 17 ministeri per diventare operativi. Ad oggi, però, soltanto 31 ne sono stati approvati, il che vuol dire che molti degli aiuti riconosciuti, come quelli relativi all’ecobonus, sono rimasti su carta poiché ancora non realizzabili.

Fabrizio Capaccioli
MD ASACERT

“A conti fatti, quindi, soltanto un decreto su 5 dei decreti attuativi necessari per rendere le misure anti-Covid operative sono stati approvati. Siamo ancora fermi, dunque, ai blocchi di partenza. Le misure varate dall’Esecutivo per rispondere alla crisi scatenata dalla pandemia, richiedevano efficacia e tempestività. Il comparto edile non può più attendere. Mai come in questa fase il gap tra comunicazione e realtà sembra una voragine, che necessita di essere colmata a partire da una incisiva, direi epocale, opera di semplificazione e sburocratizzazione delle procedure che presiedono alla realizzazione di opere edili, che rappresentano il 54% dei tempi legati alla realizzazione dei progetti. Snellire i processi affidando l’espletamento dei controlli tecnici ad organi terzi ed accreditati come ASACERT, aiuterebbe non poco l’innovazione e l’efficacia del management delle procedure edili, affetto da una patologia cronica che attanaglia da troppo un settore che rappresenta(va) l’8% del PIL italiano.”

Riparte in tutta sicurezza il cantiere Gioia 22, l’edificio che sarà la prima torre Nearly Zero Energy Consumption Building in Italia.

Economia circolare e sostenibilità i valori ispiratori del progetto tra i più arditi d’Europa in tema green. Un laboratorio di innovazione e visione urbana, che arricchirà il sempre più folto core business di Porta Nuova a Milano. Si sta lavorando ai piani più alti della torre, la chiusura del cantiere è prevista, oramai, per l’inizio del 2021.

Mesi difficili quelli appena trascorsi, segnati dal blocco imposto dalle misure anti-contagio, che hanno inevitabilmente rappresentato uno stop delle attività, comportando comprensibili ritardi nelle forniture e quindi procrastinando la fine dei lavori.

Tutto oramai alle spalle, il restart delle attività cantieristiche prevede rigide procedure di riavvio e di prosecuzione dei lavori in tutta sicurezza. Delle 280 persone previste in cantiere a pieno regime, sono  tornate operative 220, tutti dotati di dispositivi di protezione, come previsto per legge. Ingressi scaglionati, distanziamenti garantiti grazie agli ambienti ampi.

È in itinere il percorso per certificare Porta Nuova LEED e WELL for Community. Si tratta di un primato mondiale che riguarda la riqualificazione urbana di quartiere a ottenere la doppia certificazione, che farà di Milano una tra le realtà più all’avanguardia a mondo per iniziative ESG con impatto ambientale misurabile e trasparente.

Svettanti figure trapezoidali e spigoli che irrompono nel panorama milanese, segnano il progresso della “Scheggia” riflettente, con le sue vetrate per due terzi completate. ASACERT, con la sua specifica expertise sulle facciate continue, si occupa delle verifiche tecniche sulle facciate continue del Gioia 22.

L’importanza strategica delle vetrate è un elemento d’eccellenza dell’intero progetto, che consente all’edificio di attestarsi tra le best practice nell’edilizia sostenibile. L’approccio metodologico di ASACERT è il risultato di consolidate esperienze di ispezioni, espletate su una estesa varietà di edifici e opere, dislocate in Italia e all’estero. Esperienze significative, che hanno permesso ai tecnici qualificati e sempre aggiornati ASACERT di consolidare e dimostrare la propria capacità, misurandosi con sistemi di facciata complessi e performanti dal punto di vista qualitativo ed energetico.

Nel corso dell’attività, gli specialisti del team effettuano sopralluoghi in cantiere seguendo la programmazione stabilita nel Piano dei Controlli. Le visite presso il cantiere sono condotte al fine di verificare le condizioni di messa in opera da parte dell’impresa e la conformità degli elementi oggetti delle ispezioni al progetto. In particolare, l’attività di Controllo Tecnico si sviluppa attraverso la verifica: della conformità delle opere alle prescrizioni del progetto e alle normative applicabili; dell’adeguatezza dei materiali impiegati e delle loro certificazioni; della conformità delle opere alle regole di buona pratica esecutiva. Tale attività è svolta da tecnici affermati e con un’esperienza pluriennale negli specifici settori di intervento, in grado di sviluppare servizi anche articolati e complessi, mediante gruppi di lavoro adeguatamente dimensionati e strutturati, sia dal punto di vista delle competenze professionali che dell’organico.

Con orgoglio, affianchiamo e supportiamo con le nostre professionalità progetti innovativi come il Gioia 22, un vero esempio e prototipo di opere concepite e realizzate, coniugando le esigenze di rendimento economico e le sempre più imprescindibili istanze della green philosophy applicate ai grandi progetti edili. Un approccio basato sui principi di circolarità economica nello sviluppo progettuale ed edilizio. I volumi dell’edificio si integrano naturalmente con il mondo circostante: piste ciclabili, aree pedonali, zone verdi e luoghi di condivisione, orientati a uno stile di vita salubre e rispettoso dell’ambiente. Saremo sempre al fianco di progetti come questo, per aiutare a diffondere la consapevolezza che l’edilizia green e circolare non è più una visione che riguarda un futuro auspicabile, ma sempre di più una realtà attuabile”. Fabrizio  Capaccioli – AD ASACERT.

Da oltre vent’anni ASACERT Assessment & Certification è al fianco delle aziende, supportandole nella realizzazione di tutte quelle attività di controllo, verifica e stima che richiedono un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia. Per la fase di riavvio delle attività, ASACERT ha elaborato una serie di servizi ad hoc, per dotare le imprese di strumenti utili ed efficaci per riprendere ad essere produttive, con sistemi e strategie di continuità operativa, legalità e salubrità. È necessaria una modifica del mind-set collettivo, per costruire in sicurezza il futuro delle organizzazioni e minimizzare i rischi di uno stop che sancirebbe, con ogni probabilità, la chiusura definitiva. Con il “Regolamento di Attestazione del Protocollo Salute e Sicurezza sul Lavoro – Covid Protection” ASACERT offre uno strumento concreto, con indicazioni operative chiare e declinate per i principali comparti economici del nostro Paese.

Un altro tassello in termini di prevenzione e sicurezza è stato apposto lo scorso 15 Giugno, grazie all’importante accordo siglato tra ASACERT e CONFETRA – Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica. 

Grazie alla nuova intesa, CONFETRA rende disponibile a tutte le associazioni e le aziende confederate l’attestazione Covid Protection a tariffe convenzionate. ASACERT si occuperà di verificare il rispetto dei requisiti relativi alla sicurezza e salute sul lavoro in ambito Covid-19, cui seguirà il rilascio dell’attestazione, fornendo uno scudo anche giuridico agli imprenditori del settore, contro eventuali cause di lavoro.

La ripresa è ormai avviata, tutto ciò che è stato ci ha insegnato che l’emergenza ha colpito erga omnes, ma i danni peggiori li ha provocati negli organismi più indifesi, così dobbiamo considerare che le aziende più esposte, sono quelle non preparate a gestire l’emergenza che, di per sé, non può essere prevista nelle modalità temporali, ma può essere validamente fronteggiata, minimizzandone le ricadute negative sul business e creando, perché no, le premesse per cogliere occasioni di rinnovamento ed efficientamento.

Le strategie da mettere in atto per garantire una ripresa senza ulteriori blocchi delle attività si dimostrano essenziali e un approccio incisivo per garantirlo è passare a modelli di gestione di logistica e trasporto, più moderni ed efficaci, anche in termini preventivi dei rischi.

La partnership tra ASACERT e CONFETRA nasce dalla consapevolezza che in questa fase così delicata sia necessario guardare con attenzione e supporto attivo ai propri confederati e alle aziende partners, mettendo in campo tutte le strategie in grado di fornire sistemi integrati efficaci e professionali. Il focus della partnership è incentrato sulla sicurezza e la prevenzione in materia anti-Covid, ma schiude molte altre opportunità per le organizzazioni che sapranno coglierle.

“È importante per le imprese svolgere l’attività in tranquillità sapendo di rispettare il Protocollo Covid-19; crediamo che l’accordo siglato con ASACERT venga incontro a questa esigenza” dichiara Ivano Russo, Direttore Generale di CONFETRA.

Si tratta di una iniziativa che rappresenta un momento di crescita e di diffusione della consapevolezza che la sinergia tra operatori affidabili e qualificati, rappresenta una strategia vincente per il proseguimento delle attività e la rinascita del nostro Paese, per non fermarsi più, anche nel caso di imponderabili sviluppi futuri dell’emergenza sanitaria.

“La partnership con CONFETRA segna il riavvio verso la ritrovata normalità, ne rappresenta un momento cruciale, che rivela il rango, la cultura d’impresa, la capacità di resilienza e la versatilità delle aziende del nostro Paese, anche nel settore strategico della logistica e dei trasporti. ASACERT potenzia l’abilità di fare impresa e la vocazione produttiva degli imprenditori italiani, costruendo percorsi di sicurezza operativa, dei veri corridoi di business continuity, supportando con risposte ordinamentali concrete e immediate, le organizzazioni di tutte le dimensioni e su tutto il territorio nazionale.” Così, Fabrizio Capaccioli, Amministratore Delegato di ASACERT.

Nel 2018 sono stati 172.553 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia con 3.334 vittime e 242.919 feriti. Uno scenario bellico quello che viene fuori dalle indagini ISTAT, che seppur minimamente in flessione rispetto agli anni precedenti, rappresenta una macchia nella tutela e salvaguardia dei nostri spostamenti su gomma.

Tra le vittime risultano in aumento i pedoni (612, +2%), i ciclomotoristi (108, +17,4%) e gli occupanti di autocarri (189, +16%). Sono in diminuzione, invece, i motociclisti (687, -6,5%), i ciclisti (219, -13,8%) e gli automobilisti (1.423, -2,8%).
Aumentano le vittime sulle autostrade anche a causa dell’incidente stradale avvenuto il 14 agosto 2018 sul Ponte Morandi della A10 Genova-Savona-Ventimiglia, che ha coinvolto numerosi veicoli e causato 43 vittime.

Nel Continente anche la sicurezza viaggia a velocità diverse: Svezia, Regno Unito e Paesi Bassi i primi nella classifica della guida virtuosa, mentre Polonia, Lettonia, Grecia i Paesi in cui il pericolo al volante è più diffuso. L’Italia sale dal 18° al 16° posto della graduatoria europea.

Tanto si è detto circa la sicurezza stradale connessa alle opere manutentive, all’incuria che causa il crollo di viadotti e lascia scoperti brandelli di strutture arrugginite. Tanto c’è ancora da fare sul piano delle best practice. Gli incidenti derivano soprattutto da comportamenti non idonei: l’uso del telefono cellulare alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,7% dei casi), il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza a bordo.

In Italia l’incidentalità stradale e quella sul lavoro sono fortemente correlate, secondo l’INAIL oltre la metà degli incidenti sul lavoro riguarda le categorie della circolazione stradale.

Questo è uno dei fondamentali motivi per cui è necessario sviluppare una maggiore coscienza rispetto all’argomento, promuovendo politiche e misure più stringenti ed efficaci, strutturate su obiettivi a breve, media e lunga gittata. Una visione complessiva e programmatica da parte dei datori di lavoro, con l’obiettivo di tutelare i propri collaboratori.

Accanto alla crescente attenzione relativa alla tematica della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che ha visto negli ultimi anni un incremento di leggi e decreti, con l’aumento del traffico stradale, è cresciuta anche la sensibilità in tema di sicurezza stradale. La certificazione ISO 39001 – Road Trafic Safety (RTS) Management System fornisce un approccio globale alla Sicurezza Stradale. La norma individua gli elementi di buona pratica di gestione della sicurezza stradale con un focus sui risultati e sulle azioni basate su evidenze, supportate da un’adeguata capacità di gestione organizzativa. Può essere integrato o reso compatibile con tutti gli altri Sistemi di Gestione. È una norma di sistema, la cui adesione è volontaria, che si basa sulla logica del Plan-Do-Check-Act, come tutti gli standard ISO per i sistemi di gestione.

Il servizio di Certificazione proposto da ASACERT, ente di certificazione con esperienza ventennale e attivo in tutto il mondo, a fronte della Norma ISO 39001, consiste nella valutazione delle dinamiche dei processi dell’Organizzazione rispetto al sistema dei trasporti e della sicurezza stradale, verificando l’accettabilità dell’esposizione al rischio e analizzando le azioni intraprese al fine di ridurre sia le probabilità di incorrere in un incidente stradale sia la gravità del medesimo.

ASACERT consiglia la certificazione secondo lo schema ISO 39001 a tutte le organizzazioni che interagiscono con il sistema di trasporto stradale, operanti sia nel settore pubblico che privato, tra cui:

  • aziende che progettano, costruiscono e gestiscono la manutenzione delle infrastrutture stradali
  • proprietari, concessionari e gestori delle reti stradali
  • organizzazioni che generano traffico stradale

 

Dotarsi di una certificazione a fronte della norma ISO 39001 significa agire con il fine di ridurre il numero di incidenti, limitare il rischio stradale e, così facendo, minimizzare eventuali danni verso terzi e potenziali citazioni in giudizio.

Non mancano poi i benefici dal punti di vista economico: come risultato di un minor numero di incidenti, scendono anche i costi di riparazione per i danni subiti dalla flotta aziendale e i premi assicurativi, e si ha accesso ad incentivi INAIL.

Da non sottovalutare inoltre le ricadute positive in termini di fiducia degli interlocutori del proprio mercato di riferimento, ai quali è possibile assicurare una continuità operativa che non solo rappresenta un vantaggio competitivo rispetto ai competitor, ma che può essere decisiva in sede di gara d’appalto.

Le organizzazioni che svolgono attività che in qualche modo portano all’interazione col trasporto su gomma, dovrebbero identificare e valutare i fattori rilevanti che possono influenzare l’efficacia dei propri processi, e dotare la propria organizzazione di strumenti utili per una gestione ottimizzata della sicurezza stradale.

ASACERT mette a disposizione il proprio servizio di certificazione a fronte della norma ISO 39001, auspicando una maggiore consapevolezza sulle problematiche connesse agli spostamenti di merci e persone, da cui possa derivare l’adozione di pratiche virtuose che permettano all’Italia di scalare la classifica dei Paesi più sicuri alla guida.

Il 9 Giugno ricorre la Giornata Mondiale dell’Accreditamento (WAD – World Accreditation Day). Si tratta di un’iniziativa lanciata dalla rete internazionale degli Enti di accreditamento aderenti all’International Accreditation Forum (IAF) e all’International Laboratory Accreditation Cooperation (ILAC), per rendere note le attività di certificazione, ispezione, prova e taratura svolte da enti accreditati.

Il tema su cui si incentrano le attività di comunicazione e sensibilizzazione di quest’anno riguarda l’importanza dell’accreditamento nella sicurezza alimentare. In questo contesto, i servizi di certificazione ed ispettivi imparziali e terzi applicati a tutta la filiera agroalimentare nazionale ed internazionale, rappresentano un valore da enfatizzare e promuovere.

L’Accreditamento riconosce la competenza tecnica, l’integrità e l’imparzialità delle Organizzazioni che forniscono servizi di valutazione della conformità, come test, calibrazione, certificazione e ispezione sulla base di standard internazionali. Interi progetti, materie prime, prodotti, processi, servizi, sistemi di gestione e persone possono essere valutati in base a standard, codici di condotta o requisiti normativi da parte di laboratori, organismi di controllo, di certificazione, di validazione e verifica, come ASACERT che da più di vent’anni rappresenta un punto di riferimento per le aziende di tutte le dimensioni in Italia e all’estero.

Grazie al know how maturato in molteplici settori di attività, ASACERT partecipa allo sviluppo delle aziende e le affianca nel raggiungimento dei loro obiettivi con competenza e professionalità, operando secondo gli standard di accreditamento Accredia in Italia, UKAS nel Regno Unito e EIAC negli Emirati Arabi Uniti.

La giornata giunge a soli due giorni dal 7 Giugno, in cui si è celebrata la seconda giornata mondiale sulla sicurezza alimentare (WFSD), promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’obiettivo è stato quello di promuovere la corretta informazione dei cittadini, incrementando la consapevolezza sulla sicurezza alimentare come elemento cruciale per la salute globale, ma anche percorso cosciente per l’attuazione di scelte volte a far fronte ai cambiamenti climatici e dare vita a sistemi alimentari sostenibili a livello mondiale. Rivedere le priorità di un sistema che va rifondato per un domani più equo e rispettoso dell’ambiente. Quest’anno entrambe le giornate assumono un valore particolarmente sentito a causa dell’emergenza globale proprio in tema di salute pubblica. La pandemia che sta attraversando il pianeta non lascia margini interpretativi: la sensibilizzazione verso una maggiore sostenibilità delle produzioni zootecniche, la riduzione dell’uso di pesticidi per le produzioni agricole, l’ottimizzazione nella lavorazione e distribuzione degli alimenti, incrementeranno la sicurezza degli alimenti che finiscono sulle nostre tavole.

Il valore dell’accreditamento si impone quale strumento per una Supply Chain di Qualità, attraverso la garanzia delle prove, delle ispezioni e delle certificazioni accreditate, rappresentando un valido supporto nella individuazione e nella tracciabilità dell’intera filiera agroalimentare e dell’industria distributiva globale.

Tra gli strumenti in grado di garantire l’eccellenza del prodotto italiano sulle tavole mondiali, il Protocollo ITA0039 | 100% Italian Taste Certification, che opera da anni attraverso il proprio iter di certificazione, ideato da ASACERT e supportato da Coldiretti e dal Ministero delle Politiche Agricole, ANRA e dalla scuola internazionale di cucina IFSE. Uno strumento di tutela della salubrità, autenticità e genuinità, dedicato al mondo della ristorazione, verifica che dietro ai classici simboli di italianità riportati sulle confezioni e sulle insegne, ci sia un autentico ristorante italiano, che utilizza prodotti originali, provenienti da fornitori italiani, seguendo criteri coerenti col cammino green e sostenibile che si fa strada anche a livello internazionale.

Una ricerca Accredia-Censis sul tema della giornata mette in evidenza che il 70% del campione di consumatori considerato, ritiene che i controlli sugli alimenti o non siano efficaci o che abbiano alcune falle, tali da non riuscire a prevenire realmente i fattori di rischio sulla salute dei consumatori. Da questo punto di vista gli elementi sui quali agire sono molteplici. Per i consumatori italiani i fattori rilevanti di acquisto di prodotti alimentari sono riconducibili alla trasparenza delle informazioni in materia igienicosanitaria dei prodotti e sul rispetto delle norme di sicurezza (ad es. se per un prodotto vegetale sono stati utilizzati anticrittogamici); conoscere con facilità il luogo di provenienza dei prodotti; sapere che si tratta di un prodotto tipico, di un territorio italiano.

Sul tema della Giornata Mondiale dell’Accredimento 2020, Fabrizio Capaccioli AD ASACERT e ideatore del protocollo di certificazione ITA0039: “La trasparenza delle informazioni, il rispetto dei cicli della natura e dell’ambiente, per un’economia sostenibile e circolare, sono valori che finalmente riscopriamo dalla tradizione del mondo rurale e agricolo e che si impongono, oggi, come un dovere morale ed etico. Un obiettivo sempre più vicino, anche grazie a sistemi di certificazione adeguati, in linea con le crescenti richieste dei consumatori, in favore dell’immagine e della reputazione degli innumerevoli onesti produttori e della genuinità ed autenticità del prodotto finale” e conclude:Impariamo dalla Natura, che costruisce resilienza attraverso la biodiversità. Le norme alimentari internazionali, le linee guida e i codici di condotta messi in campo devono ispirarsi ai sistemi naturali che si adattano all’ambiente con un mix infinito di strategie, di diversità, di uniformità e di complessità.

Si celebra oggi il “World Environment Day”, la Giornata Mondiale dell’Ambiente, giunta alla sua 46esima ricorrenza.

Fu istituita dall’ONU nel 1972 – e celebrata per la prima volta nel 1974 – per ricordare la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano nel corso della quale prese forma il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (conosciuto con l’acronimo UNEP, United Nations Environment Programme), organizzazione internazionale con sede a Nairobi (Kenya) che dall’anno della sua fondazione opera contro i cambiamenti climatici, a favore della tutela dell’ambiente e dell’uso sostenibile delle risorse naturali.

Ogni anno la Giornata Mondiale dell’Ambiente sceglie un tema e un Paese in cui si svolgere i principali eventi legati a questa giornata, il turno dell’Italia fu nel 2015 con il tema “Sette miliardi di sogni. Un Pianeta. Consumare con cautela” e le celebrazioni ebbero luogo nel quadro dell’Expo che, ricordiamo, aveva come tema l’argomento strettamente connesso “Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita”.

Per il 2020 il Paese prescelto è la Colombia, con lo slogan “Time for nature” – tempo per la natura – e vede protagonista il tema della biodiversità, parallelamente all’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico.

Sul sito ufficiale www.worldenvironmentday.global si legge l’appello rivolto a tutti gli abitanti della Terra:

“I cibi che mangiamo, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il clima che rende il nostro pianeta abitabile provengono tutti dalla natura.
Tuttavia, questi sono tempi eccezionali in cui la natura ci sta inviando un messaggio: per prenderci cura di noi stessi dobbiamo prenderci cura della natura.
È ora di svegliarsi. Di prendere atto. Di alzare la voce.
È tempo di ricostruire meglio, per le Persone e per il Pianeta.
In questa Giornata Mondiale dell’Ambiente, è tempo per la natura.”

ASACERT opera da anni al fianco delle aziende, facendo della propria mission l’essere per loro un valore aggiunto, partecipando al loro sviluppo e ai loro obiettivi. Questo si concretizza nell’offerta di un’ampia gamma di servizi che, se da un lato sono utili per dimostrare la compliance alle normative vigenti nelle attività di riferimento, dall’altro è innegabile che abbiano risvolti positivi in termini di sostenibilità ambientale.

 

Tra questi troviamo sicuramente la certificazione ISO 14001 “Specifiche per il Sistema di Gestione Ambientale”, il cuore degli standard della serie ISO 14000; le Organizzazioni che implementano tale Sistema di Gestione si impegnano a ridurre l’impatto ambientale delle attività svolte dalla propria azienda e mirano ad incrementare la fiducia dei propri stakeholder dimostrando l’impegno profuso per la sostenibilità.

E ancora, la norma UNI CEI EN ISO 50001:2011 “Sistemi di gestione dell’energia” che definisce i requisiti per creare, avviare, mantenere e migliorare un Sistema di Gestione dell’Energia che consenta alle Organizzazioni un controllo puntuale e sistematico delle proprie prestazioni energetiche, riducendo i costi, efficientando i consumi e salvaguardando le risorse energetiche a livello globale.

Anche sul fronte delle costruzioni si comincia, ad esempio, a pensare e progettare un’edilizia a misura d’uomo, una sorta di antropo-edilizia, come nel caso del progetto pionieristico di UPTOWN a Milano, per cui ASACERT era tra gli Organismi di Verifica. Si tratta del primo progetto registrato nel nostro Paese ai fini della certificazione in linea con il protocollo energetico-ambientale GBC Quartieri, dedicatao alla qualificazione dei quartieri italiani particolarmente virtuosi in termini di sostenibilità ambientale del territorio, delle infrastrutture, delle dotazioni e degli edifici sostenibili.

Nel contesto di economia circolare in cui viviamo – laddove pensare circolare significa imitare il comportamento della natura, in cui non esiste il concetto di scarto e ogni elemento diviene un input per un altro processo – diverse realtà aziendali ed imprenditoriali si devono porre come obiettivo una visione sistemica, volta a ripensare il modo in cui disegniamo i nostri prodotti e processi per eliminare tutte le possibili esternalità negative, favorire l’utilizzo circolare dei materiali e rigenerare il sistema naturale.

Non possiamo più assistere passivamente. “Abbiamo l’obbligo di essere attori responsabili, sulla scia di un’emergenza, che ha solo accelerato un improcrastinabile cambio di visione e prospettiva su un mondo tutto nuovo e non solo per le generazioni future. È vitale trovare un equilibrio tra l’economia, le produzioni e il rispetto per la natura, non solo ideologiche e di principio, ma concrete e attuabili. Si tratta di diffondere e mettere in atto una best practice di stili di vita virtuosi, quanto necessari, ora e adesso.” Il pensiero di Fabrizio Capaccioli – AD di ASACERT.

“In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso”

Aristotele

Un intervento statale di matrice Keynesiana, ma in chiave green quello previsto dal superbonus del 110% per il comparto edile. Si sono rispolverate in questi ultimi tempi, per cause di forza maggiore, le teorie dell’economista inglese e dei suoi discepoli della scuola keynesiana, convinti nel dopoguerra della necessità dell’intervento pubblico statale nell’economia con misure di politica di bilancio e monetaria, in particolare nella fase di crisi del ciclo economico. Non stiamo forse affrontando una fase post-bellica?

I brandelli di un’economia dilaniata dalla bomba pandemica, sono del tutto assimilabili ad uno scenario tristemente noto, dove il nemico non era un virus, ma l’altro uomo. Qualcosa è cambiato nel frattempo e l’approccio in materia economica ed in particolare edile, reca in sé un’ambizione morale ed etica oltre che economica: la ricostruzione deve essere verde e rispettosa dell’ambiente. Temi pressanti che hanno permeato di consapevolezza green anche le scelte dei legislatori nazionali.

In linea con questo approccio e con una concretezza mai registrata prima in nessun altro paese europeo, è la strada tracciata per l’edilizia italiana, sempre più sostenibile. Il decreto Rilancio ha introdotto il superbonus al 110%: una detrazione fiscale legata alle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, per importanti interventi di riqualificazione energetica e antisismica, che sarà possibile vedersi ripagati in 5 anni e, in alternativa, il beneficio fiscale potrà essere direttamente ceduto ad altri soggetti, banche comprese.

Si tratta del più massiccio incentivo al mondo per interventi sul patrimonio edilizio privato. Circa 7 miliardi di euro di investimenti volti alla ad una crescita sostenibile, per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2. In altri paesi si sono visti incentivi parziali, sgravi fiscali, bonus per categorie disagiate. Mai si è provveduto ad un finanziamento per intero delle spese per l’edilizia privata (condomini e case), attraverso un meccanismo che arriva a coprire il 110% dei costi con anche la cessione del credito alle banche. Lavori a costo zero, in definitiva.

Per questo le associazioni europee di categoria ritengono che il superbonus al 110% varato in Italia possa essere di esempio anche al resto del continente.

Si auspica da più lati che il processo possa migliorare in Parlamento la semplificazione delle condizioni per il trasferimento del credito alle società di ristrutturazione e l’estensione dei tempi del programma per tener conto del lungo processo decisionale nei condomini e il rinvio della procedura di autorizzazione. 

A livello europeo, le risorse del pacchetto NextGenerationEu, destinate all’Italia potranno dare continuità a questo strumento opportunamente rimodulato. Le associazioni del comparto si augurano che la misura possa, proprio grazie alla posizione favorevole dell’UE, essere estesa anche a lavori di abbattimento e ricostruzione.

Finalmente si vede luce in fondo al tunnel di una Unione che a tutti è sembrata, in un primo approccio, poco solidale, poco efficace, poco unita. Ai paesi più colpiti è sembrato di essere stati vittime di “fuoco amico”, ma l’inizio del riscatto è arrivato con NextGenerationEu, lo straordinario piano di rilancio post pandemico da 750 miliardi di euro proposto dalla Commissione. Bisognerà vedere quale sarà l’esito finale del confronto con i vari Governi, ma il peso specifico dello strumento è sotto gli occhi di tutti.

Insomma, si tratta di una straordinaria occasione per ripensare in chiave sostenibile e con una visione prospettica vera le nostre città per cambiare il paradigma delle costruzioni, ma anche delle ricostruzioni in chiave veramente verde, come ripensare a impianti di riscaldamento-raffrescamento “fossil free”, che usano pompe di calore allacciate a impianti fotovoltaici.

La riqualificazione edilizia si pone come un vero pilastro del green deal italiano, meccanismi economici, sì, ma che sono ispirati e ispiratori allo stesso tempo di un circolo virtuoso che pone le tematiche della qualità e della salubrità del mondo che viviamo al centro delle azioni di un comparto cruciale per il nostro PIL e di cui ASACERT si fa promotrice da vent’anni. Coerentemente con questo approccio, condividiamo la vision di GBC Italia per promuovere un processo di trasformazione del mercato edile italiano, attraverso il sistema di certificazione legato al marchio LEED che stabilisce e attribuisce un valore di mercato per i green building, stimola la competizione tra le imprese sul tema delle performances ambientali degli edifici e incoraggia comportamenti di consumo consapevole anche tra gli utenti finali.” Conclude, Fabrizio Capaccioli AD ASACERT.

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Uno tsunami di denunce contro i datori di lavoro si sono già abbattute sugli imprenditori Italiani. Un’onda anomala, pronta a sommergere gli uffici giudiziari che aggraveranno inevitabilmente i già biblici tempi della giustizia. Dopo la pubblicazione della circolare n. 13 del 3 aprile 2020, con cui l’INAIL dichiarava che le malattie infettive e parassitarie sono da inquadrare nella categoria degli infortuni sul lavoro, includendo quindi i casi di infezione da coronavirus, le principali associazioni datoriali hanno invocato a gran voce una rettifica sulla relazione diretta tra contagio e responsabilità del datore. Una specifica circolare che rendesse la materia meno perniciosa. L’INAIL emana così la circolare n.22 del 20 maggio 2020: la responsabilità del datore di lavoro è ipotizzabile solo in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dai protocolli e nel mancato rispetto delle linee guida governativi e regionali.

Il messaggio che arriva dall’INAIL e Governo è chiaro: l’unica strada da percorrere per mettersi al riparo da guai giudiziari è dimostrare di aver messo in campo tutte le procedure previste dalla legge in tema di tutela dei lavoratori e di terzi. Dimostrarlo non sarà facile, se l’imprenditore non si avvale di sistemi e protocolli, che gli consentono di dotarsi di un’attestazione prodotta da un ente professionale certificato e che garantisca la prova di aver messo in campo tutte le strategie utili alla sicurezza dei propri lavoratori, mettendosi al riparo da contenziosi civili e penali.

D’altro canto, se per alcuni tipi di infortunio è piuttosto semplice dimostrare l’accadimento sul luogo di lavoro o in itinere, quando si parla di virus ci si trova a combattere con un nemico invisibile, difficilmente dimostrabile.

E anche qualora il dipendente fosse in grado di provare di aver contratto il virus in occasione di lavoro, all’INAIL il compito di erogare l’indennizzo. Resta aperta la questione della responsabilità penale del datore di lavoro.

Il punto sensibile sta nella precisazione della circolare n. 22 in cui si specifica che, in ogni caso, il riconoscimento del diritto alle prestazioni da parte dell’Istituto (in favore dell’infortunato) può assumere rilievo per sostenere l’accusa in sede penale contro il datore, solo nell’ipotesi in cui sia dimostrata una effettiva responsabilità di quest’ultimo. In questo caso l’INAIL avrebbe titolo per pretendere il rimborso di quanto erogato al lavoratore infortunato.

Altro motivo di allarmante preoccupazione per chi in questo periodo si trova a dover gestire una ripresa aziendale a seguito di un’emergenza globale senza precedenti, il dipendente potrebbe agire per ottenere un ulteriore risarcimento del danno (da sommare all’indennizzo INAIL) nei confronti del proprio datore di lavoro.

Dimostrare di avere attuato quanto possibile per scongiurare l’infortunio resta l’unica arma di difesa per datori e imprenditori. Una recente sentenza della Suprema Corte (n. 3282/2020) ha affermato che il datore di lavoro non risponde per responsabilità oggettiva ma solo per “difetto di diligenza nella predisposizione delle misure idonee a prevenire ragioni di danno per il lavoratore”.

La circolare n. 22 precisa inoltre che l’imprenditore non è tenuto ad assicurare “il rischio zero”, pertanto il difetto di diligenza del datore di lavoro deve ritenersi senz’altro esclusa quando egli abbia concretamente adempiuto alle misure di prevenzione, protezione individuale, formazione ed informazione del personale, assicurando una sorveglianza sanitaria speciale nei confronti dei lavoratori di età a rischio o con patologie sensibili, ecc. poste con i noti Protocolli condivisi in tema di sicurezza Covid-19.

Le denunce di contagio sul lavoro, che tra fine febbraio e il 15 maggio sono state per la precisione 43.399, rappresentano quindi ancora una minaccia per tutti quei datori che non abbiano ancora provveduto a seguire le indicazioni delle autorità italiane.

È necessario, per chi non lo avesse già fatto, dotarsi di strumenti attuativi e programmatici delle proprie attività lavorative, come sistemi e protocolli professionalmente garantiti da professionisti del settore, che consentano di attestare che l’imprenditore ha messo in campo tutte le strategie di tutela in favore dei propri lavoratori e di terzi.

Non c’è tempo da perdere, troppo è stato già lasciato nel percorso di liberazione dal patogeno, molto c’è ancora da fare. Per quanto possibile, dobbiamo armarci contro l’ignoto. È il momento di aggiustare, ancora una volta, le vele per riprendere a navigare col vento in favore, ora e adesso.

Fabrizio Capaccioli
AD ASACERT

ASACERT, organismo accreditato di Ispezione, Certificazione, Valutazione e Formazione, attivo a livello internazionale, da oltre vent’anni è al fianco delle aziende per supportarle in tutte quelle attività di controllo, verifica e stima che richiedono un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

 

Per supportare le aziende nel riavvio, o nella prosecuzione, delle proprie attività, ASACERT ha messo a punto “Covid Protection”. Si tratta di una linea di servizi dedicati, utili ed efficaci, grazie ai quali i datori di lavoro possono dimostrare la corretta adozione e implementazione delle misure preventive indicate dalle autorità italiane, come nel caso dell’Attestazione Covid Protection, e avere un chiaro quadro del livello di rischio di contagio all’interno del proprio personale, come nel caso dell’attività di Monitoraggio medico, svolta in collaborazione con il dipartimento di Microbiologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano.

Completano il pacchetto anti-covid anche: il servizio di Sanificazione a tariffe convenzionate con partner selezionati, la certificazione dei sistemi di Business Continuity a fronte della norma ISO 22301, per la continuità operativa che garantisce la prosecuzione delle attività delle organizzazioni anche in situazioni di emergenza; il servizio di Inspection & Expediting per la verifica di sistemi di logistica e spedizione, altro comparto che in questo periodo ha subito ritardi, rallentamenti e disservizi, sia per i clienti che per i fornitori e che, grazie a questo specifico strumento, beneficerebbe di sistemi strutturati controllati ed efficaci; infine, un’ampia offerta formativa declinata a seconda dei bisogni formativi dei fruitori, cucita sulle necessità delle organizzazioni o dei singoli richiedenti ed erogata completamente online attraverso webinar e digital classes.

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Lesioni personali gravi o gravissime ai sensi dell’art. 590 c.p., o omicidio colposo ai sensi dell’art. 589 c.p., qualora al contagio sia seguita la morte. Queste le ipotesi di reato di cui potrà rispondere il datore di lavoro laddove si accerti l’inosservanza delle misure antinfortunistiche in favore del lavoratore.

L’articolo 42 comma 2 del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 (“Cura Italia”) ha previsto la copertura Inail per gli assicurati che contraggono un’infezione da coronavirus in occasione di lavoro. Ciò lascia intendere un’applicabilità della tutela assicurativa anche ai contagi in itinere e da estendersi anche ai casi di lavoro a distanza.

L’Inail, ha precisato nella circolare n. 13 del 3 aprile 2020 che le malattie infettive e parassitarie sono da inquadrare nella categoria degli infortuni sul lavoro, tra cui evidentemente anche casi di infezione da coronavirus.

Sebbene l’Inail abbia specificato nella circolare n. 13/2020 che la copertura assicurativa è riconosciuta al lavoratore a condizione che la malattia sia stata contratta durante l’attività lavorativa e che l’onere della prova è a carico dell’assicurato, l’ondata pandemica da Covid-19 comporta la modifica della nozione giuridica del concetto di sicurezza sul luogo di lavoro.

La malattia da Covid-19 si qualifica come un rischio che incombe potenzialmente sulla pressoché totalità dei lavoratori.

L’imprenditore – o comunque il datore di lavoro – è tenuto a rispettare le prescrizioni in materia di sicurezza, poiché nel caso occorra un contagio, risulterà difficile per il pubblico ministero ipotizzare a suo carico qualsiasi responsabilità di natura penale, in mancanza di colpa consistente nella violazione di una norma cautelare.

Vale la pena ricordare le norme cautelari, la cui osservanza da parte dell’imprenditore/datore di lavoro può evitargli conseguenze di natura penale. Si tratta di obblighi che, tuttavia, possono essere delegati dal datore di lavoro e, in particolare: la nomina di un medico competente per la sorveglianza sanitaria in azienda e la gestione delle emergenze; la programmazione delle misure di prevenzione; la valutazione dei rischi derivanti dall’esposizione agli agenti biologici presenti nell’ambiente; informare i lavoratori circa il pericolo esistente, le misure predisposte e i comportamenti da adottare; richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione; prevedere le condotte da attuare in caso di pericolo immediato; richiedere al medico competente l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico e fornire i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale.

È fondamentale ricordare che per ogni organizzazione corre l’obbligo di tutela anche nei riguardi di terzi, nell’area di pertinenza dell’azienda.

Il dato che emerge è quello per cui il datore di lavoro è titolare della posizione di garanzia rispetto al rischio che i suoi stessi dipendenti o terzi contraggano in ambiente lavorativo il Covid-19 e, salvo provare che la condotta del danneggiato fosse assolutamente inadeguata, l’unico modo per smontare l’ipotesi accusatoria sarà quello di provare di aver adottato tutte le cautele previste dalla normativa.

UPDATE: Il contagio da COVID-19, avvenuto sul posto di lavoro e in occasione dello svolgimento di attività lavorativa, è stato equiparato all’infortunio sul lavoro dall’art. 42 del D.L. n. 18/2020, con la conseguenza che il lavoratore che abbia contratto la malattia in occasione di lavoro può beneficiare della copertura assicurativa INAIL che, inoltre, afferma: “…la responsabilità del datore di lavoro è ipotizzabile in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche, che nel caso dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 si possono rinvenire nei protocolli e nelle linee guida governativi e regionali di cui all’articolo 1, comma 14 del decreto legge 16 maggio 2020…

È necessario, per chi non avesse già provveduto, dotarsi di strumenti attuativi e programmatici delle proprie attività lavorative, come sistemi e protocolli professionalmente garantiti da professionisti del settore, che consentano di attestare che l’imprenditore ha messo in campo tutte le strategie di tutela in favore dei propri lavoratori e di terzi.

ASACERT, organismo accreditato di Ispezione, Certificazione, Valutazione e Formazione, attivo a livello internazionale, da oltre vent’anni è al fianco delle aziende per supportarle in tutte quelle attività di controllo, verifica e stima che richiedono un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

Per supportare le aziende nel riavvio, o nella prosecuzione, delle proprie attività, ASACERT ha messo a punto “Covid Protection”. Si tratta di una linea di servizi dedicati, utili ed efficaci, grazie ai quali i datori di lavoro possono dimostrare la corretta adozione e implementazione delle misure preventive indicate dalle autorità italiane, come nel caso dell’Attestazione Covid Protection, e avere un chiaro quadro del livello di rischio di contagio all’interno del proprio personale, come nel caso dell’attività di Monitoraggio medico, svolta in collaborazione con il dipartimento di Microbiologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano.

Completano il pacchetto anti-covid anche: il servizio di Sanificazione a tariffe convenzionate con partner selezionati, la certificazione dei sistemi di Business Continuity a fronte della norma ISO 22301, per la continuità operativa che garantisce la prosecuzione delle attività delle organizzazioni anche in situazioni di emergenza; il servizio di Inspection & Expediting per la verifica di sistemi di logistica e spedizione, altro comparto che in questo periodo ha subito ritardi, rallentamenti e disservizi, sia per i clienti che per i fornitori e che, grazie a questo specifico strumento, beneficerebbe di sistemi strutturati controllati ed efficaci; infine, un’ampia offerta formativa declinata a seconda dei bisogni formativi dei fruitori, cucita sulle necessità delle organizzazioni o dei singoli richiedenti ed erogata completamente online attraverso webinar e digital classes.

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Ripartenza green. L’edilizia gioverà del decreto Maggio (saltato quello di Aprile), un maxi incentivo per una maxi crisi di tutta la filiera del comparto edile: ecobonus e sismabonus del 110%. Interventi shock per far ripartire un settore che, di suo, era già risucchiato da anni nel baratro degli infiniti adempimenti burocratici e delle regole che tutt’ora paiono sensate solo ai professionisti della “cosa pubblica”.

Lo aveva anticipato in esclusiva già il 30 aprile il Sottosegretario Margiotta, durante un incontro in streaming organizzato dal Club Rotary Milano Porta Venezia sul “Modello Genova”, come nuovo auspicabile paradigma per la ripartenza dell’edilizia post-Covid19 (che purtroppo, a quanto appreso, dovrà restare un’opera alla Paganini: non ripetibile). Margiotta anticipò che ci sarebbero state grandi novità per l’edilizia, un settore che rappresenta(va) l’8% del Pil del nostro paese.

Intanto, durante il lockdown, lo scenario internazionale diversamente da quanto ritenuto in Italia, ha visto una prosecuzione delle fondamentali attività cantieristiche. Le misure anti-contagio messe in campo dai governi non hanno interrotto del tutto il comparto edile, garantendo servizi essenziali manutentivi e strategici. In Italia, la gestione della pandemia dal punto di vista economico ha preso un’altra strada, lo sappiamo, ma fin qui cronaca di ciò che appartiene alla pagina “ieri”. Analizziamo il “domani” dell’edilizia, con i provvedimenti messi in campo per il rilancio del settore.

Un maxi incentivo, contenuto in un pacchetto di interventi “sulla casa” che si presenta come un’onda d’urto da 7 miliardi fino al 2023 (con coperture già in campo). Per risvegliare il settore dal coma, ci vorrà una terapia riabilitativa fatta di liquidità, sì ma anche di deregulation: poche regole, tempi per le pratiche ridotti ai minimi termini, che oggi rappresentano ancora il 54% dei tempi legati alla realizzazione di opere edili.

L’ecobonus per efficientamento energetico e sismabonus per mettere in sicurezza gli immobili, passano dal 50-65% e 75-80% al 110 per cento. È possibile farne richiesta dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 e la detrazione si potrà recuperare in 5 rate annuali di pari importo. Ci sono però altre due opzioni: la cessione del credito o lo sconto in fattura. Ed è proprio qui, oltre che nell’aumento dell’aliquota e nell’inclusione dei “lavori minori”, che risiede la principale novità del decreto (la legge di Bilancio 2020 limitava la possibilità dei contribuenti di usufruire di uno sconto in fattura solo agli “interventi di ristrutturazione importante di primo livello” eseguiti sulle parti comuni dei condomini per una cifra complessiva pari o superiore a 200mila euro).

La misura si potrà applicare a tutti gli interventi di riqualificazione energetica, all’installazione di pannelli solari o fotovoltaici, al rifacimento delle facciate (sulle quali al momento c’è un bonus al 90%), alla sostituzione delle finestre. Unica condizione: nei lavori deve essere compresa la realizzazione di almeno uno di questi tre interventi: cappotto termico dell’edificio, caldaia a condensazione o caldaia a pompe di calore.

La novità è che il superbonus può anche essere ceduto a terzi. Famiglie e/o condomini potrebbero cedere il credito d’imposta maturato a banche, assicurazioni o ad altre imprese che svolgono lavori. Pertanto, una famiglia deciderà se detrarre negli anni successivi un importo superiore alla spesa o se cederlo all’impresa che ha incaricato di eseguire i lavori, con uno sconto in fattura del 100%. Insomma, opere a costo zero!

“Incentivi che si profilano in linea con l’auspicato nuovo cammino dell’economia del comparto, si chiede di armonizzare procedure semplificatorie, misure per l’agevolazione della liquidità e sviluppo sostenibile. Un intervento in favore delle tasche delle famiglie e non solo di chi già ha. Avvicinarsi con consapevolezza e modelli attuativi concreti al Green Deal, anche edile, è un’urgenza che deve occupare il primo posto della nuova piramide delle priorità del dopo pandemia.Così Fabrizio Capaccioli MD ASACERT e Consigliere Delegato per il settore costruzioni Conforma. “Non basta più sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’impatto che le modalità di progettazione e costruzione secondo principi dell’ecosostenibilità hanno sulla qualità della vita dei cittadini, è il momento di essere concreti abbracciare con consapevolezza la sfida epocale che il pianeta e la salute pubblica ci impongono, perché davvero i materiali utilizzati oggi siano le risorse di domani, per la tutela del benessere di oggi e prevenire il rischio di altri disastri domani.”