I CONSORZI STABILI E IL CUMULO ALLA RINFUSA. FACCIAMO CHIAREZZA

 

TERZO EPISODIO DI APPALTI NEWS

È uscito il TERZO episodio di Appalti News, il podcast di ASACERT dedicato al mondo degli appalti dal titolo: “Il nuovo codice degli appalti: i consorzi stabili e il cumulo alla rinfusa. Facciamo chiarezza”

Dopo i primi due appuntamenti: La Brexit e gli appalti pubblici in Italia, la storia non è finita e “Appalti pubblici ed equo compenso: la strana coppia, torna, il podcast a cura degli avvocati Marco Briccarello e Gabriele Molinari.

Nell’ultimo anno si è parlato tanto della qualificazione alle gare da parte dei consorzi stabili mediante il c.d. “cumulo alla rinfusa” (cioè attraverso l’utilizzo, da parte del medesimo consorzio stabile, appunto per qualificarsi nelle gare pubbliche, dei requisiti delle consorziate).
In linea generale il Consiglio di Stato ha chiarito che:

  1. sulla base del nuovo codice dei contratti pubblici è il consorzio stabile (e non già ciascuna delle singole imprese consorziate) ad assumere la qualifica di concorrente e contraente. Sicché solo lo stesso consorzio stabile deve dimostrare il possesso dei relativi requisiti partecipativi, anche mediante il cumulo dei requisiti delle imprese consorziate, a prescindere dal fatto che le stesse siano designate o meno in gara per l’esecuzione del contratto di appalto;
  2. l’applicazione del suddetto meccanismo del “cumulo alla rinfusa” non può essere condizionata dalla scelta del consorzio stabile di servirsi, ai fini della partecipazione alla gara, dei requisiti delle singole imprese consorziate sia che esse siano state “designate” o “non designate” all’esecuzione del contratto.

Vi è però un’eccezione: negli appalti aventi ad oggetto i beni culturali le imprese indicate esecutrici devono essere autonomamente qualificate ad eseguire i lavori e dunque non è applicabile il “cumulo alla rinfusa”.

Il principio è stato recentemente confermato dal TAR Piemonte, secondo cui nel settore degli appalti per i beni culturali non vi può esseredisallineamento soggettivo tra titolare della qualificazione ed esecutore materiale degli interventi”.

 

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Celebrata ogni anno il 22 marzo, la Giornata Mondiale dell’Acqua. Il World Water Day è la ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo.

Il tema di quest’anno, è “Water for Peace”, con l’intento di collegare l’importanza dell’acqua alla prosperità e alla stabilità internazionale, sottolineando il ruolo cruciale dell’acqua nella promozione della pace tra le nazioni.

NEL MONDO

Attualmente, 785 milioni di individui non hanno accesso all’acqua potabile, mentre 2 miliardi di persone vivono senza servizi igienici di base. Lo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche da parte dell’umanità potrebbe generare una crisi di proporzioni catastrofiche: è previsto che, entro il 2050, il 51% della popolazione mondiale e il 46% del PIL globale saranno esposti a gravi rischi legati alla disponibilità d’acqua.

IN ITALIA

L’83% del territorio italiano è attraversato da corsi d’acqua. Ciononostante, in Italia, la perdita di acqua rivela livelli significativamente elevati, con una media del 42% del volume totale di acqua immessa nella rete idrica, corrispondente a 3,4 miliardi di metri cubi di acqua ogni anno. La principale problematica riguarda un sistema infrastrutturale obsoleto, progettato secondo le esigenze degli anni Cinquanta. In altre parole, in Italia vengono sprecati quotidianamente 157 litri per abitante, pari al fabbisogno idrico di circa 43 milioni di persone, con importanti differenze nella qualità dei servizi erogati (il cosiddetto water service divide) tra il Sud e Nord del Paese. Per far fronte a tali criticità, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha stanziato 3,95 miliardi di euro con misure che mirano a migliorare l’efficienza dell’infrastruttura idrica.

ACQUA E CLIMA

Acqua e clima hanno un legame inscindibile: l’innalzamento delle temperature è causa di alterazioni nelle riserve idriche. L’incremento delle temperature, porta ad una conseguente scarsità d’acqua, favorendo tra le altre cose anche la proliferazione di alghe e batteri nocivi.

Nella pianificazione futura il riciclo o il riutilizzo dell’acqua emerge come valida alternativa alle risorse idriche convenzionali, a condizione che il trattamento e l’utilizzo siano sicuri. L’Italia, insieme ad altri Paesi mediterranei è tra le aree più colpite dalla carenza idrica a causa dei cambiamenti climatici, per cui si potranno osservare riduzioni di disponibilità idrica fino al 25% in alcune regioni. Questi deficit non potranno non avere un impatto anche sulla produzione industriale e sull’agricoltura.

SOSTENIBILITÀ E IMPATTO AMBIENTALE

Nell’immediato si dovranno elaborare strategie per adattarsi a un futuro in cui la richiesta idrica continuerà ad aumentare, mentre la sua disponibilità diminuirà progressivamente. Questo avrà conseguenze estese sull’economia e impatterà su aspetti cruciali come igiene, sicurezza alimentare, energia e lo sviluppo delle sempre più estese aree urbane. La gestione sostenibile delle risorse idriche è pertanto diventata una priorità, attorno alla quale si sono concentrati gli sforzi delle politiche e delle comunità scientifiche internazionali. In questo contesto, diventa fondamentale seguire il ciclo naturale dell’acqua, considerando la posizione geografica di ogni paese, il rilievo, il regime e la distribuzione delle precipitazioni e gli impatti del cambiamento climatico.

ASACERT PER IL WWD 2024

ASACERT svolge attività a favore dell’utilizzo consapevole delle risorse ambientali e, ad oggi, conta una serie di interventi per l’ottimizzazione delle risorse idriche, come: la Validazione del Progetto definitivo per i lavori di ammodernamento e implementazione funzionale per l’impianto di potabilizzazione del Po a Torino, portandolo ad una resa di acqua potabile fino a 2.500 litri al secondo. ASACERT ha svolto anche i servizi di stima e valutazione per Acque del Chiampo e per il Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca, gestori di servizi e impianti idrici situati nel Nord Italia. E ancora le Verifiche di Controllo Tecnico per il recupero funzionale del Torrente Bisagno, riqualificate e integrate con centrali idroelettriche. Un ambizioso progetto di ingegneria e architettura fluviale per la salvaguardia di un patrimonio storico-culturale che sposa le più moderne tecniche di produzione energetica sostenibile.

La Giornata Mondiale dell’Acqua rappresenta per ASACERT l’occasione per ricordare l’importanza dell’azione tempestiva e collettiva a sostegno della riduzione degli sprechi e dell’assunzione di comportamenti responsabili, in primis da parte delle imprese il cui operato ha un impatto sulle comunità e sul benessere delle persone.

Se fino a qualche anno fa la formazione a livello aziendale era considerato un ‘nice to have’ oggi, è decisamente un valore aggiunto, che si traduce non solo in aumento delle competenze del team, ma inevitabilmente in valore di ritorno per l’azienda, trasmesso a tutti gli stakeholder. Secondo il PoliMi il 93% delle imprese ritiene la formazione aziendale rilevante per il raggiungimento dei risultati. Se da una parte la formazione era vista in passato come un costo da sostenere da parte delle aziende, oggi si guarda al costo dell’inazione e i rischi derivanti da una forza lavoro che non ha sviluppato competenze in linea con le esigenze dell’organizzazione.

Uno dei deficit che le aziende si trovano ad affrontare è la scarsità di competenze e di talenti. Ci si riferisce al deficit di abilità e di personale qualificato. Per le imprese, ciò comporta una difficoltà significativa nel colmare le posizioni aperte o nel trovare individui con le competenze richieste per poterli inserire nel team.

Questi problemi di scarsità di talenti e competenze, se non affrontati con attenzione, rischiano di ostacolare seriamente la capacità di crescita delle aziende, inclusi lo sviluppo e l’innovazione tecnologica. La formazione aziendale è un punto chiave, per l’empowerment, in quanto porta le persone ad avere un maggior attaccamento all’azienda, sentendosi valorizzati e riconosciuti come individui e come professionisti.

Un notevole impulso è fornito dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Le imprese che stanno agendo o che pianificano di agire nel contesto del PNRR mostrano una maggiore propensione a investire, nel periodo 2022-2024, nella formazione dei propri dipendenti. In particolare, si concentrano sugli investimenti relativi a:

 

Nello specifico, il PNRR individua l’acquisizione di competenze digitali, tecniche e scientifiche tramite programmi formativi di miglioramento delle competenze esistenti, acquisizione di nuove competenze e formazione manageriale rinnovata, come un mezzo efficace per preparare i lavoratori ad affrontare le sfide del mercato del lavoro. Questo approccio è altresì vantaggioso per le imprese, specialmente le PMI, poiché consente di aumentare la propria competitività.

Inoltre, il PNRR ha un impatto di apertura rispetto alla semplice organizzazione di corsi interni, poiché promuove la formazione fornita da enti esterni alle imprese. Il 72% delle imprese che partecipa al PNRR utilizza questa modalità di approccio formativo.

In un contesto sfidante come quello attuale, la formazione può finalmente essere alla portata di tutte le organizzazioni, così come per i singoli lavoratori-professionisti. Le aziende che riescono a valorizzare e formare i propri dipendenti in tempo reale ottengono un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Perché la formazione non è più solo un’opportunità ma una necessità, un’arma per affrontare le sfide del presente e del futuro.

ASACERT è in grado di soddisfare esigenze formative in diversi ambiti:

ASACERT, professionisti nel darti valore!

Inequality. Questa sembra essere la parola che contraddistingue lo stato della condizione femminile rispetto a quella maschile, in tutto il mondo.

Dati Eurostat rivelano che il gap retributivo complessivo (la differenza tra il salario annuale medio) è pari al 43% (al di sopra della media europea, che è invece pari al 36,2%). Anche se il gender pay gap in Italia è diminuito rispetto al passato (nel 2002 era del 15,7%), rimane solo uno degli indicatori dell’ineguaglianza di genere. L’occupazione femminile oggi, seppur con un tasso che si attesta al 51,3%, cioè lo 0,5% in più rispetto ad un anno fa, vede la percentuale che si traduce in 9,5 milioni di donne al lavoro, contro i 13 milioni di uomini occupati.
Il dato risulta tra i peggiori d’Europa se confrontato con la media Ue delle donne occupate (69,3%, contro il 55% italiano).
E ancora, una donna su cinque esce dal mercato del lavoro a seguito della maternità, decisione per oltre la metà delle donne (52%).

È proprio l’aspetto lavorativo che è preso in considerazione dalla UNI/PdR125:2022, con lo scopo di favorire l’adozione di politiche per la parità di genere e per l’empowerment femminile a livello aziendale e quindi migliorare la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro, leadership e armonizzazione dei tempi di vita. L’introduzione di questo nuovo sistema di certificazione nel nostro Paese è agevolata da contributi per le piccole e medie imprese e microimprese (a valere sui finanziamenti Next Generation EU del PNRR), destinati sia ai servizi di assistenza tecnica e di accompagnamento alla certificazione, sia alla copertura dei costi della certificazione.

Sebbene il contributo normativo rappresenti un passo fondamentale per consolidare e, alle volte, stimolare un cambiamento, affinché quest’ultimo sia davvero tale, occorre che maturi nella società. Un cambiamento culturale duraturo è sempre il frutto di una consolidata consapevolezza sociale. E, da questo, siamo ancora lontani.

ASACERT, ente accreditato per la certificazione sulla parità di genere, è impegnato nel processo di affermazione dei diritti delle donne, nella società e nel mercato, affinché le disuguaglianze di oggi siano solo storia, domani.

CAMBIAMENTI CLIMATICI INCLUSI NEGLI OBIETTIVI DELLE ORGANIZZAZIONI.

Tutti gli standard dei sistemi di gestione ISO saranno oggetto di modifiche: alle organizzazioni certificate sarà richiesto di “considerare gli effetti del cambiamento climatico” sulla capacità di raggiungere i risultati previsti dal loro sistema di gestione.

Il 23 febbraio scorso, ISO (International Organization for Standardization) e IAF (International Accreditation Forum) hanno pubblicato un comunicato congiunto (IAF/ISO Joint Communiqué on the addition of Climate Change considerations to Management Systems Standards) per sottolineare l’imminente pubblicazione di Climate Action Amendments alle norme ISO sui sistemi di gestione nuove ed esistenti.

I cambiamenti climatici, insieme ad altre questioni, devono essere determinati come rilevanti o meno e, in tal caso, considerati nell’ambito di una valutazione del rischio, all’interno del campo di applicazione degli standard dei sistemi di gestione.

La risoluzione ISO porterà a due nuove indicazioni che verranno aggiunte a una serie di norme esistenti sui sistemi di gestione e che saranno incluse in tutte le nuove norme in fase di sviluppo/revisione:

  1. L’organizzazione deve stabilire se il cambiamento climatico è una questione rilevante
  2. Le parti interessate possono avere esigenze legate al cambiamento climatico

 

L’intento è quello di garantire che le questioni relative al cambiamento climatico siano considerate dall’organizzazione nel contesto dell’efficacia del sistema di gestione e che sia un fattore esterno abbastanza importante per la nostra comunità da richiedere alle organizzazioni di considerarlo ora. Gli organismi di certificazione dovranno assicurarsi che le organizzazioni certificate abbiano preso in considerazione i cambiamenti climatici e, se ritenuti rilevanti, dovranno essere inclusi negli obiettivi e nelle attività di mitigazione.

Gli organismi di certificazione non dovranno emettere nuovi certificati o revisioni per questo cambiamento, ma solleveranno rilievi di non conformità qualora le organizzazioni non saranno in grado di dimostrare che il cambiamento climatico è stato preso in considerazione insieme ad altri aspetti delle due clausole indicate nel comunicato.

Le imprese sono rimaste per anni intrappolate entro un’interpretazione miope dell’approccio di creazione di valore, in cui ha avuto posto l’attenzione alla massimizzazione dei risultati finanziari di breve termine, sottovalutando altri aspetti come la sensibilità ai temi della sostenibilità. Oggi, anche in seguito alle crescenti preoccupazioni sul tema del cambiamento climatico, le legislazioni sia sul piano internazionale, che dei singoli Paesi, rispecchiano questa consapevolezza. Anche le organizzazioni di ogni settore e dimensione sono, dunque, sollecitate a mettere in pratica un modello manageriale in cui siano in grado di gestire, misurare e comunicare le loro policy sulla sostenibilità e valutarne tutti gli elementi che la compongono.

Nel contesto della quinta missione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si fa riferimento alla creazione di un Sistema Nazionale di Certificazione per la parità di genere, il quale supporta e incoraggia le imprese nell’adozione di politiche adeguate a ridurre le disparità di genere in aspetti che influenzano la qualità del lavoro.

 

I NUMERI

Fissato a quota mille il numero delle PMI che entro il 2026 avrebbero dovuto essere certificate secondo la UNI/Pdr125:2022, superando i test riguardanti l’abbattimento di ogni forma di gender gap sui luoghi di lavoro. Sorprendentemente, ad oggi, il numero delle aziende italiane che ha richiesto e ottenuto la certificazione ha già superato, con largo anticipo, il numero indicato, arrivando a quota 1480. Secondo una ricerca condotta da Gidp (Associazione direttori risorse umane), di cui ASACERT è partner, il 47% delle imprese intervistate afferma che le questioni legate alla parità di genere sono significative nella loro cultura di D&I (Diversità e Inclusione). Analogamente, il 39% delle aziende ha implementato azioni significative per ridurre la disparità di genere.

 

I CLUSTER

Al momento, sono chiamate a rapporto solo alcune aziende. Pur restando una certificazione su base volontaria, la suddivisione avviene sulla base di cluster, in funzione del numero di dipendenti. In base al cluster di appartenenza dell’organizzazione, è necessario considerare un diverso set di KPI da rispettare. Tali indicatori individuati per la verifica sono ben 34 -KPI Key Performance Indicators- suddivisi in 6 macro-aree principali: 1) cultura e strategia; 2) governance; 3) processi delle risorse umane; 4) opportunità di crescita e inclusione delle donne nell’azienda; 5) equità salariale tra i generi; 6) supporto alla genitorialità e bilanciamento tra vita professionale e privata. Affinché un’organizzazione possa ottenere la certificazione, è necessario che raggiunga almeno il 60% degli obiettivi stabiliti, che variano in base alle dimensioni dell’organizzazione stessa. Inoltre, sono richiesti requisiti standard dei sistemi di gestione e requisiti specifici propri della Pdr125, tra cui la definizione e l’attuazione di un Piano Strategico, il monitoraggio costante e la revisione per il miglioramento continuo, l’istituzione di un Comitato Guida, l’adozione di una politica per la parità di genere, l’implementazione di un sistema di Whistleblowing e la promozione del benessere aziendale.

 

I VANTAGGI

Ottenere la certificazione per una azienda significa, non solo un aumento della reputazione, ma anche un accesso facilitato ai finanziamenti previsti dal PNRR. A fronte di uno stanziamento di 9,81 miliardi per lo sviluppo di politiche d’inclusione sociale, la certificazione consente alle organizzazioni di accedere a sgravi fiscali e premialità nella partecipazione a bandi italiani ed europei e ad appositi incentivi di natura fiscale e in materia di appalti pubblici. La certificazione può essere rilasciata da parte di un Organismo accreditato, come ASACERT, a seguito di un audit di verifica dell’applicazione della prassi.

 

SGUARDO SOCIAL

La UNI/PdR 125:2022 intende portare un cambiamento sostenibile e durevole a favore dell’occupazione femminile nel nostro Paese, uno sguardo alla lettera S dell’acronimo ESG, che vede una rinnovata attenzione verso il sociale, a favore di un’innovazione dei modelli organizzativi e quindi un cambiamento di cultura.

ASACERT STIMA IL PATRIMONIO ARTISTICO AI FINI ASSICURATIVI.

Villa Asquer, è un’antica azienda agricola fortificata che rappresenta un unicum in tutta la Sardegna, nel comune di Assemini (CA). Era in stato di abbandono quando, nel 1979, venne acquisita da Francesco Morelli, fondatore dell’Istituto Europeo di Design (IED) che ne ha curato l’incessante valorizzazione negli ultimi quarant’anni.. Dal 2017, a seguito della scomparsa di Morelli, la società Diana 6 S.R.L. è divenuta proprietà della Fondazione Francesco Morelli, continuando per questa a curare gli interessi delle proprietà immobiliari nel rispetto dei valori fondativi rappresentati dalla coerenza dei principi, dalla continuità nel tempo e dall’eticità del fine. Sono presenti in tutto il parco, numerose opere che compongono un corpus eclettico, rispecchiando le diverse personalità del sito. Perfettamente ristrutturata in chiave moderna, la villa si compone di alcuni edifici disposti a corte, attualmente adibiti a locali di rappresentanza. Le opere sono dislocate sia all’interno che all’esterno dei fabbricati anche lungo i viali del giardino. Presso gli edifici si trovano prevalentemente opere di scultura raffiguranti la figura umana ed elementi architettonici quali colonne, basamenti, vasi, fontane, oltre ad alcuni grandi teleri provenienti da altro edificio storico. Nel parco si trovano molti ceppi decorati con raffigurazioni animali, realizzati dallo scultore Efisio Pisano di Villacidro. Inoltre, sono presenti sculture di ispirazione classica o mitologica accanto a fontane e altre strutture architettoniche.

 

IL SERVIZIO

ASACERT è stata chiamata alla stima del patrimonio artistico, ai fini assicurativi della Villa: vi sono opere in scala maggiore di importanti autori della tradizione scultorea dell’isola, altre di autori moderni e altre ancora che richiamano il periodo classico e le figure della mitologia antica. Nella rilevazione dei dati si è stabilito di evidenziare l’autore quando possibile e l’epoca solo qualora essa non fosse riferibile al Novecento. Quasi tutto il materiale risale al XX secolo e in buona parte è stato commissionato ad artisti e marmisti attivi nella seconda metà del secolo.

Grazie all’intervento di stima eseguito dai tecnici ASACERT, si è potuto elaborare uno schema dettagliato di ogni opera, comprensivo di misurazioni e dello stato conservativo delle stesse, che riportasse una corretta stima valoriale complessiva. Le quotazioni sono state influenzate da aspetti di interesse artistico, storico e culturale, tra cui anche le recensioni, del riscontro del pubblico, della pubblicazione e catalogazione dell’opera, dell’indice di interesse del Mercato Artistico, determinando il valore di mercato di ogni opera d’arte e del patrimonio nel suo complesso.

 

Diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e del risparmio delle risorse. È questo lo scopo della Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, che si celebra, oggi, 16 febbraio ed istituita con La Legge n. 34 del 27 aprile 2022.

I temi ambientali ed energetici sono ancora lontani da una vera ed incisiva svolta per la salvaguardia della vita sul pianeta. Tuttavia, grandi passi avanti sono stati fatti: la difesa dell’ambiente è entrata nella Costituzione della Repubblica, l’Unione Europea si è imposta -non senza polemiche- precisi obiettivi di riconversione energetica. Gli scienziati dell’IPCC (gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) hanno vinto il Nobel per la Pace e in generale l’attenzione agli ecosistemi e alle loro risorse è oggi più presente rispetto anche solo a 2 anni fa. La transizione ecologica poteva sembrare un progetto utopico, ma nel 2023 è comparsa per la prima volta anche nell’accordo finale della Conferenza delle Parti (COP28) delle Nazioni Unite.

Una delle conseguenze dell’utilizzo non avveduto e responsabile dell’energia sulla società, oltre che sul pianeta, è la povertà energetica. Un problema che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e nel nostro Paese coinvolge 4 milioni di famiglie italiane, oltre 9 milioni di persone. Secondo l’EU, quest’anno il consumo globale di energia dovrebbe aumentare dell’1,8%. L’Italia è uno dei Paesi con la maggiore dipendenza energetica dall’estero. Per aumentare l’autonomia energetica del Paese, si sta cercando di sostituire i consumi da fonti fossili con le rinnovabili, riducendo il fabbisogno complessivo di energia grazie a misure di efficienza energetica.

Nel 2024 è cambiato il mercato energetico italiano: con il Decreto CER sono previsti incentivi per 5,7 miliardi finanziati dal PNRR destinati ai territori, oltre ad un contributo a fondo perduto fino al 40% del costo sostenuto, per i Comuni sopra i 5mila abitanti. Il decreto stimola la nascita e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia. Indirizzi politici e pratiche per la razionalizzazione degli sprechi anche attraverso un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sono elementi centrali dell’approccio al tema, anche per aiutare le fasce più vulnerabili della società.

ASACERT fa del risparmio energetico una pratica quotidiana attraverso l’utilizzo di tecnologie e policy che mirano ad abbattere il quantitativo di energia impiegata quotidianamente. Offre un ventaglio di servizi rivolti al mercato che riguardano l’analisi e la certificazione del proprio impatto energetico, sviluppato nel corso delle attività di ogni organizzazione. Dagli audit energetici, all’attestato di Prestazione Energetica A.P.E., molti sono i servizi che evidenziano un approccio responsabile rispetto alla sostenibilità.

ASACERT lavora affinché “Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili” sia tutti i giorni.

IL SECONDO EPISODIO DI APPALTI NEWS

È uscito il secondo episodio di Appalti News, il podcast di ASACERT dedicato al mondo degli appalti: “Appalti pubblici ed equo compenso: la strana coppia”.

Dopo la prima fortunata uscita: “La Brexit e gli appalti pubblici in Italia, la storia non è finita ”torna, dunque, il podcast a cura degli avvocati Marco Briccarello e Gabriele Molinari.

Nel corso del 2023 è intervenuta una riforma degli appalti pubblici, con l’approvazione di un nuovo codice dei contratti e, poco dopo, è intervenuta anche la riforma del cosiddetto equo compenso.

Entrambe le materie erano già state oggetto di revisioni nel corso del tempo. Il nuovo codice degli appalti è il terzo in diciassette anni, mentre la disciplina dell’equo compenso ha attraversato molte evoluzioni a far data dal 2006.

Oggi, tuttavia, la contemporanea riforma di questi ambiti pone inedite questioni di compatibilità delle relative discipline.

In particolare, si è posto il duplice problema:

Le questioni non sono banali, e pongono domande a cui è opportuno – nell’interesse degli operatori – provare a dare risposta.

ASCOLTA IL PODCAST

 

ASACERT, ente di ispezione, certificazione, valutazione e formazione, con numerosi accreditamenti in Italia e all’estero e una solida esperienza ventennale nel campo della sostenibilità, annuncia l’ingresso di Claudia Scarcella nel ruolo strategico di Head of Sustainability.

Con una laurea in Business Management presso l’Università della California San Diego e una vasta esperienza internazionale in settori diversificati, Claudia Scarcella, arricchisce il team di ASACERT con competenze preziose su un tema cruciale come la sostenibilità, avvalendosi anche di una profonda conoscenza del settore immobiliare.

Nei suoi trent’anni di esperienza nel campo del Real Estate, la manager si è distinta per la gestione operativa e strategica di grandi patrimoni immobiliari, dirigendo team internazionali e guidando numerosi progetti di riorganizzazione e ottimizzazione dei processi di acquisto, erogazione e gestione strategica dei servizi e dei patrimoni immobiliari nel mercato italiano ed europeo.

Prima di unirsi ad ASACERT, Claudia ha ricoperto ruoli di rilievo come Country Manager di RICS Italia – the Royal Institution of Chartered Surveyors – e di Deepki Italia, concentrandosi sugli impatti climatici del costruito, sui temi ESG (Environmental, Social, and Governance), sulla sostenibilità dei patrimoni immobiliari e sulla rigenerazione urbana. Claudia è una Chartered Surveyor RICS e membro di AREL – Associazione Real Estate Ladies.

Sono onorata ed entusiasta di assumere il ruolo di Head of Sustainability in ASACERT, un’organizzazione impegnata a promuovere pratiche sostenibili come forma mentis quotidiana, prima ancora che strumento di business. Condivido pienamente la visione di ASACERT. – Il commento della manager- Ho sviluppato nel corso della mia esperienza professionale una visione olistica di tutti i temi riguardanti l’ambiente costruito e naturale, ma sempre in relazione alla sostenibilità sociale. “Connecting the dots” è una frase che mi rappresenta molto: intendo collegare le persone, i talenti e le competenze per generare innovazione sociale  e progetti per un bene comune. È per questo che sono determinata ad apportare il mio miglior contributo in ASACERT, per guidare il gruppo verso un futuro sempre più sostenibile e responsabile, per un impatto positivo sul nostro pianeta e sulle comunità. ”

Claudia Scarcella guiderà l’implementazione di strategie innovative e trasversali per promuovere pratiche sostenibili nel settore delle costruzioni e in tutti gli ambiti interessati dalle attività dell’Ente.

Con Claudia Scarcella come nostro nuovo Head of Sustainability, ASACERT rafforza il suo impegno per un futuro più sostenibile. – Il commento di Fabrizio Capaccioli AD di ASACERT –  L’esperienza internazionale di Claudia porta con sé vaste competenze in settori diversificati, perfettamente in linea con il respiro worldwide di ASACERT. La sua conoscenza del settore immobiliare sarà un asset fondamentale per guidare le nostre strategie di sostenibilità. Ha dimostrato, nelle sue vite lavorative precedenti, capacità di leadership e gestionale, caratteristiche che saranno preziose anche per ASACERT. L’ingresso di Claudia, ne sono certo, darà un ulteriore impulso verso l’innovazione e la crescita, portandoci a nuovi livelli di eccellenza. Non da ultimo, – Conclude Capaccioli- si aggiunge un’altra professionista alla nutrita schiera di leader al femminile di ASACERT, consolidando la convinta politica del nostro gruppo nei confronti della parità di genere, fuori da ogni stereotipo.”